VIAGGIATORI – una serie di racconti – Mimmo e Roberta (prima parte)

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Il diario

Vi presento una serie di racconti dedicati ai “viaggiatori” (è un omaggio ad Angela Schiavone ed alla sua Associazione “Il Diario del viaggiatore”) Questo è “Mimmo e Roberta” prima parte

La settimana era stata dura; il lavoro per fortuna in quel periodo non mancava e Mimmo aveva anche dovuto fare degli straordinari: occorreva proprio in quel fine settimana provvedere alla spedizione di una commessa in Germania ed anche quel venerdì stava ritornando a casa stanco morto. Roberta lo sapeva: Mimmo l’aveva chiamata per avvertirla del ritardo, e lei c’era abituata. Roberta faceva la cuoca in una Scuola Elementare privata ed i suoi orari erano abbastanza regolari. Aveva imparato a cucinare per i bambini ed era molto apprezzata, tanto che ne aveva fatto un segno distintivo della “scuolina” e qualche famiglia attraverso il tam tam dei genitori iscriveva i suoi figli proprio a quella scuola per la fama di Roberta “cuciniera”. Quella sera aveva preparato un minestrone abbondante di verdure (lo preparava tagliuzzando in pezzettini minuti tantissime verdure: patate, cipolle, carote, sedano, porri, pomodori con l’aggiunta di piselli e fagioli e ci aggiungeva qualche pezzo di prosciutto per insaporirlo) ed uno stufato al vin santo che era venuto la fine del mondo. Mimmo era arrivato e, dopo essersi accertato che tutto – per Roberta – fosse andato bene in quel fine settimana si era introdotto nel vano doccia e vi era rimasto un buon quarto d’ora. Non avevano figli: erano sposati da cinque anni e, con tutto l’impegno possibile, non erano venuti. Era una coppia felice, però; e non si erano fatti mai mancare nulla, grazie anche al lavoro che non era mai scemato e ad una forma di ottimismo che li accompagnava sin da quando si erano incontrati, d’estate, in uno dei campeggi della costa tirrenica.
“Che profumino, Roberta!” le aveva detto, entrando in cucina “sei sempre al top” e le aveva cinto il fianco, abbracciandola e sfiorandole il collo con un bacino mentre accudiva agli ultimi ritocchi gastronomici aggiungendo un leggero spruzzo di vin santo allo stufato e mantenendolo in caldo a fiamma bassa, e già sulla tavola la zuppiera fumava per il caldo minestrone. A Roberta i bacini sul collo la facevano letteralmente impazzire. Abbandonò il mestolo, si girò e baciò con passione Mimmo “Ora però dobbiamo cenare. Non hai appetito? Beh, sembra proprio di sì. No? Vivresti di aria e di baci, tu. Ma dobbiamo anche nutrirci.” Ed a malincuore, ma l’appetito per l’appunto c’era, per il resto ci si poteva pensare dopo, i due si misero a tavola. Lasciamoli là a cibarsi come due piccioncini innamorati e discutere del loro lavoro e delle prospettive per le settimane future.
Mimmo era stato da sempre – e lo era potenzialmente (il lavoro non glielo consentiva agli stessi ritmi di quando era giovane, intendo “single”) ancora – un frequentatore di campeggi ed insieme a Roberta aveva acquistato un camper con il quale di tanto in tanto si spostavano per visitare qualche città d’arte (in Toscana non mancavano) o qualche località di montagna o di mare (ed anche quelle non mancavano affatto).

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