DENTRO IL LOCKDOWN – La “capricciosa” ed alcuni “servi sciocchi”

La “capricciosa” ed alcuni “servi sciocchi”

Avrebbe potuto far parte esclusiva del “bestiario politico” dei nostri tempi: purtroppo però siamo anche entrati in uno “spazio” che è occupato da una terribile pandemìa

Le è stato offerto un “giocattolo” e, quando le è stata tolta una parte di questo, ha messo il broncio ed avviato a far capricci.

E, quindi, proprio in quanto siamo in un periodo davvero pieno di incognite verso il futuro (il “futuro” è perennemente incognito, ma noi abbiamo imparato anche a distrarci, a non pensare a quello che di negativo ci attende), c’è poco da giocherellare, trastullarsi nel volersi sentire “grandi statisti”.

Riprendo un ragionamento accennato in altro post: nei rapporti dialettici bisogna mantenere una “correttezza” formale e mi piacerebbe che la mia analisi critica non sia oggetto di equivoci: poco hanno a che vedere i miei ragionamenti con la casualità per cui il Ministro della Pubblica Istruzione sia una figura femminile. Le “rape” sono tali a prescindere dal loro genere. Ed è molto bene che io assegni patenti negative anche a tutti coloro che ritengono che la Scuola, a prescindere dalle condizioni in cui si è fatta trovare allo scoppio dell’evento pandemico, sia il luogo più sicuro del mondo (vorrei far notare, giusto per dire, che l’Onorevole Santanchè, in agosto si lanciava a proclamare che le “discoteche” fossero molto più sicure delle quattro mura domestiche).

Su questa idea potrei anche essere d’accordo: a patto che negli ambienti scolastici, i cui spazi siano meglio adeguati al numero complessivo dei fruitori e del personale tutto, si permanga per larga parte della giornata in una sorta di “campus” dove si sviluppano tutte le potenzialità (non solo lo studio teorico, ma anche le applicazioni pratiche, lo sport, le attività culturali generali, la socializzazione). Dico ciò perché il problema principale che può provocare altri danni sanitari, riaprendo le scuole, sta nel transito non tanto nella permanenza.

Fare i capricci, di fronte a posizioni criticabilissime come la volontà espressa da parte di imprenditori vari del turismo e della ristorazione nel voler a tutti i costi riaprire le loro attività, e pretendere che “a questo punto si riaprano anche le scuole”, è davvero puerile! Come per dire “Muoia Sansone con tutti i Filistei!” o “abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!”. Ma di che cavolo andiamo parlando?!? Con questa smania di voler riprendere a muoversi più o meno come prima, con questa “gara” dell’insipienza non si va da nessuna parte, si va a sbattere! Ho scritto dai primi momenti che le strutture scolastiche “non certo per responsabilità” di questo Governo non potevano essere sicure in un tempo di pandemìa come quello che ci sta capitando. In più ho sempre scritto (“lo so perfettamente, chi cavolo sono io!?!”) che sarebbero occorsi interventi specifici per tamponare l’emergenza (un’emergenza che poteva durare tre mesi come un anno) ed invece ci si è baloccati con i “banchi a rotelle” praticamente inutili rispetto alla maggior parte dei banchi esistenti “monoposti”, con il brillante risultato di aver portato al macero banchi ancora funzionali e aver costretto alcune classi (dico “alcune” perché ne ho conosciute “solo” alcune) a far lezione all’avvio senza banchi e senza sedie.

Che dire? Ne riparleremo: eh sì che ne riparleremo!

Le motivazioni di chi vorrebbe ritornare a scuola sono sacrosante, ma le condizioni “invariate” rispetto alla prima parte di quest’anno non possono consentirlo.