DENTRO IL LOCKDOWN – Le responsabilità I GIOVANI e “VERSO UNA TERZA FASE?” p. prima

Le responsabilità I GIOVANI  e “VERSO UNA TERZA FASE?”

State buoni, se potete! Qualche nota dolente intorno ai “giovani” non posso evitarla. In realtà avevo cercato di passare sopra ad alcune esternazioni che non riesco ad interpretare in modo benevolo, ascrivendole ad una forma di malafede strumentale di tipo ideologico, non necessariamente schierata da una parte ma stranamente “bipartisan”, in quanto si tratta di “giovani” che danno fiato sia alle elucubrazioni della Ministra, da me notoriamente etichettata come “capricciosa”, sia alle posizioni dell’Opposizione di Destra, in primo luogo quelle salviniane. Tuttavia ieri pomeriggio (28 novembre) un servizio della Rai riferito alla scelta “sciagurata” (foriera di sciagure) della Regione Piemonte (non da meno l’altra Regione, la Lombardia, su cui mi esprimerò tra poche righe) che – senza esserne nelle condizioni – sta spingendo ad adottare misure meno stringenti con il cambio di colore da rosso ad arancione, allargava l’analisi su un gruppo di studenti torinesi, ansiosi di voler riprendere le lezioni in presenza, delusi dalla decisione del Presidente Cirio di riaprire molte attività ma non quelle delle scuole superiori.  Sembra che da parte della Presidenza della Regione fosse stata promessa tale riapertura dal 9 dicembre, ma poi è accaduto che alle insistenze governative (lo stesso Conte aveva “sposato” le proposte della sua Ministra) tutte le Regioni hanno opposto molti dubbi sulla effettiva capacità degli Enti Locali a garantire la massima sicurezza nel corso degli spostamenti verso e da scuola di tutti i fruitori del servizio scolastico e  nella stessa “permanenza” negli ambienti scolastici.

Middle school students demonstrate against distance teaching, in front of the Piedmont Region headquarter, in Castello square, Turin, 30 November 2020. ANSA /JESSICA PASQUALON

In diverse occasioni ho sottolineato l’assoluta incapacità “politica” della Azzolina, mettendo in dubbio anche le sue capacità professionali (docente e aspirante Dirigente scolastica), che dovrebbero partire dalla conoscenza delle strutture all’interno delle quali espletarle (un Dirigente è anche responsabile della cura e dell’utilizzazione delle strutture); inoltre una Docente di Storia e Filosofia dovrebbe essere in possesso di capacità analitiche contestualizzate alla realtà dei fatti, non vagheggiare mondi impossibili, come si evince – ahimè! – dalla lettera inviata alla fine di giugno 2020 al “mondo” della  scuola dalla Ministra Lucia Azzolina come accompagnamento alle Linee guida per settembre presentate nel corso di una conferenza stampa con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il cui link riporto qui di seguito.

La brillante lettera della Ministra descrive un “mondo” che non c’era e che non c’è!


Molti sono stati gli errori commessi dai vari membri del Governo, anche se – ho sempre scritto – difficilmente altri al loro posto avrebbero potuto far di meglio. Uno degli aspetti su cui certamente varrà la pena spendere altro tempo è l’impreparazione dei gruppi dirigenti, politici ed ammiistrativi, pubblici e privati che, insieme ai grandi imprenditori storici e rampanti di vecchia e nuova generazione, non sono apparsi in grado di reggere di fronte ai cambiamenti tecnologici di cui possono “oggi” (ma da qualche tempo già) disporre.

Ne dobbiamo parlare, ma è il tempo di attivarsi. Il mondo attuale non appartiene più ai dinosauri ma ai nativi digitali e non si può sopportare oltre misura l’incapacità di adeguamento che passa sopra, sotto e ci sfiora di lato ma non riesce a coinvolgerci