VIAGGIATORI – una serie di racconti – I GIORNI 1972 terza parte

MCM20027
I GIORNI – terza parte

Il capitano in seconda alzava la voce e con lui la signora con cui era in alterco. Alta, slanciata, magra, dai capeli corti biondo-rossicci, gli occhi di una bambina capricciosa, il naso leggermente adunco, protestava per il ritardo in un modo che avrebbe innervosito il più paziente dei marinai.
Era trascorsa circa mezzora dall’orario canonicondi partenza. Di lì a qualche minuto furono accesi i motori, specchietto per le ellodole.
Passò ancora un po’ per partire. Finalmente.
“Come potrò dimenticare tre mesi della mia vita, tremesi meravigliosi vissuti felicemente”. Dimenticati _ Una margherita _ non dimenticati – dimenticati – non dimenticati – dimentic….
“Lei non si preoccupi leinonsipreoccupi leinonsipreoccupi leinonsi….”
Così sembrava dire il motore e mi ricordava un’estate magnifica di qualche anno prima, quando quella frase mi fece da ruffiana.
“Nonsipreoccupinonsipreoccupinonsipreocc..”
Man mano che la riva si allontanava da noi e si avvicinava la sagoma dell’abitato di Gaeta, le montagne dietro Formia apparivano sempre più alte. Una dietro l’altra disposte come a farsi concorrenza in altezza, quasi esseri umani che, arrivando dal montuoso entroterra, siano ansiosi di possedere la vista del mare.
Navi militari, barche di pescatori, battelli, motoscafi.
“Nnsprccpnnsprccpnnsprccpnnsprccpnsprccp….”
Parole mozze , sincopate, veloci sempre più veloci.
“Nsprccpnsprccpnsprccpnsprccpnsprccp….”
Montagne ora più lontane, sempre più annebbiate dall’irradiazione del sole, masse grigie, masse verdi, masse grigio-verdi, brune lontane nell’impalpabile nebbia d’estate. La costa, linea bianca sottile, palazzi senza linee bianchi, non più finestre, non più balconi, non più terrazzi, solo una linea bianca sottile. Da poppa la schiumosa scia d’acqua perdersi in un breve infinito e coll’occhio seguire, man mano e sempre più lontano, una bottiglia vuota galleggiare, dondolare sull’onda e scomparire man mano sempre più lontano a una distanza sempre piùgrande, da poppa. E non la vedi più, né fai a tempo a dire “Mi sembra…” che già è….

fine terza parte