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LA RACCOLTA PORTA A PORTA funziona? Direi che la città (di Prato) non se n’è accorta

 

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Girando per la città non si vedono più i cassonetti e le campane collocate in spazi comuni. In effetti dava noia vederli a volte stracolmi e circondati da altri residui “indifferenziati”. Quegli spazi poi diventavano maleodoranti via e via più con l’avanzare della stagione calda.

Sono, questi, ricordi ormai superati. Ora c’è il porta a porta! Siamo nella modernità; non ci sono più luoghi comuni intercondominiali. No, ora ogni condominio ha il suo spazio e con molta frequenza quello spazio ha sostituito in tutto e per tutto i precedenti, distribuendo a tappeto il sudicio.

Se interpellate il servizio pubblico, che qui a Prato si chiama ALIA, vi dirà che devono essere le assemblee condominiali a redarguire i reprobi ed eventualmente stabilire le regole. Bisogna dire tuttavia che, in assenza di un intervento condominiale, dovrebbero essere vigenti le “regole” istituzionali, quelle presenti nelle “Istruzioni” che sono state inviate a ciascun cittadino molto prima che il “porta a porta” fosse avviato.

Come sempre accade, dunque, il cittadino virtuoso è vittima dei cittadini irrispettosi dell’ambiente. Bisognerebbe mettere in atto un’attività pedagogica educativa diffusa sul territorio. Se qualcuno avanza l’obiezione che tali interventi sono stati già prodotti poco prima dell’inizio di quel servizio mi permetto di replicare evidenziando una profonda incapacità da parte dei “docenti”: infatti ho sempre pensato che se gli studenti non raggiungono risultati perlomeno sufficienti (anche se non basta la mera “sufficienza”) la responsabilità sia proprio da addebitare ai docenti.

E non si venga a dire che “è colpa dei cinesi!”. In quota parte certamente sì, ma laddove ci fosse un’adeguata sorveglianza e venissero comminate davvero delle “multe” ( e non isteriche marginali ed estemporanee ripicche) noi davvero saremmo in grado di svolgere una funzione positiva.

Inoltre, in un rapporto più diretto tra Istituzione, servizi e cittadinanza, si creerebbero energie cooperanti sui territori che potrebbero risolvere non soltanto i problemi dei rifiuti, ma anche molti altri, come quelli che si riferiscono alla insicurezza ed alle solitudini.

Joshua Madalon

Continuando a trattar di Politica…dal mio punto di vista!

 

 

 

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Continuando a trattar di Politica…dal mio punto di vista!

I social (e mi riferisco in modo specifico a Facebook) sono una delle cartine di tornasole antropologiche più nette in questi nostri tempi,

Ho impegnato il mio tempo a leggere la nostra realtà, elevando critiche al Partito Democratico indubbiamente nervose, acide, livorose, severe e insopportabili, senza appello possibile. Dicano i miei lettori come le abbiano lette: io assicuro che è stato “per amore”! ho una visione rigida, radicale, manichea: ditelo pure! Ho in ogni caso l’atteggiamento di un figlio o di un padre o un fratello profondamente deluso dagli esiti annunciati nei prodromi inneggianti al neoliberismo rampante, ereditato dal berlusconismo ed acquisito come utile strumento per accaparrarsi parte di elettorato benestante.

Tra le regole della Politica tuttavia funziona molto bene e spesso quella che poi finisce per funzionare anche in altri settori, “a prezzo uguale si acquista l’originale e si scarta la copia, sia essa bella o brutta”.

Tra gli strali che ho lanciato c’è stato quello di “pidiota” e qualcuno se ne è risentito. “Per amore solo per amore” mi sono scusato ed ho scritto un post per spiegarlo. Indubbiamente, spiegarlo significava anche giustificarlo. Ma certo che non immaginavo che, dopo le sortite stizzite a caldo per la sconfitta cocente, alcuni personaggi (non parlo di “gente comune” ma di “dirigenti di primo e secondo livello”) hanno continuato imperterriti a dedicarsi al dileggio delle varie scelte annunciate da parte di quel che non è ancora un Governo (probabilmente lo sarà) senza spendere mai (MAI) una parola sulle ragioni di quella debacle. E’ pur vero che non lo fanno nemmeno gli alti vertici, impegnati prioritariamente a praticare lo stesso sport e nella difesa di una serie di scelte politiche irresponsabili più – forse più e non neanche poco meno – di quelle che oggi in modo caotico e paradossale vanno proponendo M5S e Lega.

Certamente laddove si arrivasse a cogliere il senso più concreto del disastro politico del PD sarebbe definitivamente concluso il percorso del “renzismo”. E gli unici che lo possono fare sarebbero proprio gli elettori ancora iscritti; molto difficile che questo avvenga a breve, molto difficile che la scelta venisse anticipata in Assemblee. L’ultima delle quali, raccontatecela voi del PD come volete, è stata la dimostrazione della “idiozia” permanente che ha colpito tutta la Dirigenza, con una Direzione che ha ancora una volta dimostrato arroganza, modificando d’imperio l’Ordine del giorno (sì, certo, si è votato! Ma come sempre si sapeva che una maggioranza ancorchè ormai ridotta ci sarebbe stata per approvare la proposta). Carissime e carissimi ex compagne e compagni, volete andare avanti così? avete fatto terra bruciata intorno a voi, presupponendo di avere un Potere immenso. Vi troverete le ceneri intorno se non rinsavite. In tutto questo, non continuate a dire che chi dissente è invidioso della capacità di Renzi: sarebbe un’offesa all’intelligenza minima. Molto più di lui, ci fanno specie quelle/i che si sono vendute/i, quelle/i che sono risorte/i. Lo abbiamo detto e scritto, scritto e detto ripetutamente, inascoltate/i.

Personalmente ho sostenuto “dall’esterno” LeU ed ho spiegato le ragioni in altri post. E quando ho visto il risultato ho tirato un sospiro di sollievo. Mi ero impegnato in modo intenso, ma ero quasi più contento di aver ottenuto poco più del 3% piuttosto che quella previsione sognata che andava dal 6 alla doppia cifra%. Beh, chiedetevi perché! E datevela una risposta!

 

Joshua Madalon

 

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PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 7

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PASSEGGIATE FLEGREE 2018 e dintorni – parte 7

Tutto intorno ai nostri percorsi c’è un mondo nascosto sotterraneo che sarebbe molto interessante poter visitare. Napoli ha tesori incommensurabili nel sottosuolo e soprattutto in questa parte della città. La Sanità (Sanitas, ovvero “salute”) ha avuto un ruolo storico per il “popolo”. La nobiltà partenopea risiedeva sostanzialmente all’interno delle mura contrassegnate oggi dalle “porte” di ingresso. Quella da cui eravamo partiti con la guida, dal punto in cui c’era l’appuntamento, è Porta San Gennaro, la più antica delle nove porte di Napoli, anche se purtroppo è forse tra quelle meno conosciute; di certo era molto importante ed il suo nome derivava dal fatto che da qui partiva l’unica strada che conduceva alle Catacombe di San Gennaro; era conosciuta anche come porta del tufo”, perché da lì entravano i grandi blocchi di tufo provenienti dalle cave del vallone della Sanità, delle quali parleremo dopo. Tra le altre porte la più famosa è quella “Capuana” il cui toponimo è indicativo della direzione di uscita verso la città di Capua; per noi studenti liceali ed universitari rimane impressa Port’ Alba, sede di bibliofili e librai, a pochi passi dal Convitto “Vittorio Emanuele II”, dal Conservatorio “San Pietro a Maiella” e dall’Università “Federico II” in via Mezzocannone. Altre porte sono Porta di Costantinopoli, Porta Carbonara, Porta del Carmine, Porta Medina, Porta Nolana e Porta del Santo Spirito. La guida aveva trottato lasciando indietro un po’ di persone; poi per fortuna il caldo e l’ipotesi di dover parlare ancora un po’ la sollecitarono ad un breve break per acquistare una bottiglietta d’acqua. Così il gruppo si ricompose. Proprio di fronte a quel barettino c’era l’ingresso dell’Acquedotto augusteo del Serino. Un’opera fondamentale di origini per l’appunto “augustee” datato 10 d.C. che partiva (in verità continua a farlo) dall’entroterra campano irpino per raggiungere la sede della flotta imperiale romana a Miseno. Era chiuso ma non avevamo in programma la sua visita: sarà per una delle prossime volte!

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Dopo la sosta benefica – non solo per la guida – si riprese la sgroppata fino alla Chiesa di Santa Maria della Sanità, quella che potete ammirare anche nel recente film dei Manetti Brothers, “Ammore e malavita”. La piazza è ampia, quasi ad affermare la volontà del popolo a partecipare alle grandi adunanze di festa e di dolore. Nella torre abita un nobile moderno uomo di fede, Alex Zanotelli, che lì ha deciso di risiedere, in quel territorio così denso di contraddizioni dicotomiche. La costruzione è della fine del XVI secolo ma risiede sopra le Catacombe di San Gaudioso, alle quali si accede dall’interno della Basilica attraverso una cancellata posta sotto il presbiterio della chiesa seicentesca . Il territorio è ricchissimo di ipogei cristiani, grazie anche all’abbondanza di materiale tufaceo che veniva asportato per costruzioni edilizie che mantenessero gli interni delle abitazioni fresche di estate e calde d’inverno. Molto più importanti e non poco distanti vi sono le catacombe dette di San Gennaro.
Straordinari per la loro bellezza sono il pregevole monumentale pulpito ed una rampa barocca che si innalza da due parti verso il presbiterio. Molto suggestiva è la cripta sottostante.

Joshua Madalon

…fine parte 7…continua

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OLTRE LEU – un viaggio nel vicino futuro – seconda parte “RICOSTRUIRE LA SINISTRA”

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OLTRE LEU – un viaggio nel vicino futuro – seconda parte “RICOSTRUIRE LA SINISTRA”

Ricostruire la Sinistra, di fronte alla negazione di molti tra gli elementi fondamentali “rottamati” dalle scelte neoriformiste perpetrate a danno del mondo del Lavoro ed a vantaggio di quello imprenditoriale, pur con la giustificazione che di fronte ad un “padronato” illuminato i vantaggi dei secondi si sarebbero riflessi su quelli dei primi, è stato un obiettivo al quale si sono riferiti in modo disomogeneo le diverse anime che hanno contribuito alla nascita di LeU ed a quella di PaP. Su quest’ultima formazione ho più volte rilevato che non poteva essere un punto di riferimento per me a causa della sua connotazione esclusivamente testimoniale e non governativa. Quest’ultimo termine è per me dirimente nel momento in cui non mi pongo come destinato all’opposizione ma mi prefiggo l’obiettivo di amministrare un territorio partendo dalle sue caratterizzazioni specifiche e non rincorrendo utopie.
In Leu c’erano ed in gran parte permangono obiettivi diversi. Parlo principalmente di quelli non condivisi. E’ assurdo costituire un progetto, che deve essere libero da legami esterni, prefigurando in assoluto anticipo contrattazioni successive con quelle forze politiche dalle quali si è pensato di distinguersi perché non ritenute più rispondenti alle esigenze del mondo che si vuole rappresentare.
In primo luogo ci sono stati i sostenitori dell’idea che ci si dovesse poi confrontare con il Partito Democratico sulla base di un presunto successo elettorale, superando il 6% o addirittura raggiungendo risultati a due cifre in un libro dei sogni che i più avveduti osservatori politici non prendevano in considerazione. L’idea di confrontarsi per poi contrattare quote politiche ed amministrative non piaceva invece ad una parte “maggioritaria” dei soci di LeU, ovverosia tutti quei “militanti” di Sinistra che hanno scelto la strada della rappresentanza politica di quelle idee. Solo apparentemente infatti – contando il numero degli “iscritti” e delle figure “big” – MdP (la formazione che rappresenta nella “sua” maggioranza l’idea che si dovrebbe stringere accordi con il PD, perlomeno con quella parte ancor oggi all’opposizione interna) avrebbe la quota di maggioranza in LeU. Coloro che invece pensano ad una vita autonoma ed indipendente dal PD, allo scopo di aggregare la stragrande maggioranza della Sinistra, sono maggioranza sia tra i sostenitori “attivi” che tra gli elettori.
LeU è stata una lista, all’interno della quale si è voluto sperimentare un percorso. L’esperimento pur utile è stato fallimentare proprio a causa di quell’ambiguità di fondo: “Liberi e Uguali” non aveva un segno distintivo che lo affrancasse dal Partito Democratico, i cui sostenitori non perdevano mai l’occasione di alzare critiche di “tradimento” verso coloro che sostenevano la nuova formazione ed addossavano a costoro tutte le responsabilità del disastro prossimo venturo annunciato ampiamente ed anticipatamente. Ed in particolare erano i soci di MdP destinatari di quegli strali, che aumentavano il discredito popolare di figure che pur avevano fatto la Storia della Sinistra in questo Paese ma che si erano caratterizzati per la profonda antipatia e l’incapacità di creazione empatica.
Ora – di fronte alle prospettive catastrofiche di un non-Governo – è necessario non perdere altro tempo.
Il nostro obiettivo non può che essere quello della ricostruzione della Sinistra, andando “oltre” le formazioni intermedie sperimentali

Joshua Madalon

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OLTRE LEU – un viaggio nel vicino futuro – prima parte

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OLTRE LEU – un viaggio nel vicino futuro – prima parte

Nel corso degli ultimi anni sono giunti progressivamente a maturazione una serie di nodi politici che si erano prodotti all’interno della Sinistra. Il travaglio “storico” della parte mancina del nostro quadro politico ha avuto diverse fasi che non intendo qui ripercorrere. Il mondo è di certo cambiato dagli anni in cui – da giovane – mi sono occupato di Politica. I processi della globalizzazione hanno reso sempre più complessa la comprensione delle modifiche strutturali a chi non possiede elementi di conoscenza, diretta o per lo più indiretta, appropriati.
Il ruolo della Finanza e dell’Economia è diventato sempre più fondamentale nella costruzione di progetti politici per cui, superate le strutture delle ideologie fondamentali del XX secolo, le forze politiche nazionali ed internazionali hanno volto lo sguardo con attenzione maggiore ai processi economici, appiattendosi dietro forme indistinte di pragmatismo. Si è fatto a gara più a costruire alleanze con i numericamente minoritari poteri “forti” finanziari che a rafforzare il rapporto con quella parte maggioritaria della società che continuava a mantenere contatti vitali con il mondo del Lavoro, genericamente inteso.
In questo contesto non c’è stata più distinzione tra l’elitaria e conservativa Destra e la progressista democratica Sinistra.
Il ruolo dei DS e del PD, sbocco con vocazione maggioritaria creato dall’Unione di DS e Margherita, si è evoluto in tale solco, venendo meno agli stessi intenti fondativi segnatamente “democratici” espressi nei documenti (Carta d’intenti e Statuto). Tale deriva si è ulteriormente acuita con l’arrivo ai vertici di quel Partito del giovane Matteo Renzi e dei suoi più stretti collaboratori, il cerchio magico, cui si sono man mano aggiunti ai vari livelli molti altri personaggi che, in una prima fase, non avevano sostenuto la sua ascesa. Contemporaneamente altri ed in diverse fasi si sono posti all’opposizione interna, arrivando – alcuni – anche ad uscire dal Partito, criticando alcune delle scelte governative quali il Job’s Act, la Buona Scuola, l’abolizione dell’Art.18. E’ nato un nuovo Partito, MdP-Art.1, nel quale sono confluiti ex PD ed alcuni fuoriusciti da Sinistra Italiana, nell’atto dello scioglimento di SEL.
A ridosso dell’appuntamento elettorale nazionale del 4 marzo 2018, dopo fasi concitate di contatti e rapporti con varie forze politiche ed associazioni della immensa galassia della Sinistra, si decide di formare una lista con MdP, Sinistra Italiana e Possibile alla quale viene “imposto” il nome di “Liberi e Uguali” ed al quale come primo rappresentante il Presidente del Senato Pietro Grasso. Siamo al 3 dicembre 2017 e mancano solo quattro mesi per le elezioni politiche. Tra le varie forze ed al loro interno non vi è alcun chiaro accordo sugli esiti; il programma è da scrivere, anche se si annunciano frettolose assemblee nazionali da svolgersi contemporaneamente da lì a 15 giorni. Si faticherà non poco ad avere le linee programmatiche ma anche queste sono il frutto di affrettate discussioni che non portano a sintesi condivise. Inevitabilmente ne conseguirà che anche la fase delle candidature sarà caotica e foriera di malumori. Peraltro molti dei candidati non portano ancora il segno distintivo di uno smarcamento reale dal Partito Democratico.
Gli esiti elettorali – di fronte a questo quadro – non possono che essere marginali, anche se indicativi di un trend annunciato.

….fine prima parte…..

Joshua Madalon

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OPPOSIZIONE vs OPPOSIZIONE

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OPPOSIZIONE vs OPPOSIZIONE

Proseguendo riflessioni politiche utili non solo a comprendere i percorsi potenziali politici nazionali ma anche quelli locali, poniamo l’accento sul termine “Opposizione”.
“Opposizione” dicasi con modalità semplificata “posizione opposta”. E’ l’atteggiamento meditato o pregiudiziale di una persona o di un gruppo nei confronti di altra(e) persona(e) o altro(i) gruppo(i). Consiste in una proposta complessiva o specifica su uno o più temi, espressa in modo più o meno alternativo ad altra(e) proposta(e). Di norma è “pregiudiziale” se basata meramente su forme ideologiche precostituite benchè contrapposte. Nihil obstat che vi possano essere interpretazioni molto diverse e lontane tra loro all’interno di contesti solo apparentemente omologhi dal punto di vista ideologico.
La parola “Opposizione” è stata pronunciata in modo netto e ben definito da Matteo Renzi il 6 marzo all’atto del riconoscimento ufficiale del disastro elettorale del quale, insieme ai suoi fedeli sostenitori, si è reso protagonista.
In riferimento a posizioni apparentemente omologhe dal punto di vista ideologico sono qui a rilevare che ben diversa “dovrebbe” essere l’Opposizione da parte di quella lista chiamata “Liberi e Uguali” il cui futuro destino è appeso ad un filo sottilissimo ma che nella campagna elettorale ha espresso posizioni molto critiche sull’operato dei governi Renzi-Gentiloni a guida PD.
Si tratterebbe dunque dell’esplicazione del titolo “OPPOSIZIONE vs OPPOSIZIONE”. Gli interventi sul mondo del Lavoro sviluppati più a sostegno degli interessi dell’imprenditoria, che hanno generato maggiore insicurezza, quelli sulla Scuola che l’hanno ancor più burocratizzata, un’accondiscendenza complessiva favorevole al mondo finanziario sulle questioni relative alla crisi delle banche, alcuni interventi sui temi dell’Immigrazione non sono piaciuti e non possono essere approvati. Ovviamente il Partito Democratico non è in grado di sviluppare un’autocritica su questi interventi ed è per questo motivo sostanzialmente che non sarà possibile alcun rapporto di condivisione tra coloro che si ritrovano all’opposizione nel Governo del Paese e nelle prosssime contese elettorali locali.
Peraltro il “segno” distintivo del “renzismo” ha connotato molte delle linee programmatiche e delle azioni amministrative, ancor più nelle ultime settimane, laddove segnatamente si sta dando dimostrazione di voler “occhieggiare” le Destre, forse nel disperato tentativo locale di agganciare quella parte di elettorato. Mi riferisco al Regolamento per i contributi per l’affitto a famiglie bisognose che fondamentalmente “discrimina” gli stranieri, imponendo loro di presentare una “certificazione che attesti che tutti i componenti del nucleo familiare possiedono o meno alloggi nel loro Paese d’origine”. Questo riferimento alla “certificazione” e non all’autocertificazione genera “discriminazione” evidente laddove il Paese d’origine non fosse in grado di provvedere in merito. Ed è evidente che non si tratta di essere considerati “razzisti” se si dice che vi sono moltissimi Paesi da cui provengono i nostri amici stranieri che non sono organizzati in merito a dati catastali (che dire? Non lo siamo neanche del tutto noi, che ci consideriamo Paese industrializzato!). Ci riferiamo poi anche al “Daspo urbano”, inserito nel Regolamento di Polizia Urbana, approvato pochi giorni fa dal Comune di Prato, che equipara a delinquenti e spacciatori gli homeless e i disturbatori generici della quiete pubblica. D’altronde per tutti ma soprattutto per chi è davvero pericoloso non si prefigurerebbe alcun intervento al di là dell’allontanamento. “Signor delinquente, signor spacciatore, si faccia, per cortesia, più in là!”.

Joshua Madalon

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continuiamo a parlar di Politica – LA SINISTRA FACCIA LA SINISTRA

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LA SINISTRA FACCIA LA SINISTRA

Che lo si faccia o meno, il Governo tra Lega e M5S, davvero poco cambia. O meglio, quel che è cambiato lo era già prima. Prima ancora che si andasse alle urne il 4 marzo. Tutto il resto, compreso il dotto dibattito avviato nella Sinistra, in una parte consistente di essa, ma soprattutto quella ancora legata alle ideologie, è “fuffa, pura autentica fuffa”.
Fa parte dell’amnesia organica, cronica malattia, del popolo italiano, aver dimenticato molto in fretta da dove provengano i mali che hanno aggredito, e vinto, la Sinistra. Si spera non per sempre ma per ora è così! e lo era da tempo ed ha messo in crisi sia la Sinistra cosidetta “radicale” – molto chic ed autoreferenziale anche nelle sue posizioni popolari – sia in quella “riformista” che ha abbracciato il Credo borghese e capitalistico, cercando a sua discolpa parziale giustificazioni inimmaginabili in un contesto razionale. Da una parte c’erano gli epigoni del comunismo che si crogiolavano nelle loro ragioni testimoniali e dall’altra c’era il “sogno” di poter scalare il mondo della Finanza (ricordate “Allora abbiamo anche noi una banca!” di quel bischerone del Fassino!) alla faccia della gente che poi ha subito umiliazioni infinite senza mai avere soddisfazione nel contrasto di “classe”.
Ma già prima di Fassino c’era stato Veltroni che dopo Fassino, con la nascita del PD, era ritornato ai vertici del nuovo Partito, quello Democratico. E già in quegli anni molti di noi viaggiavano nei ranghi dell’opposizione ad una linea di deriva che si era ben connotata, perlomeno a noi che eravamo ancora “giovani”, come ai limiti estremi del riformismo molto più orientata verso il Centro con lo scopo maggioritario di accaparrarsi parti dell’elettorato moderato, anche se considerato illuminato e progressista.
Che quella che si imboccava fosse una strada che dal Centro poi avrebbe portato verso Destra, svuotando di forza e contenuti i luoghi del confronto democratico, lo avevamo detto e ribadito più volte e lo avevano fatto allo stesso tempo compagne e compagni in tante altre parti d’Italia. “E’ cambiato il mondo, non ve ne siete accorti!” dicevano i sostenitori della stella renziana, umiliando e sbeffeggiando l’impegno di tante persone. Dietro questo nuovo “mantra” sguazzavano nell’acqua già putrida quella parte di “politica” che era stata sconfitta dal confronto democratico nelle città e riprendeva vigore approfittando dell’aiuto forse insperato fino ad allora di parti assolutamente estranee, esterne, con posizioni ambigue, lontanissime dal pensiero democratico.
Siamo stati profeti di questo degrado, che non smette di procedere verso un baratro infinito. Non lo abbiamo fatto per ottenere un posizionamento a noi favorevole. Forse “altri”, certamente “altri”, hanno perseguito obiettivi personali; e non ce ne vogliano, non facciano mostra di offendersi in modo ipocrita. Ricoprono, alcuni di loro, posti vantaggiosi; ma è anche colpa loro se “oggi” in alcune città, come quella di Prato, si paventa obiettivamente l’avanzata delle Destre in modo assai diverso da quella del 2009.
Noi umilmente vogliamo riprendere il cammino, ma “A Sinistra”, fuori dal PD, che ancora oggi attraverso la sua “Amministrazione” propone regolamenti che hanno chiaramente un impianto repressivo tipico della peggiore Destra.

Joshua Madalon

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L’ERBA DEL VICINO (giardino) E’ SEMPRE PIU’ VERDE (alta)!

L’ERBA DEL VICINO (giardino) E’ SEMPRE PIU’ VERDE (alta)!

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Tra i tanti problemi evidenziati dalla gente in questi ultimi giorni a Prato c’è – a carico sempre dell’ALIA spa – quello dell’erba (non dell’acqua , come a Venezia) alta.
Ieri ho accennato alla questione rifiuti solidi urbani e loro raccolta portaaporta. Devo aggiungere a quella riflessione opportunamente riferita anche alla questione del taglio dell’erba che gli operatori addetti alla raccolta dei rifuti ed al taglio dell’erba appartengono a cooperative che in modo diretto – o indiretto, con subappalti – hanno vinto gare condotte con la modalità del “massimo ribasso”.
A questi addetti viene corrisposto un compenso orario lesivo della loro dignità, rappresentativo delle “tendenze” cui ci ha abituato il complesso del “Job’s Act” tanto decantato dal Governo Renzi ed ulteriormente difeso dal PD.
E’ insopportabile ulteriormente l’atteggiamento dell’Amministrazione comunale che, facendo approvare il Bilancio, si è vantata di aver ridotto i costi di trasferimento all’ALIA, lasciando tuttavia invariata la spesa a carico dei cittadini contribuenti.

Joshua Madalon

COSI’ VA IL MONDO….C’E’ UNA GRAN CONFUSIONE…

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COSI’ VA IL MONDO….C’E’ UNA GRAN CONFUSIONE…

“Non ci capisco più niente!….”
E’ lunedì 7 maggio 2018. Marietta ascolta i commenti dei giornalisti intorno alle vicende politiche ed alle traversie del nostro Paese senza prospettive….
Giosuè assente, come è d’abitudine, in silenzio. E’ preoccupato così come lo sono in tanti.
“…stamattina al mercato non riuscivo a ritrovare più i banchi degli ambulanti dove di solito mi fermo…è da alcune settimane che c’è una gran confusione…..” riprende Marietta correndo dietro i suoi pensieri….

Joshua Madalon

COSI’ VA IL MONDO….C’E’ UNA GRAN CONFUSIONE…al mercato

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LA CURA DELL’AMBIENTE ED I COMPITI DI CHI AMMINISTRA

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LA CURA DELL’AMBIENTE ED I COMPITI DI CHI AMMINISTRA

Nei giorni scorsi, ma potremmo dire “nei mesi scorsi” anche con alcuni miei interventi su questo Blog, grande attenzione è stata riservata dall’opinione pubblica a Prato – attraverso i mezzi di informazione e segnatamente – di recente – a causa di un “inatteso” disservizio informativo (il differimento a data successiva – ci si riferisce al 1° Maggio – della raccolta porta a porta del materiale plastico ), si è levata la protesta dei cittadini verso il servizio offerto da ALIA spa relativamente alla raccolta “portaaporta”.
Ho potuto verificare in diretta, avendo residenza in questo Comune, che la scelta del portaaporta è stata condotta con eccessiva faciloneria dai vertici di ASMIU (poi divenuta ALIA) che hanno sottovalutato il problema soprattutto dal punto di vista didattico e regolamentare. Peraltro in modo isterico da parte dell’Amministrazione si è risposto alla difficoltà evidenziata dai territori dove è più intensa la presenza della comunità cinese, quella regolare e quella irregolare difficilmente valutabile numericamente. D’altronde non tanto meglio è andata la gestione dei rifiuti in aree dove la maggioranza dei residenti è autoctona. E non è solo riferibile ai casi più recenti come quello su menzionato del 1° Maggio.
Sin dai primi giorni della raccolta nella zona San Paolo abbiamo potuto rilevare – e denunciare ovviamente in senso e modo civile – molte inadempienze, a partire dallo scarso rispetto di quanto espresso a chiare lettere nell’esauriente (con indicazioni anche tradotte in cinese ed arabo) e ricco – di immagini e colori opuscoletto – distribuito ai cittadini. In esso si legge “Esporre sacchi e contenitori fronte strada dalle 21.00 del giorno precedente ed entro le 5.00 del giorno di raccolta”. Per ogni tipo di materiale c’è – in quell’opuscolo – un dettagliato elenco. Nel corso delle prime giornate si è potuto rilevare come in qualche caso venisse apposto un avviso in relazione ad alcuni errori di conferimento. Ad una verifica diretta ci veniva detto che dopo i primi avvisi sarebbero state comminate delle sanzioni. Gli errori sono continuati impunemente e di sanzioni non se ne è vista alcuna!
Proseguendo nella disamina delle problematiche si è potuto verificare che molti cittadini – la maggioranza – hanno utilizzato i contenitori a proprio piacimento, depositando i materiali ogni qualvolta lo ritenessero utile. Anche i condomìni più “virtuosi” hanno cominciato ad avere aspetti di piccole discariche. E questo è avvenuto con l’assenso dei responsabili di ALIA locali che, risponendo a richieste di precisazione in merito alla correttezza del conferimento “quando si vuole”, affermarono che ciascuno poteva deciderlo da sè.
Indubbiamente, tale ragionamento risulta essere diseducativo e l’Amministrazione da cui “indirettamente” dipende la cura ed il decoro dell’ambiente urbano rinuncia a svolgere a tutta evidenza il suo compito. Che – chiariamolo – non può consistere esclusivamente nella repressione, “ultima ratio”; ma deve avere aspetti educativi che possano però corrispondere ad un razionale intervento a sostegno dei contribuenti virtuosi ed operosi.
Negli ultimi giorni vediamo crescere il disordine nella città, ma non ci si può fermare soltanto a ciò che vediamo: dobbiamo sforzarci di andare “oltre”. Quel “disordine” rappresenta la nostra realtà; è il frutto del nostro disimpegno civile, che parte dalla cialtroneria dei dirigenti e degli amministratori e coinvolge la parte più debole della popolazione.

Joshua Madalon

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