VIAGGIATORI – una serie di racconti – MARE E MONTI terza ed ultima parte

Tre cime

Prima di lasciarsi Filippo guardò negli occhi Giovanna, ragazza gentile e immediatamente simpatica, e scoprì che erano di un nero profondissimo; Giovanna vide un giovane sorridente e timido, impacciato all’inverosimile; disse che sarebbe passato a prenderlo verso sera dopo cena, che gli avrebbe presentato degli amici. La casa di Giovanna distava un centinaio di metri dalla pensione, anche se per Filippo erano tanti e pericolosi, avesse dovuto percorrerli da solo. Quella ragazza gli infondeva fiducia. Filippo però aveva bisogno di comprare degli scarponi; non poteva muoversi in quell’ambiente senza di essi. Ed allora anticiparono di vedersi prima di cena; anzi, visto che c’era, Giovanna lo invitò a cena a casa sua, dove – rassicurò Filippo – c’erano altri due colleghi. Filippo si impegnò a portare il pane cafone che la mamma gli aveva messo in valigia e quel buon salame paesano che a lui piaceva tanto.

Quella notte Filippo dormì sonni tranquilli; aveva chiamato casa ed aveva rassicurato la madre, le aveva raccontato le vicissitudini senza accennare a Giovanna; le aveva detto di avere acquistato degli scarponi, senza coinvolgere la ragazza che lo aveva accompagnato al negozio. Giovanna gli aveva dato una serenità che non pensava di poter raggiungere visto che di punto in bianco si era ritrovato all’interno di una nuova avventura, una tappa importante della sua vita. Quella sera avevano diviso il cibo come si fa in famiglia; Filippo non si sentì solo e Giovanna era stata affettuosa e gentile a farlo sentire davvero come se fosse a casa sua, quella sera. Il cielo era limpido quando Filippo tornò alla pensione. Giovanna gli aveva anche detto che uno dei suoi coinquilini sarebbe andato via fra pochissimi giorni.
Giovanna era indubbiamente attratta da Filippo, dalla sua semplicità, dai suoi toni gentili ed immediatamente familiari; le aveva riportato alla mente un fratello con il quale aveva vissuto gli anni dell’adolescenza e della prima giovinezza e che era morto in un tragico incidente automobilistico. Aveva tratti comuni a Francesco ed uno sciame di ricordi l’aveva riportata a cinque anni prima, la sera prima della tragedia, quando avevano festeggiato il compleanno di un loro amico e si erano divertiti un mondo a scherzare e ridere per le imitazioni che un altro loro compagno faceva di alcuni personaggi del paese. Con tutti quei ricordi tristi e con negli occhi della mente gli occhi e la voce sicura di Filippo, Giovanna si addormentò tranquilla.
Filippo si svegliò presto il mattino dopo. Lo attendevano a colazione giù nella sala da pranzo della pensioncina. Aprì la finestra ed una luce già intensa a quell’ora entrò nella sua stanza. Il cielo era sgombro di nubi. Davanti a lui uno spettacolo che non dimenticherà mai più: le tre Cime di Lavaredo illuminate dal sole risplendono di un colore rosa quasi fluorescente.
Il viaggio comincia.

fine

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