EPIFANIE – 6

Stagione

EPIFANIE 6

Non penso sia facile spiegare quali siano le motivazioni che mi hanno sollecitato in vari momenti della mia vita ad intraprendere strade di conoscenza diverse da quella “familiare”. Non sono né un moralista a senso inverso né un inguaribile dongiovanni e nemmeno, né nell’apparenza né tanto più nella sostanza, potrebbe celarsi in me una macchina da sesso, tanto per dirla con chiarezza. I messaggi, sinceri, non accennavano mai a particolari prestazioni né ne richiedevo. Ed infatti tutte le storie che ho vissuto sono partite da basi culturali e sulle basi culturali sono durate e su di esse sono terminate senza mai creare scompigli; forse a dire il vero qualcuna di queste storie potrebbe essere in modo davvero atipico ancora in piedi. Suggerirei a tal punto alla mia recente amica psicoterapeuta di attivare (tutto a suo vantaggio) uno studio su di me, considerando anche solo queste riflessioni oggetto di indagine psicologica con tratti di psicanalisi spinta. Accennavo ad una raccolta poetica; credo proprio di poter indurre chi legge in errore: non ho mai approfittato del mio ruolo e le “storie” sono nate quasi al di fuori, appena al di fuori del perimetro organizzativo. La prima di cui ricordo è relativa ad una giovane ragazza, collega di lavoro, di cui scopro alcuni versi su di un foglio volante (un manoscritto si sarebbe detto un tempo; ora non più in uso, anche se io stesso conservo molti appunti con gelosia maniacale, data la mia scarsa rilevanza “letteraria”); avverto profonda curiosità umana e prolungo le frequentazioni anche al di là dell’ambito lavorativo con delle fasi ricche di motivazioni. Di lei conservo ricordi lirici indimenticabili con un addio costruito con parole che da sole hanno rilevanza poetica. Conservo, per l’appunto, tutto nella memoria. Altra vicenda più complessa, più duratura, mi collega ad una figura ambigua per la quale continuo ad avere un affetto sostanzialmente quasi paterno. Mi viene da ripeterlo: l’uomo che ama non può essere accomunato all’uomo che ama ed odia allo stesso tempo; non ci può essere comunanza fra l’uomo che ama e l’uomo che, ritenendosi figura prevalente, tende a sopraffare fisicamente ed intellettualmente la donna. Ho ancora l’idea che occorra superare gli istinti e far operare i sentimenti; e questa idea che non mi ha mai fatto sentire uguale ad altri che sopravvalutano anche le loro fantasie la coltivo ancor più in questa età matura. Dunque, tutto quello che è accaduto che avrei anche potuto non narrare è semplicemente collegato ad una volontà di conoscenza e di approfondimento della conoscenza; e la prevalenza femminile in tutto questo mio modo di essere è il solo elemento, forse, istintivo che mi sospinge. Scopro mondi inesplorati, estremamente e straordinariamente fecondi anche se a volte territorialmente lontani; ho poche amicizie maschili ed a volte, fra queste ultime, preferisco persone che abbiano dentro di sé la doppia essenza. Cerco di continuo di comprendere l’animo umano; ne ho bisogno anche se a volte ho rischiato ( e rischio tuttora ) di non essere compreso. Ciascuna di queste “storie” e forse di quelle che verranno mi ha aperto varchi di conoscenza che non avrei potuto acquisire personalmente; in molti libri troviamo le “storie” di altri personaggi e le possiamo trasportare su noi lettori; ma è tutta un’altra cosa.

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