23 agosto Un progetto per il cinema – Prato 2 gennaio 1984 parte 7 – per la parte 6 vedi 11 agosto

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Un progetto per il cinema – Prato 2 gennaio 1984 – parte 7 – per la parte 6 vedi 11 agosto

Esistono poi alcune sale, dove si proiettano film commerciali detti “per famiglie”, che però niente hanno a che vedere con un approfondimento della storia e della tecnica del cinema. Se, però, si calcolasse una tipica ricerca di mercato la necessità di coprire questa assenza, sulla base di dati facilmente rilevabili dalla frequenza nell’istruzione superiore ed universitaria dei giovani, dall’attività scolastica svolta negli ultimi anni intorno all’arte cinetografica ed affini, dalla frequenza ed afflusso dei giovani pratesi nei locali cinematografici della città e della provincia (in particolare Firenze), dall’interesse che nei quartieri e nei vari Circoli ricreativi e culturali, Case del Popolo ed affini, si mostrasse verso il Cinema e dalla domanda che va omogeneamente aumentando quanto alla conoscenza di quest’arte, si potrebbe avere la netta sensazione che risulta indispensabile – anche se in ritardo – intervenire per ottemperare a questa richiesta complessiva con la creazione di un “Centro” che sia in grado di assolvere a questo compito;
2) Un’ulteriore “assenza” a Prato è data dalla inesistenza di uno studio approfondito sul “corpo vivo” dello spettatore cinematografico: è un’ ”assenza”, la seconda, molto legata alla prima. Abbiamo di fronte, oggi, il problema di dover intervenire in questo settore e non sappiamo, se non in maniera approssimativa e soggettivamente parziale, quali sono le effetive preferenze dello spettatore medio e di quello – il cinefilo – che pure ci interessa più da vicino, non abbiamo valutato quali siano le ragioni – io le giudico frutto di provincialismo – che spingono lo spettatore medio alto ad emigrare temporaneamente nei cinema e cineclub fiorentini, disertando i locali pratesi rei – a loro dire – di programmare in ritardo le prime visioni e di boicottare volontariamente la produzione d’essai: la diserzione in campo cinematografico vale come reato quanto le altre (diserzioni). Ci interesserebbe conoscere la frequenza degli spettatori divisa per giornate e periodi, il passaggio delle pellicole, la durata della tenitura, la qualità ed il genere dei film presentati; sarebbe anche importante affrontare uno studio accurato delle motivazioni che costringono, negli ultimi anni, un numero sempre più alto di apettatori a disertare le sale (pigrizia fisica e mentale, riflusso, prezzo del biglietto, ecc..). Una ricerca utile non si limiterebbe solo a questo, perchè non credo di essere stato completo ed esauriente, ed interesserebbe anche altri gruppi che lavorano nei vari settori dello spettacolo;
3) Manca a Prato un progetto “ideativo e pratico” che affronti, partendo dalla conoscenza di questa realtà, tutta la problematica inerente ad un intervento serio ed incisivo nel settore cinematografico. Finora, mi è parso, sono stati realizzati interventi sporadici, disarticolati e molto settoriali, ai quali comunque mancava l’apporto di un progetto complessivo di analisi, il che ha contribuito a onfondere sempre più le idee anche a chi eventualmente cominciava a chiarirsele, ha frustrato l’entusiasmo di alcuni, ha prodotto un effetto negativo “a catena”, facendo in modo che venissero sovvenzionate spesso realizzazioni sporadiche che, oltre a non possedere un progetto solido alla base – come si diceva dianzi – erano, e sono, semplicemente “avventurismi” ai quali occorrerebbe negare qualsiasi consenso politico culturale.

Fine parte 7

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