6 luglio – LE STORIE 2008/2009 e 2013/2014 – 3 (un falso sondaggio)

Il falso sondaggio

Mentre ci si approssimava alla scadenza del mandato amministrativo del Sindaco Marco Romagnoli e del Presidente della Provincia Massimo Logli, entrambi alla prima esperienza (di solito i mandati sono due; per non rispettare questa regola, o consuetudine, ci vogliono gravi motivi), venne diffusa una “voce”. Non “vox populi” ma voci di corridoio intono ad un sondaggio voluto dal Partito Democratico (non era chiaro di quale “livello”) sul gradimento nei confronti dei due amministratori che delineava l’opportunità di “non ri-candidarli”. Viste le situazioni precedenti (leggi Introduzione del 7 maggio u.s.) bisognava aspettarselo; fosse vero o non vero quel “sondaggio”. Infatti, il motivo per cui parlo di “voce” è legato al fatto che nessuno ha mai visto realmente quel sondaggio. E addirittura “l’Unità” qualche mese dopo in un piccolissimo trafiletto seminascosto ne metteva in dubbio (più che un dubbio) l’esistenza. Furono avviate rapide consultazioni nella base, partendo dai “dati”(!) di quel sondaggio, e fu in modo palese sfiduciata la Giunta Romagnoli e quella Logli. L’obiettivo reale era la prima delle due: avevano faticato parecchio i massimi dirigenti del PD ad accettare di essere stati, in qualche modo anche loro quattro anni prima, messi da parte ed ora, anche se non sarebbe più toccato a loro quell'”onore”, bisognava rifarsi. Bisogna essere chiari e lo dico per onestà: non so se fosse vero quel sondaggio. Di fatti, in quegli anni la Giunta Romagnoli non era certamente stata in grado di affermare un tratto distintivo apprezzabile: lo stesso Sindaco, per sua indole (ma anche per il ruolo che aveva dovuto accettare, quello di “ripiego”), non si era messo in luce. Ma d’altra parte, tanti altri precedenti Sindaci non brillanti avevano ottenuto la possibilità di riprovarci. Detto questo, onestà per onestà, io quel sondaggio non l’ho mai visto e propendo per la sua inesistenza, anche se aspetto di essere smentito con le “carte”.

Passando al resto seguiamo alcune tracce di quegli anni attraverso qualche documento in mio possesso. Quello che segue è del 30 giugno 2008

Assemblea Provinciale del Partito Democratico

30 giugno 2008 ore 17.30

contributo dei sostenitori della Bindi di Prato

redatto da Giuseppe Maddaluno

        La costruzione del Partito Democratico sul territorio pratese ha visto, come in ogni altra parte del nostro Paese, la partecipazione attiva dei sostenitori della Bindi, che hanno voluto sempre sottolineare l’importanza di creare un Partito nuovo, aperto ed inclusivo di tutte quelle risorse umane che avevano ormai perduto interesse nei confronti della Politica e spesso si collocavano nell’area dei delusi e dell’astensione.

             La campagna per le Primarie inevitabilmente combattuta in modo “separato” ha creato un’atmosfera avvelenata che avrebbe dovuto dissolversi subito dopo i risultati della consultazione.

             E’ evidente in ogni modo e la Bindi lo richiede costantemente che occorra ritornare a fare Politica, dopo un lungo periodo di sbandamento post-elettorale e di assestamento degli organismi e della struttura.     

       Dobbiamo ritrovare lo spirito di condivisione del progetto del PD così come espresso nelle elaborazioni comuni.

       Noi “Democratici davvero” sostenitori della Bindi abbiamo da tempo richiesto il riconoscimento della nostra presenza non come quella di una corrente nel senso classico e “storico” della parola ma come risorsa irrinunciabile che permetta a tante cittadine e tanti cittadini, giovani o non, di partecipare alla costruzione di quello che consideriamo, oggi più che mai, il necessario baluardo verso una deriva populistica e demagogica di una Destra sempre più becera e pericolosa.
             Alcuni momenti, alcune vicende poco chiare non hanno fino ad oggi consentito a tanti di noi (ma ci permettiamo di dire che lo stesso è accaduto altrove ed è accaduto per altre liste delle Primarie) di potersi esprimere in modo aperto; anche il Partito è apparso molto più attento a consolidare il suo apparato “antico” piuttosto che ad aprirsi ai contributi “nuovi”: questo è accaduto quasi dappertutto, e ciò non assolve nessuno.

        La realtà ci chiede di impegnarci tutti insieme, riconoscendo a chi coordina un ruolo prioritario di carattere politico ma allo stesso tempo rendendo ampia dignità a coloro che per un Partito democratico davvero nuovo e diverso da quelli che abbiamo deciso di lasciarci alle spalle svolgono un ruolo attivo di critica propositiva.

       Anche in tal senso andava letto il nostro Documento di sostegno all’attuale Coordinatrice: lealtà ma senso critico della nostra azione politica per obiettivi comuni di profondo rinnovamento, anche attraverso il PD, del nostro Paese, destinato diversamente a subire un tracollo “democratico” pericolosissimo.

Seguirà una mail che inviai ad un compagno (eliminerò riferimenti diretti)

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