14 aprile – reloaded da 19 dicembre 2017 (e 15.10.2018) Pasolini, don Milani, Gramsci e Danilo Dolci sarebbero degli “incompresi” (anche) oggi

reloaded da 19 dicembre 2017 (e 15.10.2018) Pasolini, don Milani, Gramsci e Danilo Dolci sarebbero degli “incompresi” (anche) oggi

Augias ha funzionato da “galeotto” con la puntata dedicata a Firenze (Città segrete – 10 aprile 2021 Rai Tre) https://www.raiplay.it/video/2021/04/Citta-segrete—Firenze—10042021-a5a826bc-33a0-49c1-8d52-9cd43ede5440.html

Qualche commento a post sui social intorno alla figura di don Milani mi ha fatto ricordare che negli anni scorsi ho trattato in diversi post i temi prioritari del suo “magistero”, che per tanti di noi hanno avuto un immenso significato

Il mio “santuario” laico

L’affermazione è semplice, forse una delle tante banalità cui il web ci ha abituati, ma continuando a leggere e rileggere le pagine di questi grandi uomini del secolo scorso e praticando le piattaforme dei social mi rendo sempre più conto che questi personaggi “incompresi” nel loro tempo avrebbero il fiato corto anche oggi, di fronte ad una società sempre più immiserita culturalmente, sempre più imbarbarita nei rapporti umani e sociali, incapace di risollevarsi da una crisi epocale che ha fatto smarrire artificiosamente la bussola delle ideologie, rendendo tutto nebbia, melma, fanghiglia indistinta. Essendo poi inevitabilmente protagonisti dell’attualità, non necessariamente di primo piano e non solo, portiamo la stessa responsabilità di tutti quelli che noi accusiamo: il mondo politico, quello culturale, quell’altro dell’impresa e della finanza rappresentano questo degrado nel quale noi nuotiamo. La frammentazione politica, collegata alle pretese poco più che personali di quadri dirigenti cresciuti esclusivamente per concorrere a carriere proprie e dei propri “grandi” sostenitori sta creando un brodo di coltura di gruppi reazionari che non promette nulla di buono per il futuro (fascisti, neonazisti, oltranzisti di sinistra); la Cultura, complice una Politica scolastica sempre più burocratica e meno umana, sempre più legata alla formazione di futuri “schiavi”, sta divenendo un semplice strumento mercantile ad uso di lobbies finanziarie ed industriali.
Di fronte a tutto questo proviamo una certa consolazione mentre, nel chiuso delle nostre aule o dei nostri studi privati, scorriamo le pagine dei “grandi” del secolo scorso. In esse la denuncia di un “disastro”, un’apocalisse prossima ventura della quale non siamo riusciti a comprendere la gravità.
Forse non tutto è perduto, ma occorrerebbe che il personale politico rinsavisse e facesse lo stesso il mondo della Cultura.
Non mi riferisco purtroppo per ora a nessuna delle forme partitiche vecchie e nuove che si sono profilate negli ultimi giorni o che lo faranno nei prossimi. Occorre uno sforzo immane di generosità, una capacità di fare qualche passo indietro personale per consentire di fare qualche passo avanti collettivo.

Non avverto tuttavia ancora questa consapevolezza e mi fanno paura soprattutto più le “ipocrisie” degli annunci che i “silenzi”!

Quel che è particolarmente strano, forse lo è per me ma non per tanti altri, è l’occasione che mi ha sollecitato a scrivere questo post: non ci avevo pensato fino a questo tardo pomeriggio.
Ho letto un’intervista che il giovane e bravo giornalista Stefano Feltri fece a Fabrizio Barca nel 2013: è pubblicata in apertura del libro “La traversata – Una nuova idea di partito e di governo” edito da Feltrinelli nella collana Serie Bianca”.
Da quel tempo è passata un’eternità: eppure sono appena quattro anni. Archeologia politica che ha tuttavia una funzione straordinariamente illuminante su quel che si poteva fare, su quel che si è fatto. Si poteva costruire una Sinistra nuova, si è distrutta quel poco che c’era.
Rileggendo quelle pagine si può comprendere molto del disastro che ha compiuto Renzi e tutte/i coloro che lo hanno sostenuto pensando al proprio tornaconto o inconsapevolmente. Soprattutto a queste/i ultime/i inconsapevoli consiglio vivamente di procurarsi il libro e rendersi conto di quanto è avvenuto.

A presto con riflessioni politiche e culturali

Joshua Madalon

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