Passeggiata storica a Poggio a Caiano (Po) presso la meravigliosa Villa Medicea Ambra e il colle di Bonistallo

Poggio 1

Avevamo dedicato un post (il 20 settembre u.s.) su questo Blog alla visita alla quel con l’Associazione “ARTUMES” e con Maria Antonia Serafini avevamo partecipato lo scorso 20 settembre. Ne avevamo annunciata un’altra. ECCOLA!

PASSEGGIATA STORICA A POGGIO A CAIANO (Po)
GIORNO 11 OTTOBRE 2014, ORE 15:00

Dopo il successo della passeggiata storica a Comeana l’Associazione Artumes propone un nuovo appuntamento alla scoperta di Poggio a Caiano: un meraviglioso percorso tra le sale della Villa Medicea Ambra, recentemente entrata a far parte del Patrimonio dell’UNESCO. Inoltre l’appuntamento ci porterà in visita anche presso le chiese di Bonistallo alla ricerca della storia del territorio! Ritrovo presso l’ingresso della Villa Medicea, Piazza dei Medici 14, alle ore 15:00. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA entro le ore 12 di giorno 11 ottobre. Per info e prenotazioni: 339 1958024, mail info@artumes.it. L’iniziativa si svolgerà con un minimo di 10 partecipanti, anche in caso di pioggia. Contributo: euro 3 a persona. Vi aspettiamo!

Salve a tutti! Invitiamo coloro che vorrebbero partecipare alla nostra passeggiata storica a Poggio a Caiano (Po) presso la meravigliosa Villa Medicea Ambra e il colle di Bonistallo a contattarci, prenotare o confermare la loro presenza. Per info e prenotazioni: 339 1958024, mail info@artumes.it
Grazie
A presto!

reloaded CAMPI FLEGREI – LA GRANDE BELLEZZA

Festival PozzuoliRione Terra 2casina

il Festival della Letteratura LIBRI DI MARE LIBRI DI TERRA si è svolto con risultati straordinariamente positivi non solo per l’impegno degli organizzatori ( in primo luogo ANGELA SCHIAVONE) ma soprattutto per i luoghi magici nei quali abbiamo potuto operare grazie alle Amministrazioni comunali di Pozzuoli (un grazie a Franco Fumo ed al Sindaco Enzo Figliolia), di Bacoli (un ringraziamento a Flavia Guardascione) e Monte di Procida (un doppio ringraziamento all’Assessore uscente Nunzia Nigro ed alla new entry Maria Castiglia). Ripropongo questo post per chi lo avesse smarrito perchè, scritto l’8 settembre scorso, ha un grande valore ora che sto già preparandomi a ritornare a Pozzuoli per altre iniziative, insieme a “Il Diario del Viaggiatore” e a “Lux in Fabula”

 

LA GRANDE BELLEZZA  di G. M.

ringrazio le amiche e gli amici che mi hanno accolto e quellei che vorranno accogliermi nelle prossime iniziative comuni

ringrazio Claudio Correale per il bel video “Aeris” della sua splendida inestimabile Associazione “Lux in Fabula”

pozzuoli

 

Non è del film che intendo parlare ma dei tantissimi aspetti positivi che ritrovo ogni volta che torno a Napoli e nei miei Campi Flegrei. La “mia” Napoli (ci sono nato nel febbraio del 1947) ed i miei Campi Flegrei (ci sono vissuto fino al 1974 ininterrottamente) sono luoghi “magici” affascinanti e pieni di Storia e di Cultura. In effetti, quando mi dolgo delle attuali condizioni che non sempre contribuiscono a valorizzare questi territori non lo faccio con spirito solo critico. Lo vogliamo chiamare utilizzando termini fiscali come un “tardivo ravvedimento”? diciamo di sì, a patto che non si voglia addossare sulle spalle di chi si è impegnato, si è formato ed ha formato generazioni di allieve ed allievi “extra moenia”, la responsabilità dell’incuria “amministrativa” dei decenni passati anche quelli in cui ero ancora presente in quelle realtà. Nello spostarmi da un posto all’altro ho imparato una lezione che vorrei trasmettere, al di là di sospette aspirazioni personali che vorrei fugare immediatamente: a Feltre ed a Prato le competenze “in fieri”, in formazione”, del sottoscritto e quelle di altre persone “straniere” (“terroni” – a Feltre; “marocchini” a Prato come spesso siamo stati chiamati) sono state accolte e valorizzate come una grande ricchezza aggiunta, un “valore aggiunto”. A Feltre, per raccontarla molto ma molto in breve ho animato culturalmente la città con l’organizzazione di attività cinematografiche (Seminari e Cineforum), fondando anche un Circolo di Cultura Cinematografica; ho operato nella Politica e nel Sociale (Sindacato e Consultori) e, quando sono andato via per trasferirmi in Toscana se la sono davvero presa a male. A Prato ho operato nell’ARCI e nel PCI con tutte le sue “appendici”, fondando nel 1984 il Cinema Terminale d’Essai; ho avuto l’onore di essere Consigliere Comunale e Consigliere Circoscrizionale con delega alla Scuola ed alla Cultura, riuscendo anche ad organizzare momenti significativi dal punto di vista dello Spettacolo (nel corso della mia esperienza comunale ho contribuito in prima persona alla nascita ed allo sviluppo del Teatro Stabile della Toscana, il “Metastasio”. Sono stato Presidente dell’Associazione Film-Video Makers toscani ed ho organizzato tre grandi Rassegne dedicate agli autori giovani della Toscana). Ho realizzato anche alcuni film, soprattutto ma non solo documentari. Negli ultimi anni mi sono occupato della nascita del Partito Democratico ed ho curato gli aspetti culturali di un Circolo politico molto importante del territorio pratese. Per ricordare ed onorare la mia terra ho fondato nel 2008 un’Associazione di Cultura e Politica democratica che ho chiesto (ed ottenuto) di chiamare “Dicearchia 2008”. Ed ora negli ultimi tempi “ritorno a casa” anche se non in modo definitivo, un po’ alla volta.
Quello che ho fatto l’ho certamente prodotto per orgoglio personale; chi mi conosce e mi ha rivisto ha potuto notare che l’attivismo giovanile non si è attenuato e che “una ne faccio e cento ne penso”; chiaramente con l’esperienza diventa più facile elaborare rapidamente dei progetti. Ma è proprio la pratica che poi mi spinge a rallentare senza fermarmi, a riflettere mentre agisco e tutto questo ha solo bisogno che si capisca che poco o nulla si fa da soli ed è necessario da una parte avere una buona compagnia e dall’altra essere disponibili ad insegnare il “mestiere” ad altri, semmai, perché no, giovani.
Ho detto ad amici “sono a disposizione”. L’ho detto con modestia; vorrei non fosse considerata (perché non lo è davvero) falsa. Lo vorrei dire come messer Machiavelli che nella nota lettera XI a Francesco Vettori chiedeva ai Medici (vi risparmio la lezione storica) di poter perlomeno “voltolare un sasso”. Intendeva quel che ho inteso dire io: “sono qua, ho imparato delle cose, poche ma concrete; utilizzatemi! Sono a disposizione!”

aspettando PASSIONE VIGOTRUFFAUT martedì 21 ottobre ore 18.00 a LUX IN FABULA Pozzuoli Rampe Cappuccini 5

Vigo e Truffaut 2

vIGO 1

In una Prefazione a The Great French Films di James R. – Parigi 6 febbraio 1982 Francois Truffaut scriveva:

“La storia del cinema sonoro francese si apre con due grandi film d’avanguardia prodotti da un mecenate, il visconte di Noailles: L’Age d’or” di Bunuel e Dalì, e Le Sang d’un poete di Jean Cocteau. Poi sarà la volta di Jean Vigo; i due film che questo giovane geniale girerà prima della morte prematura all’età di ventinove anni, Zero in condotta e L’Atalante, bastano a fare di lui il più grande regista della storia del cinema francese. sono felice di constatare, ogni volta che viaggio negli Stati Uniti, che l’opera di Jean Vigo, breve ma ispirata, ha una diffusione costante, perlomeno nelle università.”

Vi invitiamo a partecipare

IL 30 OTTOBRE AL LICEO CICOGNINI DI VIA BALDANZI A PRATO ANTONELLO NAVE E GIUSEPPE MADDALUNO INSIEME AD ALLIEVE ED ALLIEVI DEL LICEO PRESENTERANNO “PASSIONE VIGOTRUFFAUT” – NEL POMERIGGIO (attendiamo di conoscere l’orario e ve ne daremo conto)

reloaded – LE DUE PIETRE – da un manoscritto polveroso ritrovato in soffitta

DUE PIETRE 2

Le due pietre
Ti ho portata nella pineta a sentire il mare, non sento parlare nessuno se non il mare ed intanto un desiderio di morte mi assale. La spiaggia è vicina ma noi non la vediamo. Solo il nostro respiro forte, affannoso, la nostra ansia di morte. Non c’è luna stasera, ho desiderio di essere solo e sono ancora con te. La mia debole tempra di uomo mi costringe a ciò. Sono stato a studiare tutto il giorno, ed ora che è scesa la sera mi assale un desiderio immenso di amore, di cose nuove conquistate; ma il tempo mi disprezza e corro ancora da te. Imparo sempre a mie spese, come tutti gli altri viventi, e dimostro una cruda indifferenza. Ripeto le cose che ho rifiutato di ripetere dopo l’ultima volta. Sono scortese come sempre e ripeto ugualmente “Mai più!” tra me e me debolmente. Vorrei sapere cosa mi attende ma non oso ascoltare la risposta. Una strada piena di fossi, la mia vita, la stessa cosa, tante cadute, tanti inciampi ed ogni tanto salire dopo essere discesi. Avresti potuto essere la mia donna, tu, donna di fumo, inconsistente, volatile, senza idee, avresti potuto aiutarmi ed io te, donna, che non sai vivere che per te stessa, che conosci il tuo solo amore, avresti potuto mille altre cose, sovvertire il destino, se Dio lo avesse voluto, far dell’omega l’alfa e dell’alfa l’omega, avresti potuto. Forse fu Dio a non volerlo, ma non ci credo adesso. Saresti capace di farmi trovare di nuovo innamorato, gravido di un nuovo amore, sulla stessa strada dell’antico per poi rifiutare il mio desiderio nel momento più bello. Ben presto conoscerò la mia signora: “Non lagnarti di me, poeta; lascia fare al destino” sembra dire alla mia mente mentre scrivo. Ed ho paura di essere giudice severo di me stesso, presago profeta dei miei destini. Mi sono turbato moltissimo a vederti ed è ormai tanto tempo che non penso che a te senza dire niente, senza far trapelare emozioni, stornandole maliziose indagini della gente, mostrando indifferenza e calma e questo mi fa male.
Ho detto di te tante cose, affermato la mia assoluta indipendenza, ho proclamato ai quattro venti che non ti amo e, pur se questo fosse vero, l’ho detto. Gli occhi mi lacrimano, non di pianot ma di gioia, se sento parlare di te, ho detto che non ti amo e vorrei che fosse vero per sentirmi liberato dal tuo giogo d’amore. Cercare di dimenticare è folle per chi sa che non può. Tornare indietro nel tempo è impossibile, ma in queste condizioni io ci ritorno ad ogni attimo, rivedo ogni cosa e mi arrabbio moltissimo di aver vinto. Ma il mio era un premio di consolazione. Vorrei rifiutare ora questi scritti, perché mi fanno del male e possono sembrare stupidi, ma in fondo, rileggendoli, mi sembrano belli, sinceri e stranamente originali finanche, tanto da lodare te che me ne hai dato l’occasione. Mi fai sentire goffo, impacciato, accanto a te, non sono capace di muovermi senza sentire in me un istintivo intimo rifiuto. Ma ora nella pineta non ci sei tu ed il mio pensiero ti segue. Cosa fai, adesso? Forse studi anche tu, forse scrivi, o forse dormi. Sì, certo, a quest’ora forse dormi. E questa donna che mi sta vicino è ancora sveglia e lo sarà per molto ancora. Sapete scegliere Beatrice tra il diavolo e lei? Questa donna, la vedrò nuda fra poco, pronta per una cerimonia consuetudinaria con molto desiderio, con poco amore. Tu dovresti essere qui al suo posto, rivestita di una corazza luccicante, alta, altissima, irraggiungibile stele lapidaria ed io, uomo di carne con il mio inadatto armamento, girarti intorno a ricercare “da qual man la costa cala”. “Sarebbe meglio per te se tu non fossi come sei, impaziente di conoscere il tuo futuro” come una voce profetica dall’alto del monte mi ha raggiunto, qui, nella sera, mentre da solo respiro l’aria salmastra nella boscaglia, accanto ad un auto piena di un vuoto interiore che mi fa male ogni volta che non ho più voglia d’amare. Ho pensato per un attimo alla morte ed ho voluto metterla alla prova. Ho spinto la mia auto a folle velocità, ma il poliziotto fermo dietro la curva mi ha segnalato l’alt ricordandomi di non essere solo sulla faccia della terra e di avere come gli altri una missione cui dedicarmi, non tutta bella come pretendo ma fatta così come la vita della quale mi lamento. Ho un solo pensiero costante: e se mi amasse anche lei? Come me, anche tu, potresti dire e fare lo stesso, anch’io sono come te, di fumo, incostante, volatile, senza idee precise, amo me stesso più degli altri e perciò rifiuto di sottomettermi, potrei mettere sossopra il mondo far della zeta l’a e dell’a la zeta, se Dio lo volesse. Ti turbi e dissimuli, anche tu, affermando la tua indipendenza, proclamando il tuo non amore. Ed anche io resto duro ed impassibile, nei momenti della tua esaltazione, per ripicca, per un senso di non solidarietà, come una grossa pietra, altissima ed irraggiungibile. Sulle nostre teste arriveranno gli ucceli ad innamorarsi, senza avere paura di essere quelli che sono, senza timore di mostrarsi nudi nell’anima, e cantando diranno tutto quello che vogliono, senza ritrarsi timidi, senza traumi, naturali come essi sono, come l’uomo vorrebbe e non può essere. E noi aspetteremo lì, in silenzio, che l’amico vento ci corroda, ci consumi, ci renda polvere, per rinascere un giorno ancora e dire alla vita “Buongiorno!” e semmai ritrovarsi e dire anche a te “Buongiorno!” e senza più parole, attendere la fine.