31 agosto PACE E DIRITTI UMANI – 22 (per la parte 21 vedi 17 agosto)

PACE E DIRITTI UMANI – 22

…Prosegue l’intervento della Signora Liviana Livi, delegata di Amnesty International

Relativamente alla pena di morte comminata ai minori, in agosto del 2000 la sotto Commissione delle Nazioni Unite sulla protezione e la promozione dei diritti umani ha dottato una risoluzione in cui si condanna l’esecuzione di minorenni all’epoca del reato, come una violazione del diritto internazionale consuetudinario. Secondo questo organismo, l’imposizione della pena di morte nei confronti di persone di età inferiore a 18 anni all’epoca del reato è contraria al diritto internazionale consuetudinario. La sotto Commissione condanna inequivocabilmente l’uso della pena di morte in questi casi e chiede agli stati di porvi fine al più presto. Nel frattempo ricorda ai giudici che l’imposizione della pena di morte contro questi imputati rappresenta una violazione del diritto internazionale. Il divieto di pena di morte nei confronti dei minorenni all’epoca del reato è diventato un principio di diritto internazionale e consuetudinario, accertato come legge e vincolante nei confronti i tutti gli stati, a prescindere dall’aver ratificato o meno i trattati in materia. Dal 1993 sono state 17 le esecuzioni dei minorenni all’epoca del reato, 12 delle quali nei soli Stati Uniti d’America, dove la Corte Suprema ha stabilito che la pena di morte può essere applicata anche nei confronti di persone che avevano 17 anni all’epoca del reato.
Sulla pena di morte negli Stati Uniti d’America posso fornire dati aggiornati: la pena di morte è prevista in 38 Stati ed in 2 legislazioni federali sia civili che militari. Nel periodo primo gennaio – 14 settembre 2000 sono state eseguite: 68 condanne a morte di cui 32 in Texas ed 11 in Oklahoma, il totale dal 1976 è di 666 esecuzioni, di cui 231 in Texas e 79 in Virginia; al rpimo luglio 2000 i prigionieri in attesa di esecuzione nel braccio della morte erano 3682, di cui circa il 46% bianchi ed il 43% afroamericani. Di essi 69 erano stati condannati a morte per reati commessi quando erano minorenni, 83 erano cittadini stranieri: dalla ripresa delle esecuzioni 41 condannati a morte hanno ottenuto la commutazione della pena ed 87 sono stati rilasciati perché innocenti. Quanto agli errori giudiziari, l’11 giugno sono stati pubblicati i risultati di uno studio approfondito sul tasso di errori verificatesi nei casi di pena di morte negli USA, tra il ’73 ed il ’95. L’indagine durata 9 anni e condotta da James Leiman della Columbia University School Law, ha preso in esame 5760 sentenze capitali e 4578 appelli che risalgono a 23 anni in questione. Durante il periodo preso in considerazione le corti d’appello hanno trovato errori gravi con conseguente annullamento della sentenza: in quasi 7 condanne a morte su 10, l’82% delle condanne a morte annullate sono state mutate in pene più lievi, mentre in 7 casi su 100 l’imputato è stato addirittura scagionato. Gli errori nei processi sarebbero talmente numerosi che occorrono in media 3 livelli di revisione giudiziale per trovarli tutti; lasciando, secondo gli autori, fortissimi dubbi che si riesca effettivamente a scoprirli tutti, la documentazione allegata illustra centinaia di esempi: avvocati addormentatisi in aula, cittadini afroamericani esclusi dalle giurie nei processi contro un imputato di colore, giudici che hanno screditato un imputato davanti ai mezzi di informazione nel corso del processo.

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