25 Novembre – I CONTI NON TORNA(VA)NO – parte 32 per la parte 31 vedi 18 novembre

Nella parte 31 si è conclusa la riunione congiunta delle Commissioni Istruzione e Cultura del Comune di Prato del 18 dicembre 1998 dedicata al tema del “Dimensionamento degli istituti scolastici medi superiori”. In chiusura di essa, il Presidente Chiarugi aveva ritenuto “necessario un approfondimento dei problemi e quindi propone che si tenga una discussione in tempi rapidi in Consiglio comunale”.

Il giorno dopo sono io (ricordo che ero Consigliere Comunale nei Ds) ad inviare un Comunicato alla Stampa che qui di seguito riporto:

“Tutti i presenti all’incontro delle due Commissioni Scuola di Comune e Provincia hanno potuto capire che le ipotesi presentate dall’Assessore Cardillo Cardillo sul dimensionamento non erano condivise dalla maggior parte dei rappresentanti politici, alcuni dei quali (forse troppi) sentivano per la prima volta alcune questioni. Questo è davvero scandaloso e vergognoso. Io chiedo maggiori garanzie ed accuso politicamente l’Assessore Cardillo di pressappochismo e superficialità: questo soltanto perché ancora una volta mi rifiuto di credere che dietro tutto questo ci sia una vera e propria manovra: si è sentito parlare di un “SUPERMANAGER” che dovrebbe coordinare un Polo Tecnico che risorgerebbe, dopo essere stato affossato da tutti gli interlocutori, come l’Araba Fenice. C’é più di qualcosa che non torna nei conti: l’ultima é la pretesa, espressa anche ad esponenti istituzionali da alcuni docenti del “Copernico”, che certamente non parlavano a titolo personale, di trasferirsi al più presto nel solo luogo per loro possibile: il “Dagomari”. Questo è inaccettabile ed è una ragione di più per farci continuare a lottare, non tanto per il nostro territorio, quanto veramente (mi sembra retorico ma è così) per la democrazia e la libertà. Comincio ad essere preoccupato davvero, non tanto per le sorti della mia scuola, ma per quel che significa tutta questa faccenda che si va facendo sempre meno chiara. Faccio un appello a tutte le forze sociali, politiche ed economiche di questa città, faccio un appello ai parlamentari, ai sindaci e ai consigli comunali della provincia affinché si mobilitino per evitare questa ingiustizia. Il “Dagomari” non va spostato perché sta bene dove si trova e per mille altre ragioni che in questi mesi abbiamo spiegato. Bisogna cercare alternative possibili: si è fatto troppo poco finora. Ora bisogna cercare di fare qualcosa di più.

Giuseppe Maddaluno

La discussione in Consiglio comunale viene dunque calendarizzata per il 22 dicembre 1998. Nell’imminenza di questa, due Istituti medi superiori della città, quelli maggiormente coinvolti, in modo però ben diverso, intervengono nel dibattito pubblico cittadino. Gli istituti sono il Liceo “Copernico” e l’ITC “Paolo Dagomari”. Al primo è stata destinata la sede del secondo; a quest’ultimo uno spazio molto distante da quello in cui si trova e per giunta estremamente diverso, molto più piccolo ed inadeguato non solo per il legittimo mantenimento dello “stato attuale” ma anche e soprattutto per uno sviluppo della sua offerta formativa.

Molto diverse e significativamente distintive sono le reazioni. Da parte del Liceo “Copernico” c’è un fuoco di fila di tutte le categorie (insegnanti, genitori, studenti) e gli appelli vengono rivolti a tutta una serie di eccellenze amministrative e politiche. Da parte del “Dagomari” l’appello viene inviato “agli operai della Provincia di Prato”, riconosciuti come ex studenti, genitori, parenti dei loro allievi.

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