I REGALI DI NATALE – p.3

I REGALI DI NATALE – p.3

Quando si ritorna  dopo poco meno di due anni occorre fare i conti con quel che non avevamo previsto quando, a fine gennaio del 2020, eravamo ripartiti per tornare a Prato, convinti che di lì a poco (o io o Mariella a volte facevamo ritorno da soli) e a più tardi in primavera o a Pasqua e di certo in estate vi saremmo ritornati. In quell’occasione abbiamo controllato le scadenze dei prodotti alimentari (pasta, olio, legumi, pelati, barattoli in vetro o in metallo pieni di contorni)  e dei medicinali ordinari e specifici per le nostre croniche patologie; ed erano tutti con scadenza perlomeno di sei mesi.  Non avevamo sostituito i completi dei letti e addirittura avevamo lasciato i nostri pigiami invernali sotto ciascun cuscino;  eravamo pronti a ritornare. Poi, lo si sa, come è andata. E per questi motivi tra le prime attività c’è la necessità di fare spazio nelle dispense, quelle degli armadietti in cucina e quelle del ripostiglio. In quest’ultimo abbiamo trovato anche tre confezioni intere di acqua minerale ormai scadute da più di un anno. Mentre recuperiamo spazi a favore delle poche nuove derrate alimentari (vi ricordo che lo spazio in auto è stato abbastanza ridotto) scopriamo di avere accumulato un surplus di ogni bene che sarebbe stato necessario ridurre, al netto delle scadenze. Ci si trova ad esempio nel ripostiglio di fronte a molte diverse paia di pantofole, sandali, scarpe; e negli armadi decine di camicie, pantaloni, gonne ormai datate sia per la foggia che per la loro consistenza, mentre nei comò decine di calzini e altro tipo di biancheria intima ci interrogano sul da farsi.                                                                                                                                                                                       Dopo aver aggredito i reparti alimentari che sono realisticamente più urgenti, abbiamo poi proceduto in questo periodo di vacanza a bonificare gli altri settori. Ovviamente il desiderio di mettere a dimora il materiale, poco ma ingombrante, che abbiamo trasportato viene temporaneamente accantonato e procediamo a recuperare contenitori per i materiali che dobbiamo procedere a catalogare ed eliminare (la discussione sul come e quando ci impegna in modo accanito, anche se l’urgenza ci consiglia di rinviare la soluzione).

Ovviamente il compito di condurre in porto l’impresa è tutto sulle nostre spalle; i due giovani, dopo aver messo in ordine le loro cose se ne escono per fare una ricognizione sul territorio. La stanchezza del viaggio non ci impedisce di fare altrettanto, ma rimandiamo la nostra prima spedizione al giorno dopo.

Come in ogni altro luogo ci sono i mercati locali e quindi il giorno dopo, con il sole che è già alto, decidiamo di scendere verso il porto, dove c’è l’imbarcadero per le isole flegree (Procida e Ischia) e decine di barche di pescatori che offrono a prezzi esorbitanti legati al periodo festivo pesci che non sempre possono vantare di essere freschi, anche se al massimo sono prodotti scongelati. Non mancano ovviamente i prodotti “vivi” che tuttavia hanno un costo elevato, accresciuto dalla loro consistenza più o meno idrica. Si tratta in realtà della legge del mercato, non si può pensare ad un dolo vero e proprio, anche se in questo periodo acquistare al dettaglio in assenza di prezzi esposti porta molto spesso ad inganni; e bisogna perlomeno sapere trattare sul prezzo, mostrando di avere competenza, anche quando non la possiedi.

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