“Aprire le orecchie prima di aprire la bocca” un invito da Michele Serra che allargo ad interlocutori occasionali e locali

“Aprire le orecchie prima di aprire la bocca” un invito da Michele Serra che allargo ad interlocutori occasionali e locali

Un interlocutore occasionale su Facebook al culmine di una querelle, una delle solite tra chi sostiene la leadership renziana del sedicente PARTITO DEMOCRATICO e chi ritiene che sia necessaria una ALTERNATIVA di SINISTRA diversa sia dal PD (che ha smarrito completamente la strada a Sinistra) che dalle altre compagini a forma di cespuglietti potati dell’attuale Sinistra, mi ha dedicato “L’AMACA” di Michele Serra del 29 ottobre scorso che qui riporto integralmente

“LIBERALI, fascisti, socialisti, democristiani. Gente che rispetta la Repubblica insieme a gente che la odia. Nazionalisti e secessionisti. Animalisti e cacciatori. Libertini e omofobi. Il partito delle escort insieme a quello ‘della famiglia’. Tutte queste cose è il centrodestra italiano, più altre ancora. Gente che nemmeno si odia, perché per odiarsi bisogna avere qualcosa da spartire o un motivo del contendere. Gente che, semplicemente, si ignora. Ma alle prossime politiche si presenterà unita, senza uno straccio di visione comune del Paese, solamente per spartirsi il potere.

Da un certo punto di vista: che invidia. È una lezione di cinismo, ma anche di realismo. Di nihilismo ideale e inesistenza culturale, ma anche di umiltà, nel senso che nessuno di quei signori, evidentemente, si considera custode di qualche tabernacolo.

E dall’altra parte? Un odio tra le persone che non arretrerebbe nemmeno di fronte a un’emergenza nazionale: se prima muore lui, posso morire felice pure io. Una spocchia ideologica indivisibile, ognuno si tiene la sua. Una mancanza di pudore, e perfino di ipocrisia, che leva il fiato (vedi la vicenda Visco: non potevano sbrogliarsela nelle segrete stanze, pure se ridotte a stanzette?). Vinceranno Berlusconi (!?) e Salvini. Il primo, a sinistra, che oserà lamentarsi, prima di farlo si guardi allo specchio.”

Ovviamente, Serra fa un mestiere che lo costringe a scrivere quotidianamente e non sempre coglie davvero nel segno; o meglio – sono sincero – non sempre ne condivido il pensiero.
Fatto è che oggi 12 novembre 2017 Serra mi fornisce un assist poderoso affrontando il tema del “lavoro” in un modo (“involontariamente?”) critico verso il PD e la sua interpretazione reale (attraverso il “Job’s Act” difeso a spada tratta da Renzi & co.) delle politiche del lavoro.

Dice Serra: “…Tra le barricate in difesa del vecchio assetto super normatizzato, legato a un mondo che non esiste più, e lo sbraco liberista ci sono, nel mezzo, praterie di possibilità. Il lavoro della sinistra sarebbe occupare quelle praterie. Lavorare sul lavoro con caparbietà, laicità, capacità di ascolto, senza che gli opposti estremismi si accusino l’un l’altro di essere servi delle banche oppure mummie della storia. Aprire le orecchie prima di aprire la bocca. Quanti lo fanno, a sinistra?”

Ebbene, Serra mi dà la possibilità di rispondere sia all’interlocutore occasionale che ad altri che in questi giorni vanno disquisendo su questioni locali, in particolar modo collegate alla vecchia struttura dell’Ospedale di Prato ed all’inadeguatezza conclamata del Nuovo.

Il signor A.T., al di là delle forme ideologiche tra Destra e Sinistra si rende conto che le scelte del (Centro)Sinistra non si sono distinte da quelle della Destra? La differenza tra la Sinistra e la Destra dovrebbe perlomeno essere all’incirca quella tra la difesa degli interessi e dei bisogni dei ceti sempre più impoveriti ed emarginati e la difesa dei grandi interessi imprenditoriali e plutocratici. Il Partito Democratico ha difeso i primi? La crescita di cui si vanta costantemente sia il Governo che il PD ha prodotto effetti positivi per quella parte di popolazione – la maggioranza – che ha bisogno di recuperare potere (anche se in minima parte) d’acquisto e di ridurre il divario sociale?

Ai miei interlocutori locali faccio notare che la polemica indotta dall’intervento di Andrea Martinelli ha solide basi di ascolto anche se appare espressa in “time out”. Ed è così che mi sento semplicemente di offrire un suggerimento a chi ha contrapposto a quell’intervento (da “Campo Progressista” a qualche altro esponente della Sinistra, come il Consigliere Regionale Nicola Ciolini) un’improvvisazione complessiva che non è capace di approfondire le ragioni concrete che stanno alla base dell’intervento, che pochissimo hanno a che vedere con la questione del defintivo “smantellamento della vecchia struttura” e del futuro “Parco” e moltissimo hanno invece a spartire con l’inadeguatezza delle strutture ospedaliere in assenza perdurante di “strutture sanitarie intermedie”, di “strutture per il primo soccorso” (una sola Guardia medica per l’intero territorio a fronte di ben altre situazioni in piccoli Comuni a pochi chilometri da Prato) e con la chiusura di un Distretto come quello di san Paolo cui si contrappone soltanto la promessa di una “prima pietra” del “nuovo” nel prossimo anno ma senza la certezza di quando verrà invece posta “l’ultima pietra”.

Bene quel che dice Serra che pongo a chiusura del mio post: . “Aprire le orecchie prima di aprire la bocca.” Ecco! Aprirle – aggiungo io – ascoltando la gente. La Sinistra che verrà deve saperlo fare!