DENTRO IL LOCK DOWN – rassegnazione e assenza di speranza

DENTRO IL LOCK DOWN – rassegnazione e assenza di speranza

Non ho mai avuto desiderio di polemica in questi ultimi mesi; piuttosto c’è stata una sorta di rassegnazione che si è accompagnata però in modo contrastante ad una serie di proposte alternative molto legate ad un realismo concreto, formulato soprattutto in base a verifiche non connotate da forme ideologiche.

Ribadisco che la parola “rassegnazione” ha un sostrato per me insopportabile; non fa parte del mio carattere, del mio DNA. Pur tuttavia è collegata alla impossibilità di avere, in questo momento, ma – purtroppo – non solo in questo, delle speranze verso il futuro . Mi ritrovo a condividere molto tardivamente quel che diceva Pasolini in questa intervista ad Enzo Biagi del 1971.

L’ho scritto, l’ho detto, lo confermo: a questo Governo non c’è alternativa possibile; anche se questo Governo squinternato nella sua palese diversità interna non appare in grado di poter affrontare pienamente la crisi sanitaria e quella economica.

Allo stesso tempo, tuttavia, ho avanzato critiche e rimproveri, assolvendo al compito civile che anche il più piccolo uomo di questo Paese ha il dovere ed il diritto di svolgere. Utilizzo questo Blog a tale scopo.

Ho parlato della Scuola. Ci ho vissuto una vita ed ho conosciuto come è fatta la maggior parte degli edifici; ho anche verso la fine dello scorso millennio ingaggiato battaglie, contenziosi che sto documentando un po’ alla volta, proprio sugli spazi scolastici, sui criteri di sicurezza di questi (in un post scrivevo che in qualche caso venivano “stiracchiati” e adattati “alla bisogna”) e sulla protervia di alcuni amministratori, che seguono criteri incompatibili con la comune ragione. E sulla Scuola ho rilevato molte approssimazioni in questi mesi, molte più di quanto sarebbe stato logico attendersi da un Governo all’interno del quale vi erano “contestatori integralisti” verso il Potere (“Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno” aveva detto il loro Leader tempo addietro) che lasciavano ipotizzare grandi cambiamenti. In realtà quella forma movimentista ha perso nel corso di questi anni, insieme alla forza propulsiva e innovativa, anche la metà dei suoi voti: e quest’ultimo aspetto non è affatto irrilevante; questo Governo è inevitabilmente non più rappresentativo. A poco serve consolarsi con il fatto che l’attuale Presidente del Consiglio abbia ancora un discreto sostegno popolare; quasi certamente fa parte di quella “rassegnazione”, quell’assenza di speranze alternative che caratterizza anche me.

Uno degli atteggiamenti che non mi è piaciuto sin dal primo momento dell’avvento in questo Esecutivo governativo della Ministra Azzolina è quello che emerge dai video qui sotto riprodotti. Non credo di essere colpevole di sessismo, e non voglio esserne sospettato minimamente ma non si può tollerare che un Ministro in carica attacchi in modo così virulente un Ministro che ha appartenuto allo stesso identico Esecutivo.

Mi sono sorpreso di questo atteggiamento e l’ho voluto giustificare per l’inesperienza della Ministra. Ma poi ho capito, abbiamo capito.

Quanto all’insistenza con cui ha chiesto di mantenere aperte le scuole ne parleremo ancora: ma – a chiusura di questo post – voglio dire che non c’era bisogno che lo confermasse il virologo Crisanti: è lapalissiano rendersi conto del grande pericolo di contagio prodotto dalla presenza degli studenti a scuola. Il virus è “invisibile” e contagia in modo anche (direi “soprattutto”) asintomatico. Chi lo accoglie lo veicola già in presenza, quando vi sono comunque masse di individui, e le mascherine diventano un inutile palliativo; poi lo trasporta con sé in giro. D’altronde, il tracciamento è “fallito” ed il virus ha dilagato in lungo e in largo per il Paese.

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