30 agosto un post del 30 agosto 2017 – RICOMINCIA L’ANNO SCOLASTICO – ALCUNE PRECISAZIONI DOPO IL MIO POST DI IERI ( vedi 17 agosto per post precedente )

RICOMINCIA L’ANNO SCOLASTICO – ALCUNE PRECISAZIONI DOPO IL MIO POST DI IERI

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RICOMINCIA L’ANNO SCOLASTICO – alcune precisazioni….

Dopo il mio post di ieri su come vorrei che fosse la Scuola in merito ai Programmi ed ai tempi di loro attuazione dovrei precisare alcuni aspetti: 1) la riduzione degli anni da cinque a quattro proposta dalla Ministra Fedeli dovrebbe essere funzionale ad equiparare i percorsi di studio complessivi adeguandoli agli standard europei: ciò dovrebbe avvenire per tutto il resto, però! e mi spiegherò meglio dopo; 2) la ristrutturazione di alcuni Programmi, in particolare quelli che si basano su una loro specifica temporalità cronologica (per comprenderci meglio: Italiano, Storia e Letterature straniere), dovrebbe essere funzionale a creare delle specializzazioni anticipate rispetto all’Università, creando con quest’ultima un raccordo preventivo; 3) la distinzione all’interno del quadro docente tra burocrati (utilizzo il termine come qualifica positiva) ed insegnanti dovrebbe portare ad una valorizzazione delle specificità acquisite creando figure intermedie tra la Dirigenza e la Docenza.

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Parto da quest’ultimo punto – il terzo – per meglio precisare il mio pensiero: con la nuova funzione “burocrate” si eliminerebbero le figure ambigue e spurie di docenti che, proseguendo a svolgere la loro attività, si occupino “anche” degli aspetti organizzativi, accedendo a compensi aggiuntivi molto spesso inadeguati. Allo stesso tempo si risolleverebbero da incombenze burocratiche la gran parte dei docenti “insegnanti”. (Badate bene, la mia non è un’accusa nei confronti di chicchessia: ho detto ieri che “invidio” alcune capacità “professionali” più propriamente organizzative sul piano delle “burocrazie” ma poiché queste ultime “esistono” ed “insistono” sulle attività pedagogiche generali appesantendole trovo importante un intervento specifico nella direzione da me proposta!).

Quanto al secondo punto mi spiego meglio: lo studio di autori lontani da noi come Dante, Petrarca e Boccaccio (sono i tre grandi del Trecento, ma spesso sono accompagnati da altre figure di quel periodo) è estremamente faticoso per una platea generica come quella di un primo anno della seconda fase di studio superiore (c’è chi ha uno specifico interesse e c’è chi ha invece una crisi di rigetto letale verso la Letteratura tout court!): quegli autori parlano di tempi lontani in una lingua che avrebbe bisogno di essere tradotta in linguaggio corrente per poter far apprezzare il “pensiero” espresso. La mia proposta sarebbe quella di parlare di Letteratura come costruzione del “vissuto” personale: una sorta di Laboratorio di scrittura attraverso la lettura del proprio presente, quello che volgarmente oggi sentiamo chiamare “storytelling”. A coloro che apprezzano invece uno studio “storico” della Letteratura offrirei moduli da affidare a personale competente dedicati a periodi e figure tra le più rilevanti a livello internazionale. Per quanto concerne la Storia proverei ad avanzare una proposta “rivoluzionaria”: perché non farla studiare “a ritroso”? Utilizzando le “conseguenze” per recuperare le “cause”?

Sul primo punto intendo rilevare che va benissimo adeguare il nostro “corso di studi superiore” a quelli europei ma senza combinare quel pasticcio che è la proposta Fedeli. Intanto cominciamo con il dire che la scuola in Europa è strutturata in orari scolastici prolungati ma onnicomprensivi dell’impegno dello studente (in parole povere, quando il ragazzo esce da scuola non ha compiti da svolgere a casa, né scritti né orali); inoltre è noto che gli stipendi dei docenti nel resto d’Europa sono molto più alti di quanto non lo siano in Italia.
Ovviamente quel che scrivo è contrassegnato da alcuni limiti: 1) sono (stato) un docente di Materie letterarie in una scuola superiore di secondo grado; 2) sono in pensione; 3) mi occupo di scrittura creativa; 4) odio la burocrazia.

Perdonatemi! ma allo stesso tempo ascoltate quanto dico: il disastro della nostra Scuola italiana lo pagheranno i nostri figli ed i nostri nipoti, ma già adesso i segnali sono molto chiari e rischiamo di avere al Potere una massa di ignoranti delle loro stesse radici, delle ragioni primarie della nostra Storia. Abbiamo il dovere di parlare, anche se questo offenderà qualcuno….


Joshua Madalon