5 novembre – Pasolini – otto canzoni scritte per lui e…da lui

Nel ricordo di Pier Paolo Pasolini, oggi pubblico alcune canzoni dedicate a lui e….in qualche caso, scritte da lui.


I ragazzi giù nel campo
Non si curano del tempo
Ma si buttano dentro i fiumi
Per pescare la croce premio
I ragazzi giù nel campo
Dan la caccia ad un pazzo
Poi lo strozzano con le mani
E lo bruciano in riva al mare.
Vieni figlia della Luna
Della stella mattutina
Che regala a questi ragazzi
Le carezze del gran cielo!
I ragazzi giù nel campo
Dan la caccia ai borghesi
Tagliano a pezzi
A pezzi le teste
Dei nemici e dei fedeli
I ragazzi giù nel campo
Colgono rami e rosmarino
E camuffano buche e pozzi
Per acciuffare le ragazze
I ragazzi giù nel campo
Dan la caccia ad un ricco
Gli fan togliere i denti d’oro
E li portano al mercato.
Vieni figlia della Luna
Della stella mattutina
Che regala a questi ragazzi
Le carezze del gran cielo!
I ragazzi giù nel campo
Non possegono memoria
Perciò vendono gli antenati
Poi son presi da tristezza.

Oggi è Domenica, domani si muore

Oggi è Domenica,
domani si muore,
oggi mi vesto
di seta e d’amore.

Oggi è Domenica,
pei prati con freschi piedi
saltano i fanciulli
leggeri negli scarpetti.

Cantando al mio specchio,
cantando mi pettino.
Ride nel mio occhio
il Diavolo peccatore.

Suonate, mie campane,
cacciatelo indietro!
“Suoniamo, ma tu cosa guardi
cantando nei tuoi prati?”

Guardo il sole
di morte estati,
guardo la pioggia,
le foglie, i grilli.

Guardo il mio corpo
di quando ero fanciullo,
le tristi Domeniche,
il vivere perduto.

“Oggi ti vestono
la seta e l’amore,
oggi è Domenica,
domani si muore”.

Irata

Consorzio Suonatori Indipendenti

Incombere umorale degli affetti del sangue
Incombere umorale delle idee delle istanze
Insolente promessa sciocca, vacua, solenne
Di bastare a sé Non tornerò mai dov’ero già
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov’ero già Incombere umorale delle idee delle istanze
Incombere umorale degli affetti del sangue
Potessi dirti quello che nemmeno posso scriverti
Esiterei nel farlo Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d’amore Non tornerò mai dov’ero già
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai a prima, mai
Non tornerò mai dov’ero già Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di seta e candore
Oggi è domenica, domani si muore
Oggi mi vesto di rosso e d’amore Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento
Per un’irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento
Per un’irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento
Per un’irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento
Per un’irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento
Per un’irata sensazione di peggioramento
Di cui non so parlare né so fare domande
Di cui non so parlare né so fare domande Ad onta di ogni strenua decisione o voto contrario
Mi trovo imbarazzato, sorpreso, ferito
Per un’irata sensazione di peggioramento

Una storia sbagliata

Fabrizio De André È una storia da dimenticare
È una storia da non raccontare
È una storia un po’ complicata
È una storia sbagliata
Cominciò con la luna sul posto
E finì con un fiume di inchiostro
È una storia un poco scontata
È una storia sbagliata Storia diversa per gente normale
Storia comune per gente speciale
Cos’altro vi serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite
Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite È una storia di periferia
È una storia da una botta e via
È una storia sconclusionata
Una storia sbagliata
Una spiaggia ai piedi del letto
Stazione Termini ai piedi del cuore
Una notte un po’ concitata
Una notte sbagliata Notte diversa per gente normale
Notte comune per gente speciale
Cos’altro ti serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite
Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite È una storia vestita di nero
È una storia da basso impero
È una storia mica male insabbiata
È una storia sbagliata
È una storia da carabinieri
È una storia per parrucchieri
È una storia un po’ sputtanata
O è una storia sbagliata Storia diversa per gente normale
Storia comune per gente speciale
Cos’altro ti serve da queste vite?
Ora che il cielo al centro le ha colpite
Ora che il cielo ai bordi le ha scolpite Per il segno che ci è rimasto
Non ripeterci quanto ti spiace
Non ci chiedere più com’è andata
Tanto lo sai che è una storia sbagliata
Tanto lo sai che è una storia sbagliata

A Pa’

Francesco De Gregori

Non mi ricordo se c’era luna
E né che occhi aveva il ragazzo
Ma mi ricordo quel sapore in gola
E l’odore del mare come uno schiaffo A Pà
A Pà E c’era Roma così lontana
E c’era Roma così vicina
E c’era quella luce che ti chiama
Come una stella mattutina A pà A pà Tutto passa, il resto va E voglio vivere come i gigli nei campi
E come gli uccelli nel cielo campare
E voglio vivere come i gigli nei campi
E sopra i gigli nei campi volare

L’alba dei tram

Remo AnzovinoMauro Ermanno Giovanardi Case e periferia
Fumo che non va via
Copre ogni voglia che ho
Di rialzarmi e andar giù Facce in attesa di un tram
Lunghe
Quanto la notte che ormai
Non c’è più Son donne appese a finestre
Le ombre che guardano in su
L’alba è qui già da un po’ Ma dove sei tu?
Là dove si sta
Li-, liberi di non aver paura
Di dir la verità
Di vivere la vita E tra queste strade bianche
Un uomo, con parole stanche
Ammira, come fosse d’oro
Quest’alba che sa di nuovo Là dove si sta
Li-, liberi di non aver paura
Di vivere la vita
Come si fa? Li. -liberi di non aver paura
Di dir la verità
Di far la verità Per vivere la vita Di dir la verità
Per vivere la vita

Bimba col pugno chiuso e lo sfondo della statua
Saluti alla tua mamma e saluti alla mia sposa
Mi aspetta la montagna e mi aspettano le veglie
Mi aspetta la mitraglia e mi aspettano le stelle

Nuovo Pignone, compagni uniti contro le catene

Hai visto la giulia bianca e hai visto a’ Pierpaolo
Quell’angelo del cazzo col bacio del diavolo
Che gira per Roma e gira per Roma
Sbagliando l’accento e sbagliando persona

Guarda bambina, c’è il mare mosso
Bandiera rossa, bandiera rossa, bandiera rossa

E per gli esseri umani col nome nel marmo
Io canto alla luna, alla luna

Guarda bambina, c’è il mare mosso
Bandiera rossa, bandiera rossa, bandiera rossa

Per gli esseri umani col cranio nel fango
Io canto alla luna, alla luna

Il centro di passaggio per le stelle più lontane
Il punto dell’appoggio per le tenebre più strane

Ci siamo tutti, ci siamo tutti, ci siamo tutti
Ai funerali di Togliatti
Ci siamo tutti, ci siamo tutti, ci siamo tutti
Ai funerali di Togliatti
Nuovo Pignone, compagni uniti vinceremo insieme

Piazza di San Giovanni, piazza di San Giovanni
Con le salsicce e coi cantanti
Piazza di San Giovanni, piazza di San Giovanni
C’è la tombola compagni

Guarda bambina, c’è il mare mosso
Bandiera rossa, bandiera rossa, bandiera rossa

La ruota gommata schiaccia e torce il corpo del poeta ucciso
Ruota gommata schiaccia e torce il corpo di Pierpaolo irriso
Danno il “Vangelo” in bianco e nero
In una sala parrocchiale di periferia

Guarda bambina, c’è il mare mosso
Bandiera rossa, bandiera rossa, bandiera rossa

Chissà se esiste nulla che Abbia più gran tedio di sé Di una piovosa domenica italiana. Se poi è già sera, ed è novembre Con il crepuscolo che scende Su questa guazza metropolitana, Più ancor rimpiango le veglie attorno ai fogolàr… All’oste l’ho dovuto dire: “Sei ancora in tempo per fuggire”, E lui temeva che fosse per la cena! Di Vecchia Italia onesta scorza, Anch’egli ignora la sua forza E quel suo affetto mi dà una dolce pena. Ma il vino suo denso sa sempre scaldarmi il cuore… Testimoniare verità: Null’altro resta ormai da dire, Vorrei il coraggio di una fede, O emanciparmi da viltà, Dalla paura di morire Come sa solo far chi crede. Ma sotto un disperato cielo Ciò che mi spinge adesso a uscire Sà ancora d’empietà, e spero Avrò nuove cristianità Dal clandestino mio Dies Irae, Perché anche lì vi è Pietà e Amore… Mi è caro il gergo popolare, Il puerile senso dell’onore, La sua allegrezza, la tragica incuranza. Vi è ancora un senso, una passione, Vi sopravvive una nazione Con residuale, sfrontata appartenenza. Non so per quanto, ma meglio di voi, di me… Forse a guardare troppo in là Mi ritrovai gli occhi feriti, E un balsamo vorrei, o un figlio. O un’innocenza che berrei Come tra giovani banditi Belli e cari agli Dei. E prego Mi si traghetti oltre la notte Lungo i canali delle vie, Fino alla quiete che Concede lo stolto tempo che gli Dei Li ha trasformati in malattie, Febbri dei giorni miei… Hai già cenato? Perché mi dai del Lei? Che famo, annamo?”

Certo hai vissuto una vita di ombre e di luce, alla scialba cultura del tempo facevi paura, ma tu, uomo sensibile e lucido amavi parlare e provocare reazioni alla gente comune. Al lido di ostia quel giorno c’era un bambino, che giocava a pallone incurante della situazione, e curiosi, esperti, fotografi, gente morbosa, a casa tua madre era in ansia che ti aspettava. Cinquantanni in quell’agile corpo dal fare bambino, una pietra preziosa cresciuta in un borgo piovoso, di un poeta, di un uomo, di un sogno, della verità, che ne sarà, che ne sarà che ne sarà. Cosa hai visto nell’ultimo istante della tua vita, la pellicola di una stagione per sempre finita, il chiacchiericcio di gente borghese che avrebbe archiviato in un comodo affare di sesso quel tuo segreto. C’è stata gente che poi ha vissuto una vita normale, dopo la notte in cui ti hanno fatto scoppiare il cuore, forse il mandante qualcuno lo sa e non cerca pietà, della verità che ne sarà…

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