12 Novembre – I CONTI NON TORNA(VA)NO – parte 17 (per la 16 vedi 26 ottobre)

I CONTI NON TORNA(VA)NO – parte 17.

Anche nell’Assemblea del “Dagomari” volevo stare zitto. Ma poi a tarda notte ho dovuto, proprio dovuto, intervenire: e non è stato piacevole né per me né per l’Assessore, alla quale voglio dire che ho dei princìpi da rispettare che porto dentro di me, che non mi consentiranno neanche di ritornare da lei a parlare di altri progetti: ci tenevo, ora non mi interessano più. Perché vedi Gerardina io sono fatto così: le cose le faccio fin quando mi diverto, fin quando mi piacciono e non mi piace, soprattutto adesso, che il mio lavoro “libero” e gratuito sia fatto insieme a persone che hanno perso la mia fiducia.
Come eletto, dunque, mi occupo delle questioni che riguardano la città e nella città esistono molte questioni che riguardano la scuola; non ne vorrei dimenticare nessuna, ma pretendo che anche altri non se ne dimentichino. E poi che non se ne creino di nuove e peggiori.
Infatti, se questo Piano fosse realizzato come si dice il “Copernico” avrebbe la sede che desidera, che non risponde soltanto ad un criterio di sicurezza come ci ha detto il Presidente Mannocci; il “Gramsci” avrà una sede nuova non ancora (ma quasi) pronta; il “Marconi” fra breve avrà la sua nuova (mi sembra giusto ed anche tardi) bella sede; si riuscisse a portare in porto la questione “Cicognini”, vedremmo anche risolto quel problema. Mi dica qualcuno perché mai ci si meraviglia tanto se quelli del “Dagomari” protestano.
In queste settimane nella discussione sul dimensionamento tanti sono intervenuti, a dire il vero anche il Collegio Docenti del Liceo “Copernico” lo ha fatto con un documento esemplare, che fa riferimento, a quanto pare, a quanto mi è stato riferito, ad una Legge dello Stato (di quale non lo so) che garantirebbe ai LICEI scritto tutto con lettere maiuscole di essere collocati nel Centro delle città, mentre dovrebbe relegare i tecnici scritto con le minuscole nelle periferie, anzi più lontano stanno e meglio sarebbe!

Altre ironie sono state fatte su quel documento: è opportuno invece prenderlo sul serio e fare una riflessione per la quale anche chi ha studiato al “Classico” e si è laureato in Lettere Moderne dovrà un attimino sporcarsi le mani, polemizzando allo stesso livello nei confronti di un Liceo che se ha dato un contributo a questa città lo ha fatto solo attraverso quanti si sono lì diplomati e sono poi autonomamente entrati nella società; ma non lo ha fatto in quanto Istituto Scolastico, come è riuscito a fare nel corso dei decenni ed in particolare nel corso degli ultimi quindici anni quell’altro Istituto che inopinatamente si vorrebbe sradicare dal territorio dove ha prodotto, realizzato, vivacizzato, contribuito a creare una cultura che non è solo legata alle principali discipline che vi si insegnano, ma si irradia in diversissimi settori, che, badate bene, dovrebbero essere prerogativa dei Licei. Teatro, musica, cinema, poesia, arte ed altre attività culturali sono l’espressione di una scuola tecnica che ha saputo nel tempo precorrere le innovazioni ed aprirsi alla città, anche e soprattutto perché ha saputo adattare i suoi spazi vitali.