15 maggio – FANTASMI e pratiche magiche – parte 2 (per la parte 1 vedi 17 aprile)

Fantasmi e pratiche magiche – parte 2

Come in qualche modo anticipato nel titolo, ed annunciato in coda al primo blocco, l’elemento comune è la presenza di ectoplasmi. In entrambe hanno importanza i fantasmi. Ne “Il Commissario Ricciardi” il protagonista, che svolge la sua attività a Napoli nella Squadra Mobile della Regia Questura (siamo all’inizio degli anni Trenta in pieno regime fascista),  riceve un sostanziale aiuto dagli spettri delle vittime, presenti sul luogo in cui è avvenuto il delitto, che con una frase rivelano un elemento che abbia la funzione di indirizzare le indagini. Il loro aiuto permane fino a quando non verrà risolto il caso. La capacità del Commissario viene infatti messa a dura prova in uno dei casi, il quarto, dal titolo “Il giorno dei morti”, in quanto il protagonista davanti al corpo esanime di un povero bambino non avverte alcuna presenza extrasensoriale. Bisognerà attendere il finale per capire il motivo di quella “assenza”. Indubbiamente il Commissario è dotato di questo potere sin dalla sua infanzia e la penna del suo creatore, Maurizio De Giovanni, ce lo rivela ne “Il senso del dolore. L’inverno del Commissario Ricciardi”.

Ecco, senza essere un Commissario, credo che anche mio zio avesse questo potere, di “sentire” extrasensoriali. Quanto all’altra serie che vede protagonista Lino Guanciale, il “fantasma” è il vero e proprio protagonista. “La Porta Rossa” è una sorta di “porta da cui passano le anime dei defunti” una volta lasciata la loro vita terrena.  Se andate sul web trovate molti link che trattano questi argomenti con riferimenti “storici” (il termine non è indicativo dal punto di vista scientifico ma è rapportato alle credenze religiose dei vari popoli sin dagli albori delle civiltà) anche se non mancano alcune indicazioni di tipo “scientifico” da parte di alcuni “esperti”, uno dei quali fu Friedrich Jurgenson che sperimentò la “Transcomunicazione strumentale” una tecnica che consentirebbe di captare parole e frasi non provenienti da fonti certe, probabilmente da dimensioni ultraterrene. Ad ogni buon conto ne “La porta rossa” che è opera di un altro prolifico ed efficace autore di romanzi gialli, Carlo Lucarelli, Lino Guanciale interpreta un altro Commissario, Leonardo Cagliostro, della Questura di Trieste. In questo caso il personaggio ha un carattere estroverso molto lontano da quello di Ricciardi, è un giovane irruento il cui passato è contornato da grandi misteri (è un trovatello che viene sostenuto su dal vicequestore Rambelli, che lo tratta come un figlio). In una operazione spontaneamente da lui condotta dopo una segnalazione viene ucciso da un misterioso personaggio.

Da lì in poi per 12 puntate della prima serie ed altrettante della seconda (si annuncia nel finale della ventiquattresima una terza serie) il “fantasma” di Cagliostro (non quello del personaggio “storico” del XVIII° secolo, che pure ha un suo riferimento nella strutturazione narrativa che si dipana per ventiquattro puntate) è protagonista. Ovviamente, ci sono poche persone “vive” che lo vedono, lo incontrano, lo aiutano.

Non mi sarebbe dispiaciuto che tra queste vi fosse stato anche mio zio.

Da cultore delle narrazioni cinematografiche ho trovato di ottima fattura sia le sei puntate del “Commissario Ricciardi” (se ne annunciano a breve altre che dovrebbero risolvere i problemi “sentimentali” del Commissario) sia le ventiquattro de “La porta rossa”.

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