GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – RICORDO DI UN DOLORE – ALTROTEATRO a Prato – OFFICINA GIOVANI martedì 25 novembre ore 20.45

 

 

 

Violenza

 

25 NOVEMBRE – GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE – OFFICINA GIOVANI ORE 20.45  PRATO

Martedì 25 novembre sarà dedicata alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Anche a Prato come in tante altre città, piccole, medie e grandi si svolgeranno iniziative culturali per sensibilizzare soprattutto ma non solo le giovani generazioni e per approfondirne gli aspetti. Organizzato dal Comune di Prato – Assessorato Pari Opportunità ad Officina Giovani alle ore 20.45  l’Associazione Culturale ALTROTEATRO proporrà un suo specifico intervento, recuperando una parte dello spettacolo scritto e diretto lo scorso anno da Antonello Nave ed andato in scena fra il “Metastasio” ed il “Magnolfi”. Si parla di “Ricordo di un dolore – Per Minerva Jones e (molte) altre su testi di Edgar Lee Masters, Maram al-Masri, Claudia Fofi interpretato da Benedetta Tosi, Eugenio Nocciolini, M.Chiara carotenuto – Giulia Risaliti – Alessandra Macaluso – Simona Margheri con l’accompagnamento musicale di Antonio Lombardi – Giancarlo Rossi – Vincenzo santaniello – Francesca Vannucci.

La seconda e la terza parte si avvarrà delle testimonianze prodotte dal Centro Antiviolenza “La Nara”.

La scrittura scenica e la regia sono sempre di Antonello Nave

Minerva Jones è uno dei tanti personaggi presenti nell’ “Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters

I AM Minerva, the village poetess,

Hooted at, jeered at by the Yahoos of the street

For my heavy body, cock-eye, and rolling walk,

And all the more when “Butch” Weldy

Captured me after a brutal hunt.

He left me to my fate with Doctor Meyers;

And I sank into death, growing numb from the feet up,

Like one stepping deeper and deeper into a stream of ice.

Will some one go to the village newspaper,

And gather into a book the verses I wrote?–

I thirsted so for love

I hungered so for life!
Sono Minerva, la poetessa del villaggio,
fischiata, schernita dagli Yahoos della strada
per il mio corpo goffo, l’occhio guercio, il passo barcollante,
e tanto più quando «Butch» Weldy
mi prese dopo una caccia bestiale.
M’abbandonò al mio destino dal dottor Meyers;
e sprofondai nella morte, col gelo che mi saliva dai piedi,
come a chi s’immerga più e più in un fiume di ghiaccio.
C’è qualcuno che vada al giornale,
e raccolga in un libro i versi che scrissi?
Ero così assetata d’amore!
Ero così affamata di vita!

 

Dell’iniziativa si parla anche in un evento Facebook  il cui link è qui sotto riprodotto:

https://www.facebook.com/events/1528819030708679/?fref=ts

 

 

Officina_Giovani_esterno

 

 

Altroteatro

VIAGGIATORI – una serie di racconti – GUGLIELMO IL CONQUISTATORE – parte 3 ed ultima con commento finale!

GUGLIELMO IL CONQUISTATORE – PARTE 3

C’è ad ogni modo una favorevole congiuntura astrale anche se, come spesso capita, in un primo momento non viene riconosciuta. All’inizio dell’ultimo anno il docente di Italiano e Storia che lo ha seguito, quello che lo ha esaminato all’idoneità e che ha voluto fosse inserito nella sua classe, con il quale ha mantenuto un rapporto molto stretto, per effetto di regole contrattuali nuove, è stato sostituito. Ma Guglielmo continua a parlare di tutto con lui; lo insegue nei corridoi della scuola fra un’ora e l’altra; spesso lo cerca negli intervalli per un confronto più serrato. Non ama parlare con i suoi coetanei e non di tutti i docenti si fida; al docente chiede consigli su tutto e su diverse materie, in varie occasioni su come comportarsi in classe; rivela tutte le sue profonde e varie preoccupazioni.
Il professore lo ascolta e lo consiglia ma appare disarmato quando si tratta di problematiche familiari e di rapporti interni alla comunità cinese. E’ sposato da anni e non ha figli. Di Guglielmo ha sempre parlato con la moglie, che lo ha in più di un’occasione pubblica conosciuto e ne stima le ambizioni insolite in tantissimi dei giovani che conosce e che considera oggettivamente solide. Una sera i due coniugi ne parlano e l’idea che hanno è, come tante altre volte, comunemente espressa all’unisono.
Mancano tre mesi all’esame: se il ragazzo avrà bisogno lo ospiteranno. La loro casa non è grande ma c’è sempre stata una stanza per gli ospiti.
Il mattino dopo il docente ne parla anche, ventilandola come ipotesi, al Dirigente scolastico. Guglielmo è maggiorenne e può decidere da solo; meglio comunque sentire sia lui che il padre.
Guglielmo ringrazia questa generosa disponibilità da parte del docente, del “suo” docente, ma intanto è emerso uno spiraglio diverso: la madre ritorna e solo dopo con il padre partirà per la Cina. Questo significa che passeranno almeno ancora quattro cinque mesi.
Tutto bene, dunque. Bisogna adesso impegnarsi in quell’ultima parte dell’anno.
E poi si arriva agli Esami. La prima prova è uno dei terreni più favorevoli per il ragazzo; lui è soddisfatto di come sia andata; molto meno lo è il Commissario esterno che lo valuta poco al di sopra della sufficienza e condiziona su questo giudizio il resto della Commissione. Nella seconda prova c’è il riscatto, positivo e pieno, e così nella terza, anche se non raggiunge il massimo. Guglielmo è depresso; rischia di non raggiungere il massimo ed è incerto che, senza la lode, che ormai è sfumata definitivamente, possa essere ammesso ad Harvard.
E’ teso, nervoso, intrattabile fino al giorno del colloquio. E anche quando lo conclude con i complimenti dei commissari non è affatto tranquillo. Intanto bisogna attendere gli esiti.
100. E’ il voto massimo ma senza la lode. E’ contento; sapeva orami che non avrebbe avuto la lode. Telefona già nell’atrio della scuola davanti ai tabelloni dei risultati ad un suo amico che lavora come interprete al Consolato e gli parla concitato: nessuno comprende cosa dica. Buio in viso, si allontana.
Solo qualche mese dopo Guglielmo scrive al “suo” docente preferito su Facebook: “Sono ad Harvard. Sono stato ammesso grazie ad una clausola inserita in una convenzione internazionale tra diverse ambasciate: una parte della retta verrà pagata dalla Cina, come “prestito d’onore”; al resto penserà una Borsa meno sostanziosa di quanto sperassi erogata da questa Università. Grazie di tutto. Vorrei ricambiare la vostra gentilezza. Non vi dimenticherò”.
“Guglielmo si è sentito italiano e cinese; ora certamente si sentirà anche un po’ americano. E’ un esempio per tanti. Ha detto sempre che vuole diventare una persona importante. Noi tutti glielo auguriamo. Ne abbiamo proprio bisogno. Guglielmo conquisterà il mondo” scrisse il “suo” docente sul suo account di Facebook.

FINE

La storia narrata è in gran parte “vera” – alcuni aspetti sono stati modificati -la storia di Guglielmo dimostra ancora una volta che la determinazione abbinata ad una forte capacità intellettiva serve ad ottenere gli obiettivi che si prefiggono – ed evidenzia anche che molte volte la Scuola (italiana ?) rischia di vanificare i sacrifici di giovani come lui semplicemente perché incapace di valorizzare le eccellenze. Casi come quello di Guglielmo ne ho visti tanti ed in Italia, a causa di un clientelismo, un nepotismo ed una corruzione diffusa negli ambienti universitari vengono troppe volte allontanate le vere competenze a favore di persone il cui valore è di gran lunga dimostrato inferiore.

Caro Renzi, visto che negli ultimi giorni ne parli, non si va all’Estero per piacere ma solo perché in Italia i posti che potrebbero essere assegnati a quei “cervelli” vengono affidati senza criteri “oggettivi” ma semplicemente attraverso una spartizione!