3 novembre – Dentro un nuovo lockdown – parte 11

3 novembre

Mentre scrivo “tutto scorre”. Ma non si tratta di una fonte che gocciola, nè tantomeno di un ruscelletto, ma di rivoli indistinti e confusi. Ed insieme alle acque, un po’ limacciose, forse oltre alla nostra esistenza umana, se ne va via anche un Governo. Non me lo auguro, ma lo temo. Provo a ripeterlo: non c’è alternativa! I rapporti tra le forze politiche si sono inveleniti dopo i frequenti “colpi di testa” dell’attuale (speriamo per poco, prima viene allontanato e meglio è per tutti anche se questi non sono fatti che mi riguardano) leader della Lega.

All’inizio della pandemìa (altro doveroso “promemoria”) il leader dell’Opposizione lusitana ha mostrato un forte senso di responsabilità offrendo piena collaborazione al Governo. In Italia, forse anche per l’acredine accumulata in settimane e mesi di insuccessi, quasi tutti collegati alla incapacità politica di Salvini (ha perso dovunque abbia voluto metterci la faccia in prima persona: in Emila Romagna prima e poi in Toscana), si alza sempre e solo un “lamento” per una sorta di scarso ascolto ma non si perde mai un’occasione per criticare in maniera anche scomposta (l’ultimo episodio in tal senso è stato collegato alla strage di Nizza) i membri del Governo ed il Presidente del Consiglio.

E quando dico che non c’è alternativa è anche perché, nel caso ci dovesse essere, noi dovremmo davvero affidare le nostre sorti al Caso ed augurarci che il virus ci scansi e eviti ancor più di adesso i nostri amici e parenti. Oltre tutto sarebbe bene che coloro che si ostinano a contrastare questo Governo, pregustando un’alternativa di Destra, sappiano che, laddove questo loro desiderio si avverasse, delle due l’una: o dovranno fare uno slalom possente per non contaminarsi oppure prepararsi ad un regime di lockdown molto più rigido, ben più rigoroso di quello che oggi a tanti così già appare.

Vedo un Premier stanco. Molto probabilmente è sull’orlo di una crisi di nervi. Anche se confido sul ruolo salvifico del Presidente della Repubblica, che, ad ogni piè sospinto, lancia un invito sempre più accorato all’unità. Siamo anche nelle sue mani.

C’è una grande confusione sia nel Governo che nell’Opposizione; a dire il vero si vanno impegnando sempre più a confermare che non si distingue più una parte dall’altra. Probabilmente anche quel che scrivo sopra sta a confermare che questa forma indistinta sia una necessità “provvisoria”.

Ora attendo di sapere cosa si decida (sono le 16.30 del 2 novembre 2020) e poi saprò commentare. Per ora quel che si dice, anche nelle alte sfere, è ben poco, confuso, disarticolato, assolutamente insufficiente.