Un mio intervento sui temi della scuola 1994 (ero responsabile della Commissione Scuola e Cultura del PDS a Prato) – prima parte

Un mio intervento sui temi della scuola 1994 (ero responsabile della Commissione Scuola e Cultura del PDS a Prato) – prima parte

E’ un tempo questo, di cui tratto nell’intervento, in cui è in atto una vera e propria trasformazione del quadro politico nazionale –abbiamo governi “quadripartiti” (Giuliano Amato dal 28 giugno 92 al 29 aprile 93) e di unità nazionale (Carlo Azeglio Ciampi 29 aprile 93 – 11 maggio 1994) seguito dal primo Governo Berlusconi che durerà 9 mesi fino al 17 gennaio 1995

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Nell’ultimo anno abbiamo dedicato alla scuola un’attenzione particolare attivando anche alcuni momenti specifici come la costituzione di un Forum sui problemi scolastici ed alcuni incontri con parlamentari, come la senatrice Alberici, ai quali hanno partecipato esponenti di forze sociali ed operatori del settore, protando il loro contributo.
Va ricordato che nell’a.s. 1993/1994 fu realizzato nella scuola un intervento parecchio contestato come il decreto IERVOLINO che portò all’aumento del numero di allievi per classe; nello stesso anno si andava profilando la positiva soluzione di tantissimi problemi della scuola con l’approvazione, in uno dei rami del Parlamento, della Riforma della scuola media superiore” con tutto quello che ciò significava.
Ricordiamo anche come in preparazione della campagna elettorale delle “Politiche” il gruppo Progressista ha stilato un documento sulla scuola che conteneva per intero il “progetto scuola” del nostro Polo. Purtroppo sappiamo tutti come è andata! (il riferimento è alla vittoria inattesa delle Destre con Berlusconi).
La proposta del Polo che, in maniera disorganica ma in defintiva pur sempre del tutto funzionale alla creazione di un primo blocco di destra, veniva fatta nella campagna elettorale in particolare proprio da Berlusconi si caratterizzava per il “leit-motiv” del “buono scuola” e della “parità fra scuola pubblica e privata”.
La vittoria di Berlusconi e compagnia “bella” ha fatto sì che si profilasse la realizzazionendi questa ipotesi, di volta in volta accantonata (solo) per ragioni finanziarie.
Nel giugno ’94 il nuovo Ministro Pubblica Istruzione Francesco D’Onofrio ha dato il via ad una serie di proclami disarticolati che si riferivano ad alcune parti della “Riforma”:
a) Abolizione esami di riparazione;
b) Esami di maturità;
c) Autonomia degli Istituti;
d) Riforma vera e propria.

Andiamo punto per punto:
a) In modo demagogico, al di là della giustezza dell’intervento, il Ministro D’Onofrio ha annunciato l’abolizione degli esami di riparazione: ha quindi presentato prima un disegno di legge ed avviato poi la discussione su questo in Commissione alla Camera. Poi, all’improvviso, in un raptus di decisionismo, ha presentato un Decreto Legge che gli consentisse di apparire davanti all’opinione pubblica come l’unico vero salvatore delle famiglie italiane, sapendo bene che le critiche, anche dell’opposizione, non sarebbero state avanzate nei confronti dell’abolizione ma certamente sulla sua realizzazione pratica e sullo sganciamento da una riforma complessiva vera e propria.
Spinto dalle richieste che provenivano dal mondo degli operatori scolastici, il Ministro senza troppa fretta ha inviato delle generiche e vagle disposizioni, una circolare applicativa che finiva per confondere le idee sotto una parvenza di grande autonomia didattica degli istituti.

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