6 novembre – DENTRO UN NUOVO LOCKDOWN – “desiderio di recuperare ed il timore di doversi nuovamente chiudere in piccolissimi nuclei con il nuovo lockdown sempre meno “gentile” che si annuncia”

Per alcuni mesi durante il periodo di lockdown non si sono potute svolgere le Assemblee di condominio. Gli amministratori non erano organizzati in merito; le riunioni si erano sempre tenute  in ambienti ristrettissimi, anche perchè di norma i partecipanti riuscivano a malapena a garantire con numerose deleghe il raggiungimento della necessaria maggioranza (501,00 millesimali). Qualche riunione si era svolta a inizio estate, quando sembrava che tutto andasse per il meglio. Poi nella seconda metà di ottobre, essendo importante perlomeno discutere oltre che i bilanci consuntivi e preventivi arretrati, la cui entità era stata predisposta e inviata “in attesa di tempi migliori”, la possibiità di accedere alle agevolazioni fiscali corpose previste dal Decreto legge 19 maggio 2020 n.34, convertito dalla Legge del 17 luglio dello stesso anno, n.77 negli articoli 119 e 121 e cioè quel che si chiama “SUPERBONUS 110%”.

Ogni Assemblea portava al primo punto all’Ordine del giorno quell’argomento. Tra le abitazioni dei miei due figli, quella mia e quella di proprietà di mia moglie ne ho dovute seguire ben quattro. In una sola settimana, quella scorsa, ben tre, collocate per fortuna in giorni diversi, anche se ad orari di inizio più o meno uguali tra le 17.30 e le 18.30.

La prima delle tre era in un Oratorio, la terza in un Albergo. Di quest’ultima parlo. Quasi in perfetto orario arrivo nella hall e chiedo alla receptionist dove sia la riunione assembleare. Mi indica la direzione e mi muovo: è l’Assemblea dell’appartamento di mia moglie affittato. L’assemblea è già in corso; saluto, dico il cognome di mia moglie e mi siedo a dovuta distanza. Tutti indossano la mascherina; anche l’amministratore, che ho intravisto in un paio di occasioni quando siamo passati a chiedere delucidazioni varie.  Non ho mai conosciuto i condòmini; non abbiamo mai abitato in quell’appartamento. La discussione è sul tema “principale” e fervono le diverse esposizioni in merito. Di solito le assemblee sono anche le occasioni per sciorinare le presunte esperienze: anche questa volta è così. Dopo un buon quarto d’ora avverto un senso di confusione: non è un attacco di Covid; semplicemente viene menzionata una strada che è collocata in una parte diversa della città rispetto al luogo in cui si trova la casa di proprietà di mia moglie. Alzo la mano e chiedo”Scusate, ma è l’assemblea del Condominio…..?!”.  Ero già perplesso da me, ma l’Amministratore mi conferma che “No, deve avere sbagliato!”. Obietto che ho un’indicazione specifica che menziona questo albergo; ma saluto ed esco. Alla receptionist, dove ritorno, chiedo lumi e mostrandole la convocazione ottengo un sorriso che parte dagli occhi e la rivelazione: “Guardi; si è sbagliato. In questa città ci sono due alberghi che riportano più o meno lo stesso nome. L’assemblea è in quell’altro!”. Me ne rendo conto, ringrazio e mi reco dove avrei dovuto già essere da una mezzora.

Ci arrivo e mi rendo conto di non aver perso molto. Sono ancora al primo punto: anche lì i temi sono gli stessi e il dibattito verte sulle diverse posizioni basate sulle personali competenze, ciascuna delle quali è la migliore.

In realtà c’è un grande bisogno di socializzare; c’è il desiderio di recuperare ed il timore di doversi nuovamente chiudere in piccolissimi nuclei con il nuovo lockdown sempre meno “gentile” che si annuncia.