UN LUNGO POST SULLA QUESTIONE SANITA’ E SULL’ANNUNCIO DEL NUOVO DISTRETTO DI SAN PAOLO – C’E’ DA FIDARSI?
A Prato, come in molte altre importanti città italiane, il 2019 sarà un anno “elettorale”: si rinnovano tra gli altri i Consigli comunali di Prato e Firenze.
Ho seguito “a latere” ma con attenzione le vicende dello smantellamento del Distretto sanitario di San Paolo, periferia popolare e popolosa Ovest di Prato. Tra le altre questioni, con la chiusura di quello spazio in contemporanea con la chiusura/apertura del vecchio/nuovo Ospedale con i problemi gravi che ciò ha prodotto in termini di servizi, questa parte della città ha subìto un profondo decadimento sociale, al quale non ha corrisposto la giusta attenzione da parte dell’Amministrazione comunale che, solo in queste ore, dovendo prepararsi alla contesa elettorale, lancia un messaggio attraverso l’Assessore ai Servizi Sociali, rassicurando che il Distretto si farà. Fino ad ora gli interventi urbanistici hanno riguardato scelte molto discutibili dal punto di vista dell’impatto sociale (Giovani – Ambiente – Cultura – Urbanistica – Servizi) che non hanno portato miglioramenti.
Siamo a metà giugno 2018: durante l’intera legislatura dal 2014 ad oggi si è discusso ed ora a meno di un anno dalla scadenza elettorale si procede a qualche “annuncio” come quello riportato sui social.
Ormai non bastano i meri annunci: i cittadini sono stanchi di farsi buggerare da politicanti incapaci e non interessati ai reali problemi. Non si fidano più!
Cosa ci comunica l’Assessore Biancalani? Ecco: questo in grassetto è il testo. Di seguito una serie di miei interventi su questo tema, pubblicati sul mio Blog. Sono di certo ripetitivi, ma attestano che su questi temi le persone più attive come Fernando Masciello, appartenevano alla “società civile” e non a forze politiche come qualcuno pretenderebbe di fare a proprio esclusivo vantaggio “elettorale”.
Lo avevamo promesso ai cittadini di San Paolo, ma non solo, dopo la chiusura del vecchio distretto perché non più a norma. E ora ci siamo. Questa mattina è stata firmata la convenzione tra Comune di Prato e Asl per la realizzazione del nuovo distretto socio sanitario. Sorgerà in via Toscanini, sarà ampio tre volte più del vecchio (1500 metri quadri) e comprenderà il centro prelievi, gli ambulatori, il centro salute donna e in servizi per la salute mentale, oltre ai servizi amministrativi (cambio medico e pediatra, dichiarazioni esenzioni e così via). Il prossimo passo è la variante urbanistica in Consiglio comunale mentre andiamo avanti con la progettazione. Luigi Biancalani
11 novembre 2014
SMANTELLIAMO IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE in nome e per conto dell’Austerity
– PRATO DUE ESEMPI LOCALI –
Capita, e sì che capita, che in una certa parte della nostra vita si abbia più bisogno di cure, analisi, medicine e via dicendo, si abbia maggior bisogno della Sanità. E di certo ne hanno ancor più bisogno coloro che non sono vissuti negli agi e nella ricchezza; coloro che hanno tribolato, arrancato nelle loro attività lavorative e si trovano nella parte discendente della loro vita, semmai rinunciando ai costosi mezzi di trasporto personali, con difficoltà progressive nella deambulazione. La società anziana e sempre più povera con la crisi crescente subirà nuovi attacchi alla qualità della sua vita con altri interventi che si assommano a quelli già in atto. Per quel che riguarda la Toscana e Prato utilizzo due esempi concreti sui quali intenderei avere anche sostegni e risposte.
Il primo riguarda ciò che è già in atto e che appare un vero e proprio attacco al Servizio Sanitario Nazionale; non so se quel che accade qui in Toscana avvenga anche altrove, ma capita che per tantissime persone, sia per la mancanza di servizi adeguati sulla diagnostica (soprattutto radiografie, TAC e Risonanza Magnetica) sia per i costi, risulti maggiormente conveniente servirsi di strutture private. In questo modo si profila il depauperamento del SSN ed il conseguente arricchimento dei “privati”.
Il secondo esempio ha caratteristiche locali. A Prato, a breve, il Distretto Sanitario Prato Ovest in via Clementi – San Paolo chiuderà i battenti. Qualcuno potrebbe dire che da pochi mesi a due passi c’è il “nuovo” Ospedale, ma già si sentirebbero opporre la certezza che quella struttura, per ampiezza (si fa per dire; è più piccolo di gran lunga rispetto al “vecchio”) e per competenze esplicate non ha alcuna possibilità di supplire alla operatività del Distretto di via Clementi. Qualcun altro potrebbe dire che gli ambienti di via Clementi sono angusti ed inadatti ad ospitare tali funzioni; bene! se i politici e gli amministratori si fossero guardati meglio intorno si sarebbero accorti che vi sono decine, forse centinaia di capannoni inutilizzati proprio in quell’area e che, dunque, prima di decidere lo smantellamento dei servizi, si attivassero sullo stesso territorio di San Paolo a trovare soluzioni utili per la collettività.
Il territorio di San Paolo e zone limitrofe è abitato densamente da una popolazione anziana e la chiusura del Servizio Sanitario di via Clementi apporterà un ulteriore arretramento della loro “qualità della vita”.
Il Circolo ARCI San Paolo di via Cilea si fa promotore di una raccolta firme a sostegno del “provvisorio” mantenimento dei servizi sanitari di via Clementi in attesa che venga reperito uno spazio più ampio e dignitoso dove espletarlo in futuro.
18 dicembre 2014
Un Paese iniquo perché i loro “leader” sono tendenzialmente iniqui non può essere “riformato”.
La parola “equità” è semplicemente un “boccone avvelenato” offerto al popolo assetato di giustizia. La si prepara come fosse una “torta” per propinarla agli affamati; soprattutto gli ultimi Governi – da Monti a Renzi – hanno utilizzato come arma impropria il timore di interventi “esterni” sull’Economia per andare ad intaccare nel profondo più di quanto sia necessario il “welfare” soprattutto quello della “povera gente” sempre più povera e sempre più affollata (anche la classe media è toccata dalla crisi economica). I detentori della “ricchezza” sono sempre più ricchi; prevale la furbizia della “legalità”, ovverosia la capacità di utilizzare a proprio vantaggio le pieghe delle leggi sempre più costruite a favore dei “potenti” dai loro fedeli servitori. Di fronte agli scandali miliardari che hanno caratterizzato la storia recente e nei quali sono state coinvolte in maniera diretta donne ed uomini che della Politica hanno fatto il loro unico e redditizio “mestiere” si è voluto diffondere l’unico obiettivo di stringere i cordoni della borsa pubblica ma non si è proceduto nel contempo ad una vera e propria moralizzazione. Le forze politiche cui quegli “illustri” esponenti facevano (e fanno) riferimento non hanno per niente avvertito il dovere di operare un reale cambiamento al loro interno ma si sono impegnati fortemente ad intervenire sulla “spesa pubblica” tagliando le risorse ad essa destinate, sostenute in verità in questo loro intento da un’ opinione pubblica passionalmente sospinta nella richiesta di “giustizia ed equità”. Di fatti sta accadendo che gli interventi sulla “spesa pubblica” finiscono per mortificare gli onesti mantenendo inalterata la forza dei disonesti. Ne è prova certa l’intervento sulla Sanità che riducendo gli spazi “pubblici” per la Medicina di base e preventiva incentiva l’intervento “privato” anche per quelle fasce di reddito medio-basse, escludendo del tutto e relegandole verso le agenzie e gli organismi caritatevoli quelle sulla soglia ed oltre della miseria.
E’ quello che accade dappertutto ed un esempio ne è la scelta scellerata della Regione Toscana. In nome della “spending review” si chiudono alcuni Distretti sanitari ed il caso di Prato sollevato da questo BLOG ne è l’esempio. Qui di seguito quello che scrivevo l’11 novembre; subito dopo alcuni cittadini membri di un’Associazione locale ed altri membri del CIRCOLO ARCI di via Cilea si sono impegnati a raccogliere delle firme per una petizione.
LUNEDì 22 alle ore 21.00 presso il Circolo ARCI Borgonuovo in via Lorenzo da Prato ci sarà un’iniziativa dei cittadini per chiedere che la Regione faccia TOTALMENTE marcia indietro.
SMANTELLIAMO IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE in nome e per conto dell’Austerity
– PRATO DUE ESEMPI LOCALI –
Capita, e sì che capita, che in una certa parte della nostra vita si abbia più bisogno di cure, analisi, medicine e via dicendo, si abbia maggior bisogno della Sanità. E di certo ne hanno ancor più bisogno coloro che non sono vissuti negli agi e nella ricchezza; coloro che hanno tribolato, arrancato nelle loro attività lavorative e si trovano nella parte discendente della loro vita, semmai rinunciando ai costosi mezzi di trasporto personali, con difficoltà progressive nella deambulazione. La società anziana e sempre più povera con la crisi crescente subirà nuovi attacchi alla qualità della sua vita con altri interventi che si assommano a quelli già in atto. Per quel che riguarda la Toscana e Prato utilizzo due esempi concreti sui quali intenderei avere anche sostegni e risposte.
Il primo riguarda ciò che è già in atto e che appare un vero e proprio attacco al Servizio Sanitario Nazionale; non so se quel che accade qui in Toscana avvenga anche altrove, ma capita che per tantissime persone, sia per la mancanza di servizi adeguati sulla diagnostica (soprattutto radiografie, TAC e Risonanza Magnetica) sia per i costi, sia maggiormente conveniente servirsi di strutture private. In questo modo si profila il depauperamento del SSN ed il conseguente arricchimento dei “privati”.
Il secondo esempio ha caratteristiche locali. A Prato, a breve, il Distretto Sanitario Prato Ovest in via Clementi – San Paolo chiuderà i battenti. Qualcuno potrebbe dire che da pochi mesi a due passi c’è il “nuovo” Ospedale, ma già si sentirebbero opporre la certezza che quella struttura, per ampiezza (si fa per dire; è più piccolo di gran lunga rispetto al “vecchio”) e per competenze esplicate non ha alcuna possibilità di supplire alla operatività del Distretto di via Clementi. Qualcun altro potrebbe dire che gli ambienti di via Clementi sono angusti ed inadatti ad ospitare tali funzioni; bene! se i politici e gli amministratori si fossero guardati meglio intorno si sarebbero accorti che vi sono decine, forse centinaia di capannoni inutilizzati proprio in quell’area e che, dunque, prima di decidere lo smantellamento dei servizi, si attivassero sullo stesso territorio di San Paolo a trovare soluzioni utili per la collettività.
Il territorio di San Paolo e zone limitrofe è abitato densamente da una popolazione anziana e la chiusura del Servizio Sanitario di via Clementi apporterà un ulteriore arretramento della loro “qualità della vita”.
Il Circolo ARCI San Paolo di via Cilea si fa promotore di una raccolta firme a sostegno del “provvisorio” mantenimento dei servizi sanitari di via Clementi in attesa che venga reperito uno spazio più ampio e dignitoso dove espletarlo in futuro.
19 dicembre 2014
LUNEDI’ 22 ORE 21.00 – al circolo BORGONUOVO di via Lorenzo da Prato i cittadini discutono della ventilata “chiusura” delDISTRETTO SANITARIO di via Clementi
Da questo BLOG è partito in modo ufficiale (nelle strade, nei mercati e negli uffici e nei circoli se ne parlava da tempo) la richiesta di BLOCCARE l’iter scellerato della chiusura del Distretto Sanitario di via Clementi a Prato. Questa scelta sarebbe un colpo mortale ad una realtà demograficamente fitta socialmente sempre più povera e sostanzialmente anziana. Il Circolo ARCI di via Cilea attraverso questo BLOG lanciò l’idea di preparare una petizione, raccogliere firme per evitare questa scelta; si è contestata la motivazione legata all’inidoneità degli ambienti di via Clementi (per i quali l’ASL paga l’affitto), soprattutto perché in quella zona vi sono centinaia di capannoni ed ambienti vari sfitti che potrebbero essere utilizzati per il “trasferimento” della struttura (e non , dunque, per la sua definitiva struttura). Tra l’altro le funzioni del Distretto non verrebbero in alcun modo compensate dal nuovo Ospedale che non è in grado nemmeno di sopperire alle necessità correnti. I membri del Circolo hanno trovato cooperazione in Umberto Valdambrini e la nuova Associazione che si andava appena allora costituendo ed in Cristina Sanzò, consigliera comunale del PD Presidente della Commissione Bilancio che ha preparato e discusso ieri giovedì 18 una sua Interrogazione, ricevendo la disponibilità e l’impegno da parte del Sindaco e dell’Assessore al Sociale per ricercare sul territorio di San Paolo strutture utili ad ospitare il Distretto Sanitario evitandone la chiusura e la conseguente mancanza dei servizi di prevenzione e cura per i cittadini.
6 febbraio 2015
Nella vicenda relativa alla annunciata chiusura del Distretto Sanitario di via Clementi a Prato Ovest (zona San Paolo) si metterà alla prova anche l’Amministrazione comunale, che non può tirarsi fuori dalle responsabilità (è assurdo affermare che “non ci si possa far molto” e che la responsabilità unica sia dell’Azienda Sanitaria). Occorre – forse questo sì – coraggio ed anche le forze politiche come il Partito Democratico forte del consenso ottenuto in recenti competizioni elettorali dovrà mostrare gli attributi, se li possiede; e quando parlo del PD mi riferisco di certo al Sindaco Biffoni ma anche al Segretario Bosi, perché è questa un’altra occasione da non perdere come quella per ora “persa” della vicenda Aeroporto di Firenze-Peretola. I cittadini elettori di San Paolo avranno da riflettere nell’occasione delle prossime tornate elettorali; le scelte politiche regionali volute da Rossi e compagnia bella vanno in controtendenza rispetto all’assunto che chi si occupa di Politica lo faccia per difendere gli interessi “comuni”, anche perché nel caso in oggetto finiranno per avvantaggiarsi solo le strutture “private” che già ora hanno di che festeggiare, visto che anche l’Ospedale NUOVO non è in grado di erogare gli stessi servizi già parecchio limitati di quello VECCHIO. Le stesse promesse di poter utilizzare strutture convenzionate a supporto della riduzione oggettiva dei servizi non sono state mantenute.
I cittadini di una realtà la più popolosa, la più anziana e la più “povera” di Prato non possono veder ridursi il loro già “basso” tenore di vita; è forse il tempo di far sentire la loro voce: c’è una sola unica soluzione!
BLOCCARE LA CHIUSURA E PROVVEDERE A RICERCARE SUL TERRITORIO DI SAN PAOLO UNA STRUTTURA IDONEA AD OSPITARE TUTTI I SERVIZI FINORA EROGATI INCENTIVANDOLI ULTERIORMENTE!!!
31 gennaio 2016
LA QUESTIONE SANITARIA A PRATO: UN (forse maldestro)TENTATIVO DI ALLEGGERIMENTO DELLA TENSIONE NELLA FRAZIONE SAN PAOLO DI PRATO
Lo si sa: quando i cittadini a ragione si agitano il “potere” politico/amministrativo tenta di imbonirli inviando degli autentici “azzeccagarbugli” esperti del gioco delle tre carte allo scopo di alleggerire la tensione contando sulla dabbenaggine e la credulonità degli astanti. A costoro suggerisco di capire il senso partenopeo della frase “ccà nisciuno è fesso” e di un’altra forma verbale anch’essa napoletana “avite sbagliato palazzo”.
E, visto che forse dobbiamo raccontarla, cerchiamo di essere sintetici e chiari!
Da un anno nella frazione San Paolo, una delle più popolose, delle più anziane, delle più povere, delle più multietniche (ma l’ambito territoriale è assai “più” ampio), è stato chiuso il Distretto sanitario. I cittadini prima che lo si chiudesse hanno rappresentato le loro “doleances” chiedendo che non si procedesse prima di reperire alternative, ma il “potere” regionale, sanitario pubblico e privato – ma ben più privato! – ha disatteso tali richieste, promettendo di fronte a vibranti ma civili (e forse è un limite? Vorrei che non lo fosse) proteste soluzioni solo provvisorie in attesa di urgenti soluzioni definitive. Gli impegni anche allora giocati in modo ipocrita e cinico ci sono stati ma dopo un anno non si intravedono altro che “chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere….”. Fino a quando, poi, alcuni cittadini, Fernando Mascello uber alles, si sono organizzati ed hanno deciso di agire, indicendo una Conferenza Stampa ed accusando ASL, Regione Toscana e Comune di Prato di essere inadempienti, soprattutto di fronte a proposte concrete (nel frattempo è stata addirittura trovata la soluzione con una struttura nel cuore di San Paolo ed è stato approntato da tecnici privati un progetto; al quale il Sindaco, che abdica al suo ruolo di “garante” per tutti – pubblico e privato, intendo dire, ha risposto che non può impegnarsi su materie che riguardano l’ASL).
L’altra sera sono apparsi al Circolo ARCI San Paolo, che continua ad essere avamposto a difesa degli interessi comuni, il Direttore della Società della Salute Michele Mezzacappa (Presidente è l’Assessore alla Salute ed alle Politiche sociali dell’attuale Giunta, “ma anche” preposto della Misericordia in palese “conflitto di interesse”, ma in quest’epoca “renziana” chissenefrega!) e il consigliere regionale PD Nicola Ciolini. Mai più come in quest’occasione vale “Timeo Danaos et dona ferentis”, frase di virgiliana scolastica memoria. Gentiluomini pronti ad ascoltare ed a proporre: ho parlato di gioco delle tre carte, ovverosia dell’ambiguità del “parlare politico”. Infatti la proposta allettante è “siamo disponibili, non solo, siamo “disponibilissimi!”; “abbiamo pronto il bando e siamo aperti a due opzioni, una che contrassegniamo con la “A” ed un’altra con la “B”. Che bello! Direste! Che bello, sì, ma… Prima opzione (“A”): reperimento a breve – sei o dodici mesi – di un fabbricato che sia pronto ed a norma; seconda opzione (“B”): utilizzo di uno spazio comunale per costruirvi una struttura “ex novo” con tempi burocratici amministrativi di certo più lunghi. Intanto il “privato” gongola ed accresce i suoi introiti.
In effetti va spiegato che qualsiasi fabbricato preesistente per poter poi essere utilizzato come sede del Distretto avrebbe bisogno di ristrutturazioni e messa a norma onerose – a carico del proprietario, il quale poi lo potrebbe mettere a reddito affittandolo all’ASL lo spazio. Tuttavia tra l’esborso di centinaia di migliaia di euro in pochi mesi ed il rientro con la retta di affitto non vi è alcun guadagno – anzi si tratterebbe di “perdita secca”. Indubbiamente una soluzione ci sarebbe! Basterebbe che gran parte dei lavori di ristrutturazione e messa a norma fossero già a carico dell’ASL; il vantaggio evidente per il pubblico sarebbe che in pochi mesi il territorio avrebbe un Distretto “pubblico” funzionale (prelievi, consultori, guardia medica). L’ipotesi “B” non va bene anche perché è stata ventilata l’ipotesi che il terreno pubblico forse disponibile (ma non esiste ancora neanche la certezza) è al di là della Stazione ferroviaria di Borgonuovo, zona dalla difficile viabilità ed assolutamente fuori mano per la popolazione di San Paolo.
I cittadini di San Paolo non sono dei “polli” e nemmeno dei “trogloditi”. Vi sono molte teste pensanti che non si lasciano turlupinare ed attendono risposte concrete, efficaci e veloci. E non si meraviglino i nostri politici che il Circolo PD sia chiuso per mancanza di adesioni! A proposito, di quale Prato ha parlato il Segretario provinciale PD Bosi a Parma?
Joshua Madalon
– scusandomi per il lungo post –