1 Novembre – IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI – parte 14

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prosegue l’intervento di Antonio Tricomi

Ora, dicevo, nella presentazione di “Trasumanar e organizzar”, Pasolini ad un certo punto parlare dell’autore di quel libro come un autore che oscilla fra accettazione totale e rifiuto totale della letteratura. E’ esattamente l’atteggiamento sadomasochistico che cercavo di descrivervi prima. La gaffe, la forma, il vincolo letterario e le maniere dei maestri sono accettate e disgregate dall’interno. Dovete immaginare in questo senso l’atteggiamento di Pasolini verso l’oggetto e la forma letteraria, come l’atteggiamento di chi guida il congegno estetico, l’oggetto estetico come una prigione provi lentamente a forzare le sbarre della prigione, ma non rade mai al suolo la prigione.

Quando ho definito l’opera di Pasolini come un’opera mancata, Perché io credo che Pasolini non ci abbia dato opere finite e perfette, dovete prendere il giudizio non come un giudizio critico, ma come una definizione intera della cultura. Per opera mancata di Pasolini cioè intendi un’opera che l’autore che non vuole sia finita. Cioè l’opera di un autore Perché proprio Perché oscilla tra accettazione e rifiuto della forma e quindi oscilla di continuo tra tradizionalismo e masochismo verso le norme letterarie, non vuole darci per capirci il capolavoro, l’opera perfettamente finita, l’opera esteticamente finita, invece preferisce darci di nuovo per capirci un’opera a cui è come se mancasse l’ultima verniciatura, come se cioè l’autore in qualche modo si sottraesse all’obbligo che insieme è morale di consegnarla alla propria perfezione. Ancora una volta per l’atteggiamento sadomasochistico verso la letteratura di cui parlavo prima, Perché per Pasolini la letteratura e l’arte sono sempre due cose e mai da sole, ovvero una possibilità di bellezze e di verità e di crescita culturale, ma in quanto secondo lui la cultura e la letteratura sono sempre un contesto borghese, e la cultura e la letteratura sono anche momenti di dominio della classe egemone sulla classe non egemone.

Per cui fare letteratura senza portare i propri testi alla totale perfezione estetica, per Pasolini significa in qualche modo salvare i propri testi dalla possibilità-necessità di essere operazioni di dominio della classe egemone sulla classe non egemone. Quindi il vincolo che trattiene Pasolini qua dalla possibilità di darci il capolavoro, è un vincolo che come vedete è estetico, etico e politico. Ma su questo tornerò praticamente tra due minuti.

Prima dicevo però che in questo senso l’opera di Pasolini va intesa come un’opera mancata, cioè non portata a compimento. Ed ancora il sadomasochismo di cui parlavo prima mi pare possa essere definito come una possibilità di oscillazione tra gesto e maniera dove la gestualità sta dal lato del (parola non comprensibile), il masochismo invece sta dal lato del manierismo. Cosa intendo dire? Ancora una volta se le forme letterarie vanno recuperate, svecchiate e aggredite, la gestualità sarà l’atteggiamento di un autore che appunto Perché non vuole darci opere estetiche finite, tende a ridurre queste opere a proprie performance culturali ed etiche. Cioè in Pasolini c’è sempre una tendenza a fare di un testo, in senso fisico in senso letterario, una sorta di prolungamento del proprio corpo e della propria testa per poter immettere sul mercato delle idee….>>

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