I TEMPI SONO CAMBIATI (forse che sì forse che no)

I TEMPI SONO CAMBIATI (forse che sì forse che no)

Non mi dilungherò stamattina a commentare i dati elettorali. Lo lascerò fare a Renzi, che ovviamente ha già detto che la “vittoria” è stata “netta”. Di sicuro è molto chiaro il quadro generale della “non-partecipazione”. La gente è stanca ed è proprio il “rinnovamento” a non emergere. Alla spocchia del centrodestra berlusconiano si è sostituita quella del renzismo, sopportato dalla Destra che guarda sempre più con attenzione a questo “figlio putativo”, insopportabile per la Sinistra vera, che avrebbe bisogno di riaffermare nel segno dell’ “equità” (reale, non solo fatta di “annunci”) i valori fondamentali della sua Storia non contrapposti nella maniera più assoluta a quelli dell’imprenditoria. Il quadro generale delle leggi che vengono proposte mira a mantenere e promuovere l’egemonia del capitalismo, soprattutto quello finanziario. Ci vuole equilibrio, ma in tutta evidenza questo non è l’obiettivo del Governo; anche al più sprovveduto degli osservatori non sfugge lo giubilo delle classi imprenditoriali: come mai? È cambiato il mondo? E come mai i commenti sugli scioperi di oggi non sono diversi da quelli del tempo del Cavaliere? Come mai si gioisce di un risultato elettorale (anche quello del 40,8%) ottenuto sulle macerie politiche dell’astensionismo? I tempi sono cambiati, ma i vizi della Politica, no! Mi tocca dirlo con Berlusconi; ma ormai la gente ci ha fatto il callo alla sua imitazione: “Questo è il “teatrino” della Politica”.

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