UN MIO AMPIO INTERVENTO – parte 13 e ultima (per la 12 vedi 12 agosto) – a breve il testo intero

UN MIO AMPIO INTERVENTO – parte 13 e ultima (per la 12 vedi 12 agosto)

Per andare verso la conclusione dico che sul Teatro e sul ruolo che esso deve avere nella nostra società mi appaiono illuminanti e precise le affermazioni generali rese da Luconi in Consiglio comunale nella prima parte del testo, soprattutto quando parla di un Teatro aperto; mentre per quel che riguarda la produzione ritengo indispensabile far riferimento ad alcune pagine sul Teatro (pagg.8,9) di un documento fornitomi dal precedente Assessore alla Cultura, prima della campagna elettorale del 23 aprile (1995). Un’altra questione di fondamentale importanza nell’ambito delle politiche culturali è a mio parere il Teatro Ragazzi. Si tratta di uno dei settori culturali più avanzati che la città di Prato abbia prodotto negli ultimi 15 anni. Il Teatro Ragazzi, per opera del “Teatro di Piazza e d’Occasione” ( TPO ) ha raggiunto risultati considerevoli di rilevanza nazionale ed internazionale, ottenendo svariati riconoscimenti nel settore produttivo e finanziamenti statali, svolgendo un ruolo prezioso soprattutto di tipo didattico. Ci sono dati incontestabili sul lavoro svolto e sui risultati ottenuti, che non lasciano alcun dubbio.

106173338_1205901086424009_8561475536625691388_n

In questi ultimi tempi, però, la storia del Teatro Ragazzi si è andata intrecciando con le problematiche connesse all’atavica mancanza di strutture culturali nella nostra città ed al destino del Teatro Santa Caterina, sede “storica” di questa attività.
Proprio negli ultimi giorni, poi, dovendo il Comune procedere al restauro del Santa Caterina, il dibattito, diciamo così, è entrato nel vivo, cosicché all’interno della Giunta si sono fronteggiate due tipi di scelta sul futuro di quella struttura: la prima che prevederebbe l’uso per uffici comunali, l’altra che riterrebbe più opportuno un uso culturale polivalente. Fatto sta che soprattutto l’una ma anche l’altra non consentirebbero, pur prevedendola a parole, la sopravvivenza dell’esperienza del Teatro Ragazzi e, di riflesso, del TPO, che ne è l’anima, il cuore. Infatti tra le proposte avanzate al TPO, da quel che ci risulta, ci sarebbe quella di rimanere nella struttura con un compito umiliante di “portierato”: posso pensare che una tale proposta la avanzi chi non si intende di “Teatro”, ma mi ha molto sorpreso sapere che una simile proposta fosse stata avanzata invece da chi si occupa prevalentemente di Teatro e da chi afferma di amare il Teatro. Io non voglio fermarmi alla denuncia: chiedo che con urgenza si affronti questo problema, con la necessaria massima serietà, sapendo che occorre difendere ciò che di buono è stato realizzato in questa città. Una delle forme possibili potrebbe essere quella di una convenzione temporanea con il TPO con l’uso di una sede per le attività e l’affidamento di una struttura “provvisoria” adeguata ai bisogni in attesa del reperimento di una “definitiva”.
Vado alle conclusioni per davvero. E dico anche con un certo imbarazzo alcune cose, che preferisco lasciare al ricordo scritto. Ho sentito più volte rivolgermi da parte di Luconi un invito “accorato e caloroso” a collaborare, senza mai chiaramente poter capire, forse per mia difficoltà, come ciò potesse essere possibile in pratica. La mia indole e la mia esperienza vorrebbero sempre accettare, il mio attuale ruolo mi dissuade – mi si creda – con molta amarezza. Sono cresciuto come operatore culturale e nell’organizzazione sia teatrale, sia cinematografica sia da poco quella musicale ho realizzato momenti anche entusiasmanti. Potrei indubbiamente dare una mano a qualcuno con cui condividere un progetto, ma per altri due motivi proprio non ci riesco, non posso: il primo, perché per ora non intravedo ancora un progetto; il secondo, perché per poterlo realizzare concordemente occorrerebbe un’investitura istituzionale che non caldeggio e che comunque non accetterei senza il superamento del primo dei due motivi.
Una questione finale: tra poco più di un mese il nostro Partito (ndt.: il PDS) dovrà tenere la Conferenza-Congresso allo scopo si rinnovare il gruppo dirigente ed il suo Segretario. Bene, io credo che non vi possa essere né Segretario né Gruppo Dirigente che non si ponga il problema di affrontare le tematiche qui da me trattate e non le avvii a soluzione. Voglio – proprio per questo – lanciare qui una sfida “culturale” ai compagni che sono o saranno candidati al ruolo di Segretario del Partito qui a Prato: comincino ad esprimersi fin da ora sulle questioni fondamentali della Cultura; io infatti credo che solo così facendo noi potremo trovare il giusto Gruppo Dirigente per affrontare il nostro immediato futuro.

Prato 20 ottobre 1995 Giuseppe Maddaluno