22 maggio – è trascorso già un mese

Un mese. E’ trascorso già un mese. Quella mattina svolgendo le mie attività abbastanza consuete (il caffè, l’accensione del pc, la cernita delle mie quisquilie sul Blog, l’apertura del social che frequento, Facebook) E sì, Facebook! Dove appaiono poi i post delle amiche e degli amici più assidui, quelli maggiormente presenti. Sono abbastanza attento e anche quella mattina ho immediatamente riscontrato un post, che dire “incredibile” per me è davvero solo un eufemismo. Una compagna ed amica di Pozzuoli annunciava un evento davvero pesante, ricordando che nei giorni precedenti ne aveva postati altri. Pina Lama quella mattina alle 7.20 aveva intitolato il suo post “Triste risveglio” e, poi, aveva scritto

Cari amici, l’altro giorno mi ero ripromessa di non dare più notizie di morte, di amici. Da un po’ di tempo sono troppe… Ma stamattina non posso farne a meno.. È morto Vincenzo Aulitto. Mi fermo qua, non posso andare avanti!

Mi sono letteralmente bloccato, sperando ci fosse un’omonimia. Non so se prima di quella mattina avessi mai chiamato Pina; non so neanche come mai, andando a spippolare la rubrica sul cellulare ho trovato il suo numero. E’ stato un attimo. Saranno state le otto, ma forse anche più presto e l’ho chiamata. Sì. Speravo fosse un’omonimia: invece no. Era proprio Enzo, un amico con il quale già negli anni Settanta, lui più giovane di me, avevamo fatto quelle “follie” creative, un po’ azzardate, come quella volta che siamo andati a suonare “gratis” ad un MakP del Magistrale, prendendoci fischi e pernacchie, ma eravamo convinti delle nostre proposte, molto atipiche, anche originali, probabilmente più adatte per una cantina underground che per quelle ragazze e ragazzi che si agitavano ai primi albori della disco music. Poi ero partito, ero via ormai da Pozzuoli, prima per fare il militare poi per il lavoro e avevo abbandonato la pratica dell’arte teatrale (quella musicale non era fatta per me, era semplicemente uno scherzo “per me”, che non sapevo assolutamente nulla di musica). Enzo, no, insieme ad altri amici, come Salvatore De Fraja, aveva continuato ad allenarsi, lui che di musica invece ne capiva.

Non ci siamo mai persi di vista, però, anche perchè per una serie di coincidenze Enzo con Pina vennero ad abitare nello stesso complesso condominiale di Mariella, mia moglie. E, così, ogni volta che tornavo ci si ritrovava, ci scambiavamo i problemi e i percorsi che ciascuno svolgeva, l’Arte, la Musica per lui, per me il Cinema e la Politica. Vincenzo Aulitto, è difficile spiegarlo per i tanti che non lo hanno conosciuto, è stata una persona speciale, straordinaria, ricca di esperienze. Basta scorrere il suo profilo per comprenderlo; amava la Natura e ne faceva un elemento della Sua Arte. Ogni oggetto anche residuale poteva aspirare a diventare espressione artistica; anche per questo camminava molto per sentieri e spiagge, luoghi pubblici ma anche molto segreti. Ed era impegnato civilmente; non aveva bisogno di esprimersi politicamente: quel che faceva era l’espressione del suo Essere. Ne parlo con forme verbali al passato; ma non penso sia possibile dimenticarlo. Per me Enzo è come un fratello (sono stato figlio unico) e lo ricorderò come ricordo i miei genitori e le persone che sono state per me più care e che non mi appaiono più ma esistono ancora.