25 settembre – una serie di nuovi post – ASCOLTO – Riflessioni “quasi in diretta” – Un viatico per proseguire il cammino fuori dalla pandemìa – 8 (extra parte 4)

Non si può tuttavia continuare a rimanere marginali e soli, ma ciò non può non avere un “costo”, da una parte e dall’altra.

Una volta fuori dal Partito per scelta meditata non sono stato mai del tutto fermo. Mi appartiene in modo forte l’esperienza di “Prato in Comune”, che è stato in modo particolare il tenativo più alto di riunire quella parte della Sinistra “fuori” dal Partito Democratico. Esperienza “fallita” ma non fallimentare, in quanto non si è mai avuta la sensazione di aver commesso un errore. Ancora oggi credo che la Sinistra, quella autentica, ma non dogmatica, possa avere una funzione ed un ruolo molto importante non solo in questa città: purtroppo, però, si è limitati soprattutto a causa della esigenza di non scendere in compromessi con “poteri locali” e lobby varie. C’è da chiedersi a che vale la Buona Politica fatta di molte idee buone se per poter emergere debba sporcarsi con accordi che prefigurino una “dazione” in cambio di “concessioni”  (chiamatele se volete “bustarelle”). Ecco perché l’unica via per praticare la Buona Politica è far crescere la partecipazione dal basso. 

Quella che io auspico venga messa in cantiere è un’Associazione contenitore. Una sorta di struttura di “Quartiere” per ravvivare il dibattito partecipativo.                                                                                                                                           La chiamiamo “Agorà” (di San Paolo); e deve essere un luogo dove l’individuo confluisce nella collettività. “Agorà” per me deve, anche se ci fermiamo al “può”, essere un seme; ecco perché quel “di San Paolo” va apposto dal momento in cui anche altrove altre “Agorà” nasceranno. Bisogna costruire palestre della pluralità, dove poter condividere in partenza solo “valori”. 

Ribadisco che non mi interessa lavorare “per” il Partito, la cui forma considero “immodificabile” ed ormai “quasi sterile”. Ho già provocato reazioni quando più di un anno fa affermai che occorreva rifondarlo (voci in tal senso di tanto in tanto emergono dall’interno, ma sono troppo spesso una forma di riposizionamento o poco più); non mi sento di essere duro e scorretto se dico che c’è troppa muffa incrostata, che provoca “panne” nel motore. Manca in quel Partito, che ho fondato più che convintamente (pochi forse tra i “giovani” sanno che sono stato – insieme ad una compagna che è nel mio cuore, Tina Santini, coordinatore del Comitato per il Partito Democratico), manca la capacità di ascoltare al di là delle modalità ipocrite usuali, che di solito coincidono con le campagne elettorali.

In chiusura di questa mia riflessione confermo la stima verso Fulvio, e condivido quello che lui ha scritto presentando la sua idea di “AGORA’”.