reloaded POESIA SOSTANTIVO FEMMINILE – una storia ed un metodo da recuperare

Pubblicato lo scorso 8 luglio e riproposto oggi 1 novembre 2014

 

Questo pomeriggio è passato a trovarmi Pippo Sileci; mi ha portato una copia in dvd di “Capelli”, un film scritto da me insieme ad un gruppo di allievi del Liceo “Copernico” alla fine degli anni Ottanta di cui avevo un master in U-Matic e la mente è andata ai giorni in cui per la prima volta conobbi Pippo come collaboratore di Franco Morbidelli prima al Sindacato di Piazza Mercatale e poi in una struttura autonoma situata in una palazzina proprio alla confluenza fra Viale Montegrappa e Viale Veneto. Franco era (purtroppo “era”) uno straordinario artista ed una persona molto attenta a valorizzare idee e persone che presentassero progetti innovativi nel campo della produzione videocinematografica. In quegli anni mi occupavo con l’ARCI di cinema (ero nel Direttivo regionale dell’UCCA) e stavo seguendo per la rivista del Sindacato “Rassegna Sindacale” una serie di interventi sul tema “Cinema e lavoro” (ci si chiedeva, allora, come mai il Cinema non si occupava più da tempo del mondo del lavoro); di lì a poco mi sarei inoltrato nell’impresa di recuperare sia la pellicola che la protagonista del primo film di Gillo Pontecorvo, “Giovanna”, girato a Prato a metà anni Cinquanta. Ma parleremo di questo e di altre vicende che riguardano quel periodo più in qua; ritorno a Franco Morbidelli, alla memoria del quale alla Circoscrizione Est dedicammo alcune iniziative come il Premio di Pittura e di Grafica. E fu proprio nel tentativo di collegare più iniziative in ricordo di Franco (Musica, Arte e Poesia) che, durante una notte insonne (le idee navigano nelle tenebre), mi venne l’idea di abbinare al Premio Morbidelli uno spazio per la Poesia. Il titolo mi venne di getto, per consuetudine metodologica ma anche per razionale concretezza; ed altrettanto per la grande difficoltà di identificare altrimenti il significato del termine. Per rendere più elevata la partecipazione pensai ad una struttura aperta, escludendo il concorso a premi, che mi sembrava macchinoso e costrittivo, fortemente legato alla soggettività delle giurie, contrario alle forme di espressione libera che dovrebbe essere tipica della parola poetica. Era il 2000, il dicembre del 2000,  e nasceva l’idea di “Poesia Sostantivo Femminile” che avrebbe avuto un grande successo per dodici anni vedendo la partecipazione di centinaia di donne ed uomini che, in occasione dell’8 marzo, inviavano i loro versi avendo un solo vincolo, che se non erano prodotti da donne dovevano ad esse essere dedicati. Con la Poesia donne ed uomini soddisfano l’esigenza di utilizzare registri alti per comunicare i propri sentimenti, le proprie ansie, le proprie inquietudini, i propri valori in una società troppo spesso contrassegnata da ritmi eccessivi, da rapporti difficili e complessi, da una diffusa incomunicabilità, da un confronto sempre più competitivo. E la Poesia è libertà, è la voglia prorompente di affermare i propri desideri, di mettere a nudo i propri sogni, le aspirazioni, di esorcizzare le paure, le angosce esistenziali, tutto quello che altri preferiscono a volte mantenere dentro, comprimendolo ed inaridendosi. Coltivare la poesia, sia per le donne che per gli uomini, significa saper sapientemente innaffiare questa tenera pianticella e farla crescere lentamente dentro di sé fin quando non arriva il momento di metterla a disposizione degli altri, del mondo. Un mondo che se fosse senza poesia sarebbe un deserto invivibile. “Poesia Sostantivo Femminile” ha dunque vissuto 12 edizioni dal 2001 al 2012 ma potrebbe essere nuovamente riproposta nel 2015 se si trovassero dei “volontari” per organizzarla. I costi sono sempre stati molto contenuti e la partecipazione è sempre stata alta sia numericamente che per la qualità. Una delle immagini (quella in evidenza in alto) ripropone la copertina della prima Edizione con una poesia di Giovanna Fravoli, che ce l’aveva portata in Circoscrizione scritta di getto su un foglio “Il tempo è troppo lento per chi soffre troppo breve per chi gioisce troppo lungo per chi aspetta, solo tu luce dei miei occhi solo tu stella luminosa nella notte più buia e tu sei lucente solo tu goccia di pioggia sei nel cielo senza nuvole ….solo tu nel mio cuore amica cara il mio bene per te conserverò” poesia toccante Poesia Sostantivo Femminile Un’altra immagine è riferita alla undicesima Edizione che si svolse al Dopolavoro Ferroviario. La poetessa che legge una delle sue poesie è Leila Falà che venne da Bologna per partecipare alla nostra iniziativa. NUOVE maggio 2011 360 L’ultima rappresenta una scritta che potete vedere venendo da Capalle verso Prato sulla vostra sinistra prima di arrivare ai magazzini di Mondo Convenienza NUOVE maggio 2011 391 LA MIA FIRMA MCM20027