22 settembre – una serie di nuovi post – ASCOLTO – Riflessioni “quasi in diretta” – Un viatico per proseguire il cammino fuori dalla pandemìa – 5 (extra parte 1)

una serie di nuovi post – ASCOLTO – Riflessioni “quasi in diretta” – Un viatico per proseguire il cammino fuori dalla pandemìa – 5 (extra parte 1)

Il Blog che curo quotidianamente potrà essere utile a chi vorrà capire quel che accadeva tra la fine del secolo scorso e i primi decenni di questo (posso utilizzare il presente senza supporre che io preveda una mia eternazione, visto che siamo agli inizi del terzo decennio).  Nelle ultime mie sortite ho trattato del tema dell’ “Ascolto” e intendo, con questa odierna, proseguire a parlarne. Proseguendo nella elaborazione del progetto di un un nuovo organismo associativo che si preoccupi di contribuire a migliorare le condizioni della cittadinanza territoriale, abbiamo dato vita ad una riunione nella quale presentare ai partecipanti di un minigruppo acceso sul social whatsapp una prima bozza di “Carta di intenti”. La riunione che si è svolta giovedì 16 settembre ha avuto una funzione ricognitiva, di “Ascolto”. Ed indubbiamente è servita a comprendere che non fosse del tutto chiaro ad alcuni che il processo elaborativo “di vertice” era in corso dallo scorso maggio ed era stato definito con un documento, redatto da Fulvio Barni e datato 31 maggio, il cui testo qui di seguito riporto nella sua prima parte (le altre parti, ivi comprese le mie argomentazioni dl 3 giugno). Il titolo era “L’Agorà di San Paolo” e negli obiettivi riportava gli esiti del dibattito che era stato intenso nelle precedenti settimane.

Premesse 

Negli ultimi mesi la nostra comunità ha subito, come tutto il pianeta, la catastrofe pandemica. Questo ha portato inevitabilmente ad uno sgretolamento dei rapporti tra le varie associazioni e attività presenti sul quartiere e, dopo un iniziale moto di solidarietà, ad un rifugiarsi nell’individualismo, quasi a protezione di quel poco che ad ognuno di noi era rimasto. 

Purtroppo le difficoltà economiche si sono ampliate: le richieste alle parrocchie sono aumentate; i circoli, che in una prima fase hanno rappresentato il luogo della solidarietà, sono stati poi chiusi a loro volta; le piccole attività di quartiere si sono trovate in estrema difficoltà a causa delle chiusure. 

Adesso è necessario recuperare quindi il senso dello stare insieme, di essere comunità, di non lasciarci prendere dal naturale moto verso la protezione individuale ma di alzare la testa verso il bene collettivo che è anche, consequenzialmente, personale. 

Proposta 

Quindi, cosa fare? Questa è la domanda che ci stiamo ponendo da diverso tempo. Infatti il nostro quartiere soffre già da tempo il morbo dell’individualismo che ormai si è talmente radicato in noi che pure chi pensa al bene comune tende a rimanere infilato nelle reti del far per conto proprio. 

Allo stesso tempo però nel nostro quartiere ci sono delle realtà e delle esperienze importanti: circoli, parrocchie, sindacati, associazioni di volontariato, associazioni di commercianti e cittadini, associazioni del terzo settore, realtà sportive e scolastiche, aziende. 

La proposta è quella di unire queste realtà in modo da inserirle in un dialogo permanente, assieme anche a tutti i cittadini che abbiano a cuore il bene comune, per cercare di migliorare il nostro quartiere non solo dal punto di vista infrastrutturale ma soprattutto sociale, culturale, economico ed ecologico.

Dobbiamo creare un incontro, che passi pure da un sano scontro, per poter pensare al quartiere che vogliamo e iniziare ad agire, per quanto si può fare, senza aspettare che dall’alto ci cada qualcosa ma costruendo assieme la San Paolo del futuro. 

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