22 novembre – DENTRO IL LOCKDOWN – il “dopo” è già “oggi”

Dentro il LOCKDOWN – il “dopo” è già “oggi”

Nella prima fase della pandemìa all’inizio abbiamo faticato a convincerci che occorreva rigore e sacrificio per riuscire a ridurre i danni “umani” (che poi significano anche “economici”). Il mondo della Politica, quasi tutto, si ostinava a mantenere aperte le strutture produttive e quelle commerciali, facendo prevalere gli interessi economici su quelli della salute. E’ una prassi molto cruda che può sorprendere gli sprovveduti, ma che in questo mondo reso ancor più meschino dalla rincorsa all’arricchimento sta divenendo molto comune. Lo stesso settore della Sanità pubblica nel corso dei decenni passati ha visto ridursi in modo molto rapido e deciso i suoi spazi a vantaggio dell’intervento privato. In modo particolare si è visto venir meno progressivamente al ruolo della medicina di base e delle strutture intermedie, la qual cosa ha colpito drasticamente le parti più deboli della popolazione, che a causa di redditi bassissimi ed una scarsissima capacità di sviluppare competenze moderne, come l’uso dei mezzi tecnologici, è stata costretta a ridurre l’accesso alle cure ed alle terapie preventive. Uno degli aspetti su cui è più urgente avviare una seria e profonda riflessione è su come affronteremo il problema delle disuguaglianze che sono la conseguenza non solo di questa “crisi” ma in modo particolare degli errori che l’hanno resa più difficile da superare.

Un Blog, come questo, serve anche a raccogliere giorno dopo giorno la memoria anche se da un punto di vista assolutamente individuale senza pretesa di essere nel vero ma con la cognizione di poter contribuire a ricercare possibili necessarie vie d’uscita.

Anche per questo, devo ripetere che uno sguardo equilibrato non può volgersi solo al contingente ma deve essere in grado di procedere ad una revisione degli errori singoli e collettivi che hanno preceduto questo stato che oggi chiamiamo emergenza e, come tale, affrontiamo solo per riportare il tutto indietro nel tempo ma solo a un minuto prima che questa si svelasse. In realtà molti dei responsabili di quel che se non ha prodotto ma di certo ha favorito la crudezza della crisi, sono tra noi, senza escludere chi oggi denuncia questa stato delle cose. E questo non deve condurre ad un colpo di spugna teso a cancellare ma ad una revisione severa da parte di tutti dei modelli sui quali abbiamo formato la nostra vita.

Se ne vogliamo davvero uscire migliorati, se vogliamo davvero riprendere in mano il destino dell’umanità intera, se davvero amiamo la vita, dobbiamo cominciare da subito a costruire un nuovo progetto. Sarà una vera e propria impresa, anche perchè siamo certi che in altre parti del nostro pianeta, forse anche molto vicini a noi altri si stanno organizzando per riconfermare il loro Potere, accrescendolo e puntando non solo a riprendere le vecchie abitudini ma a costruire altra diversa progettualità per rendere maggiore l’ingiustizia sociale ed accrescere le disuguaglianze.