LA LETTERATURA TAMIL A NAPOLI di Alessio Arena – dopo il FESTIVAL annuncio di lettura

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Il pdf del romanzo “La letteratura Tamil a Napoli” mi è pervenuto pochi giorni prima del “Festival della Letteratura nei Campi Flegrei – Libri di mare libri di terra” che si è svolto dal 26 al 28 settembre fra Pozzuoli – Rione Terra, Bacoli – Villa Cerillo, Miseno e Casina Vanvitelliana, Monte di Procida, Cappella e Casale di Cappella. Alessio Arena, giovanissimo cantautore (ne ho raccolto le straordinarie potenzialità ma anche le qualità acquisite) e scrittore (scrive i suoi testi ma ha anche scritto il romanzo di cui fra qualche giorno commenterò le pagine) nato a Napoli nel 1984 è stato presente alla giornata iniziale del Festival e mi sono rammaricato enormemente per non aver potuto sostenerlo (mi darà atto che sono stato zitto del tutto) con un mio commento. Sto recuperando le “forze” dopo la grande fatica e lo faccio nel miglior modo che io conosca: leggendo. Il libro di Alessio Arena edito meritatamente da una casa editrice di primo piano (non ha vinto per un punto il Premio Neri Pozza nell’ottobre del 2013) come è la Neri Pozza, che lo sta sostenendo, è un testo originalissimo, gustosissimo, curiosissimo. Non appena lo termino, dopo la consueta “digestione”, ne scriverò. Per ora, gradite ascoltare Alessio Arena

EPIFANIE – 3

EPIFANIE – 4

Giovanna! Eh sì, Giovanna! “Coccole e carezze eterne…” era il messaggio che ci coinvolse ed il primo incontro si svolse in un contesto “alto” dal punto di vista della Storia e della Cultura. Appena fuori Arezzo in un pomeriggio novembrino di qualche anno fa sulla via Cassia c’è un luogo magico, tranquillo che ispira serenità; frequentato da pochi in un giorno feriale è il più adatto per incontri riservati per scambiare opinioni, passeggiare lungo gli argini dell’Arno che là riceve le acque della Val di Chiana. C’è su quel fiume un ponte, Ponte Buriano, risalente alla metà del XIII secolo, che è lo stesso che appare sullo sfondo a destra dietro la spalla della Gioconda. E c’è un Parco con sentieri. Ed è là che Giovanna, conosciuta su una chat alla quale aveva risposto ed incontrata alla Stazione di Arezzo, volle portarmi; mi parlò di lei e delle vicissitudini coniugali, dell’assenza di figli forse non voluti, dell’apatia del marito e della necessità impellente di nuove emozioni anche solo per far ribattere il cuore. Giovanna profumava intensamente ma di un’essenza che poi mi spiegò aveva lei stessa preparato. Non credo di aver sentito dopo di lei altro intenso flavour nelle persone che ho incontrato. Era una donna modesta ma corporeamente molto forte e ricca e non ne nascondeva le forme. Passeggiammo parlando anche di me e della mia stanchezza coniugale e del bisogno di rivivere emozioni lontane. Se proprio lo volete sapere non era “sesso” quello che cercavo ma una persona con la quale condividere rinnovati turbamenti. In auto ci scambiammo anche dei baci affettuosi rinviando ad altro tempo contatti più diretti; ma fummo ugualmente intercettati da un’auto della Polizia che ci chiese i documenti e dopo averci identificati ci chiese di allontanarci da quel luogo (erano anni nei quali si erano verificati atti terroristici ed il Ponte leonardesco sembrava essere uno degli obiettivi sensibili dal punto di vista culturale). Ritornai con Giovanna verso la Stazione mentre una nebbia fittissima calava. Ho rivisto Giovanna altre volte ed è stato piacevole conoscerla. Ed appunto, come dicevo, una volta l’ho invitata nella tratta Arezzo-Chiusi ad un breve incontro, anche quello pieno di “coccole e carezze eterne”. I miei viaggi nell’ultimo periodo sono diventati più frequenti e ricchi di prospettive anche se il tempo che rimane a quasi settanta anni è molto poco rispetto a quello che mi sta alle spalle.
Gli orizzonti invece di ridursi come capita a chi si affida al destino dolcemente e passivamente per me si sono ampliati. Non osservo, ma agisco e non riesco a stare fermo. E se osservo ed ascolto come quando viaggio ed è il treno (con il quale preferisco spostarmi) a condurmi lo faccio esclusivamente per capire il mondo in cui mi è dato di vivere. In uno degli ultimissimi viaggi di ritorno ho incontrato un signore che ha parlato per circa sei ore ininterrottamente, ma con una grande varietà di argomentazioni interessanti…..