“PACE E DIRITTI UMANI” un intervento di Giuseppe Panella in suo ricordo – nona parte (vedi post 2 aprile 2020)

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“PACE E DIRITTI UMANI” un intervento di Giuseppe Panella in suo ricordo – nona parte (vedi post 2 aprile 2020)

Ma Beccaria va oltre,e dopo aver dimostrato la non liceità della pena di morte da un punto di vista della costruzione della società sulla base della convenzione del patto sociale, reputa la pena di morte non necessaria perché inutile nella sua funzione di deterrenza.
Voi sapete che uno degli argomenti principi dei difensori anche odierni anche di quelli che la praticano, che la fanno praticare oggi, riguardo la pena di morte è l’idea della deterrenza, cioè la pena di morte serve a spaventare i criminali i quali appunto terrorizzati dall’idea di poter salire sul patibolo non commetteranno quei crimini atroci per i quali la pena di morte è prevista, (la pena di morte è infatti prevista per crimini particolarmente efferati o per crimini particolarmente ripugnanti all’umanità). Beccaria sostiene che questo non è vero, non è vero per due motivi, uno che gli uomini sono, come dire, schiavi dell’abitudine e di conseguenza lo spavento lo choc del supplizio capitale è qualcosa che al momento può distogliere, ma nel lungo periodo non funziona anche perchè gli uomini, sempre secondo Beccaria ma ragionevolmente, pensano alla morte altrui come vicina, ma la propria come molto lontana, quindi nessuno pensa che sarà lui ad andare sulla forca ma che la scamperà perché è più bravo, perché è più furbo, perché è più abile, mentre invece sulla forca andranno gli altri.
Di conseguenza se la pena di morte non viene rinnovata come una specie di vaccino, non va rinnovata frequentemente la paura che la pena di morte può dare, può conferire a coloro i quali potrebbero esserne soggetti, cioè se le esecuzioni non sono frequenti, la funzione di spavento legata alla pena di morte non funziona, non si attua, però per essere comminata di frequente vuol dire che ci sono delitti di frequente, se ci sono delitti frequenti a che serve la pena di morte che dovrebbe scoraggiare i delitti? Quindi vuol dire che essa, come dice Beccaria, è necessaria e non necessaria nello stesso tempo, è quindi contraddittoria. Riassumo: se la pena di morte deve spaventare i criminali e per spaventarli deve essere frequente perché i criminali si dimenticano che si può andare sul patibolo, vuol dire che i delitti per i quali viene comminata la pena di morte sono frequenti, sono altrettanto frequente delle esecuzioni, ma se sono altrettanto frequenti, chi hanno spaventato? Non hanno spaventato nessuno e di conseguenza la pena di morte come spauracchio non serve, non solo, ma come spauracchio è uno spauracchio relativo, perché la pena di morte dura un attimo, la pena di morte è una cosa rapida, che viene consumata nel giro di tempo necessario per impiccare o per decapitare il reo.
Non solo, ma se la pena di morte è troppo efferata, se è troppo spaventosa suscita non sentimenti di paura o di riprovazione ma sentimenti opposti, di compassione, per cui il reo è oggetto di un’aura generale non solo di compassione da parte di coloro i quali assistono allo spettacolo della pena, ma soprattutto il reo viene avvolto da un’aureola leggendaria che ne fa un eroe piuttosto che il colpevole.
Non dimenticate questo.

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