LUX IN FABULA – “Caccia al libro” un’interessante iniziativa nell’area flegrea e partenopea – un contributo di Germana Volpe

Correale e caccia al libro

Caccia al libro librerie

di Germana Volpe

Parte “Caccia al libro”, la nuova iniziativa promossa da Lux in Fabula.
Finalmente è iniziata la tanto attesa “Caccia al LIBRO”, nuovo progetto promosso dall’Associazione culturale “Lux in Fabula” di Claudio Correale, presente sulle Rampe dei Cappuccini al numero civico 5, Pozzuoli (NA) da più di trent’anni.
Si tratta di una vera e propria “Caccia al LIBRO” condotta tra gli scaffali delle biblioteche o delle librerie aderenti all’iniziativa. Diversi i luoghi di cultura sparsi sul territorio flegreo, ma anche partenopeo (biblioteche o librerie sia pubbliche che private) che hanno deciso di supportare la proposta, entusiasmandosi insieme con noi per la realizzazione di una simile idea!
Tra questi la Biblioteca della Stazione Zoologica Anton Dorhn, dove mercoledì 1 ottobre 2014, ha preso vita per la prima volta questa manifestazione. Presso questo importante polo culturale l’evento è stato rivolto prettamente ai bambini delle scuole elementari e medie. Sono state coinvolte per prime tre classi elementari (una III, una IV e una V) della scuola primaria “Emilia Nobile” di Napoli con lo scopo di avvicinare i più piccoli (e perché no, anche i più grandi!) al mondo della lettura, facendoli scoprire e apprezzare quel fascino indescrivibile e senza tempo che solo i libri cartacei sanno avere.
Prima di salire nello spazio bibliotecario adibito ad hoc per la “Caccia al LIBRO”, i bambini hanno potuto visitare l’Acquario della Stazione Zoologica, uno tra i primi acquari pubblici d’Europa, interamente dedicato alla flora e alla fauna del Mediterraneo, rimanendo affascinati di fronte a un simile spettacolo: qui il mondo marino si è dispiegato sotto gli occhi meravigliati dei piccoli che, incuriositi, hanno iniziato a porsi tante domande.
Al terzo piano della Stazione alcuni volontari hanno avuto la possibilità di essere parte attiva di questa nuova avventura, attendendo i bambini delle scolaresche per poi dividere ciascuna classe in due gruppi di una quindicina di ragazzi: il primo è stato coinvolto in divertenti crucipuzzle che ha avuto per tema il mare e i suoi abitanti. Successivamente ogni bambino è stato invitato a scrivere il proprio nome o un pensiero su dei cartoncini colorati a forma di animale marino: squali, meduse, pesci, polpi, stelle marine, delfini, granchi hanno arricchito la parete della sala in cui si è svolta la caccia, dove ad attendere i piccoli sul fondo è stato disposto un grande cartellone, capace di creare un simpatico scenario acquatico anche in superficie. Intanto l’altro gruppo, seguito da Claudia Di Somma, coordinatrice della Biblioteca, ha iniziato la “Caccia al LIBRO”: dapprima i ragazzini hanno dovuto rispondere a dei quesiti, prestando grande attenzione già dal primo indizio, attraverso il quale sono poi scaturiti tutti gli altri rompicapo che hanno portato le squadre a trovare i libri giusti sino a quello contenente il tanto ambito premio.
L’entusiasmo non si è fatto attendere, sia da parte di coloro che hanno coordinato il tutto che le scolaresche che vi hanno preso parte!Per premio ciascun ragazzo ha ricevuto il taumatropio (il cui significato greco è “vedere meraviglie”), con il simpatico e coloratissimo disegno di un pesce da una parte e di una boccia dall’altro: questo simpatico strumento ottico di epoca vittoriana, è stato inventato da Mark Roget nel 1824.Tale gioco consiste nell’illusione ottica creata sulla retina dell’occhio alla vista dei disegni complementari disposti sulle due facce di un disco fatto ruotare velocemente.
Alla fine della caccia è stato consegnato un piccolo pensiero anche alle maestre dei ragazzi, che non dimenticheranno di certo questa innovativa esperienza per i loro alunni. Si è pensato di salutare i bambini mostrando loro un cd, un dvd, un floppy disc e un libro di ben 500 anni: il libro risulta il vincitore tra questi oggetti perché è l’unico capace di sfidare le insidie del tempo, rimanendo consultabile senza mai passar di moda. Sorpresi i ragazzini si sono resi conto dell’importanza delle lettura e hanno capito che leggere un buon libro e conservarlo con cura servirà ad alimentare una memoria a lungo termine, oltre che ad arricchire il loro bagaglio di conoscenze.
Leggere sui volti di tutti i bambini presenti la felicità, ci ha reso sereni ed emozionati! Consapevoli che la cultura e il sapere siano le migliori risorse che esistano, ci auguriamo che le prossime caccie al libro vedano altrettanta vasta partecipazione.
Altri poli aderenti all’iniziativa sono: la Biblioteca del Museo Archeologico Nazionale, Napoli, Piazza Museo 19; la Biblioteca di area Architettura dell’Università Federico II, Palazzo Gravina Napoli, Via Monteoliveto 3; la libreria “Un libro tira l’altro”, Pozzuoli, Corso Garibaldi 3; la Libreria “Cartolibreria 900”, Pozzuoli, Via Gianbattista Pergolesi 38; la Libreria Coop di Centro Commerciale “Quarto Nuovo”, Quarto, Via Masullo 76; la Libreria “Il Fuori orario”, Bagnoli, via Giusso 11; la Mostra d’Oltremare, edificio Cubo d’Oro, nell’ambito dell’iniziativa “Libri liberi in movimento” delle associazioni “Movimento Contaminarte” & “I Ragazzi della Barca di Carta”.
Le date in cui partirà l’iniziativa negli altri centri di cultura su citati sono ancora da definire. Per avere informazioni a riguardo ed essere sempre aggiornati sui prossimi appuntamenti potete diventare fan della pagina facebook “Caccia al LIBRO” gestita dall’Associazione Lux in Fabula che trovate al seguente link:
https://www.facebook.com/pages/Caccia-al-LIBRO/646780992102088?fref=ts

Lux in Fabula caccia

LUX in fabula

commento a CHIEDIMI CHE ORE SONO di Agata Virgilio

001

Perché si scrive? Praticando decine di scrittori, anche molto giovani come Agata Virgilio (ma anche Alessio Arena e Margi De Filpo), comprendo la loro impellente necessità di entrare in contatto con l’esterno da sé perché altri condividano il loro mondo interiore, anche se trasformato, sintetizzato in attimi di vita circostanziati ma arricchiti da un vissuto ricco di contaminazioni pluriculturali attinte all’humus familiare e sociale. Agata Virgilio non si sottrae mai a tutto questo e nella sua “opera prima” (è ovviamente un auspicio verso la “seconda” e la “terza” e poi e poi e poi) “Chiedimi che ore sono”, con un linguaggio personale giovanile pieno di freschezza e spontaneità, ci racconta la sua “formazione” umana in quel comune delicato passaggio dalla fase della infanziapubertà a quella dell’adolescenza. Agata è consapevole della sua dimensione e delle ragioni che la sospingono e già nel secondo capitolo fa dire alla protagonista “Roxana” (“Che nome strano” eh!) “piccola stella splendente”: “La scrittura è la mia salvezza, è la nave che porta in giro la mia anima. A volte si trasforma in una scialuppa che mi raccoglie dal mare in tempesta”. Sottoscrivo (“mi piace”) e condivido. La cultura di Agata è inusuale in una ragazza di 15 anni ma è di certo inserita all’interno di un contesto familiare aperto ai più diversi contributi. Lo si evince anche dall’utilizzo metodico all’inizio di ciascuno dei 16 capitoli del richiamo a testi musicali non proprio contemporanei, sintomo di una conoscenza che va al di là delle “mode”. Agata è una ragazza speciale che non si confonde con la massa, che non si omologa con i suoi coetanei (“Vorrei dedicare questo pensiero” dice Agata nel 10° capitolo “ anche a tutti coloro che per sentirsi accettati dalla massa calpestano tutte le cose importanti che avevano avuto fino a quel momento”) ed è anche in questa sua caratteristica che risiede la profonda difficoltà a confrontarsi con le sue amiche e ad inserirsi in gruppi annullando anche solo in parte la sua personalità. Ecco emergere la necessità di confronti irreali con esseri fantastici (l’altro da sé) o con questo o quel ragazzo di cui ci si infatua provvisoriamente ma che non corrispondono in definitiva agli “ideali” sognati. Agata cammina, odia i mezzi di locomozione (anche la bicicletta), e lo fa essenzialmente per continuare a parlare dentro di sé, astraendosi all’interno del suo mondo così ricco; ed anche questo sottoscrivo e condivido: “Camminando non inquini, vivi a contatto con gli altri ma puoi sempre assentarti, mandando la tua mente altrove….Il vero viaggiatore è quello che non si stanca mai. Puoi correre o camminare, l’importante è non fermarsi.” Il libro di Agata Virgilio “Chiedimi che ore sono” (il titolo si riferisce ad una delle sue particolarità “C’è un’altra cosa che non sopporto: gli orologi da polso”) è scritto in modo agile fresco sintetico non ampolloso e retorico come accade alle solite “opere prime” nelle quali sempre più spesso si intende riversare tutto di tutto. La struttura sintattica permette una lettura rapida ma i contenuti sono alti ed esprimono valori non comuni. La protagonista Roxana è quasi certamente una proiezione di Agata ed è segno di grande maturità far profferire alla prima una forte motivazione per il proprio futuro: “…io sarò qualcosa di più. Certo, avrò molte più difficoltà nella vita sociale, ma almeno sarò la persona che voglio essere e farò quello che voglio fare. Dovrei andare a dormire ma continuo a pensare, a pensare, a pensare! Il pensiero. Che grande capacità. Penso, dunque sono.” Al di là della serietà dei temi che ho riportato da lettore quasi settantenne ma memore di quei particolari turbamenti – diretti ed indiretti – dell’età adolescenziale, il libro è pieno di una lieve ironia che Agata riversa su se stessa e sul mondo che la circonda riuscendo a coglierne sfumature che non sempre sono evidenti a chi non possiede la necessaria sensibilità. Perché scrivere un libro, dunque? Un libro ferma il tempo e lo colloca in un universo una dimensione definitiva ed oggettiva ponendo la “storia” raccontata a disposizione di tutti quelli che la vorranno rivivere, partecipando e condividendo le ansie, le ubbie, le sofferenze e le gioie della protagonista. In bocca al lupo, Agata, ad maiora! Il libro si può trovare su ilmiolibro.it. Ve lo consiglio.