1 settembre – Afghanistan – parte 2 La consapevolezza della (dura) realtà ed una serie di constatazioni anche valide per noi

Afghanistan – parte 2 – La consapevolezza della (dura) realtà ed una serie di constatazioni anche valide per noi

Sarebbe bastato un livello di attenzione un po’ più elevato per far condividere al mondo intero le problematiche più crude che hanno caratterizzato la vita del popolo afgano e farle comprendere. Invece è accaduto proprio che il “mondo” intero sia stato interessato per quasi due anni da un flagello, “inatteso” anche da parte di quelle popolazioni direttamente interessate, in senso attivo e passivo, dalla occupazione ventennale.

A tale proposito, e non per una banale digressione, sarebbe il tempo per avviare una seria e profonda riflessione su quel che ha significato, e va significando, la nostra “clausura”, più o meno forzata, per la pratica della Democrazia partecipativa nelle nostre lande, periferiche e non solo, ma soprattutto le prime. Mi è sorto spesso in questi mesi il dubbio  (ed è molto più di un “dubbio”) che le stesse manifestazioni violente, di tipo politico, verificatesi nel corso di questi mesi (agitazioni a favore della “Libertà” sia da parte di coloro che volevano tenere aperto tutto, sia poi da parte di coloro che si ribellano al condizionamento civico derivante dal Green Pass) siano manovre antilibertarie che hanno lo scopo di far diffondere il contagio e costringere, così, le popolazioni a rimanere più o meno ferme nel loro “guscio”, pronte semmai a venir fuori per un “voto utile” ma solo per quello. “A pensar male spesso si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina” diceva il saggio.

E la digressione lascia aperti tutti i dubbi anche su quel che è avvenuto in Afghanistan, dove la “Democrazia” non ha mai trovato applicazione, visto il livello bassissimo di partecipazione alle competizioni elettorali, che è per noi occidentali la cartina di tornasole che a tutta evidenza non è stata presa in considerazione da molti diplomatici e politici di razza. D’altra parte la stessa poderosa avanzata dei “talebani” ha segnalato che una parte della società afgana, la maggioranza indubbiamente, non aveva alcuna intenzione di resistere: l’Esercito formato da rappresentanti del popolo ha scelto in massa di alzare le mani in modo arrendevole di fronte alla marcia vittoriosa e prorompente di quella parte minoritaria, che aveva assunto ruoli di contrapposizione violenta e terroristica anche negli anni passati, non del tutto diversamente dalla temuta ISIS.

Per portare degli esempi sono a ricordarvi che a fine settembre 2019 in èra pre Covid le elzioni presidenziali si sono svolte sotto la minaccia armata – non dell’ISIS – ma di quei “talebani” che oggi alternano aperture a chiusure in modo confuso, forse ad arte. Quelle minacce non hanno sortito una presa di posizione decisa da parte delle forze che sventolano le bandiere della Democrazia, tanto è che in quella occasione ci furono anche attentati – non da parte degli  jihadisti  dello Stato islamico ma dei “talebani”. La partecipazione fu ridottissima. Come riporta un articolo de “Il Sole 24ore” 28 settembre 2019 a firma di Roberto Bongiorni

https://www.ilsole24ore.com/art/presidenziali-afghanistan-sfida-all-astensione-e-talebani-ACcLidn

“Solo un terzo dei cittadini sono iscritti alle liste elettorali. Nessuna donna candidata, l’incognita jihadista” e in questo articolo egli scrive anche “I motivi per essere pessimisti sono numerosi. I precedenti, peraltro, non depongono certo a favore di chi spera di veder questa martoriata terra avviare un genuino processo di democratizzazione. Finora le elezioni presidenziali sono sempre state la cronaca di un insuccesso annunciato. Macchiate da frodi, brogli, colpi bassi tra i candidati.”

Una felice coincidenza

Oggi 1° settembre i nostri due figli iniziano un percorso “positivo”: la prima entra a far parte della comunità dell’Università Cà Foscari di Venezia con un contratto triennale di ricercatrice; il secondo entra in ruolo nella scuola media superiore dopo aver vinto il concorso di docente di Scienze e tecnologie informatiche. Ad entrambi un “In bocca al lupo!”