4 dicembre – DENTRO IL LOCKDOWN – ancora la SCUOLA e…perché “I CONTI NON TORNA(VA)NO?”

DENTRO IL LOCKDOWN – ancora la SCUOLA e…perché “I CONTI NON TORNA(VA)NO?”

Mi riaggancio a quel che ho pubblicato ieri 3 dicembre. Utilizzo anche alcuni semplici post da me pubblicati sull’account Facebook che trattavano delle “classi pollaio” e della responsabilità delle passate gestioni governative.

I CONTI NON TORNA(VA)NO

E non tornavano da un po’ di tempo. Se vi viene la curiosità e andate a spulciare tra i post della mia Pagina e sul mio Blog   http://www.maddaluno.eu/ cercate proprio le diverse “puntate” (siamo alla n.18) contrassegnate dal titolo che è qui sopra riportato. E ci troverete una parte della questione, riferita ad un puntino infinitesimale sulla cartina del nostro Paese, la provincia di Prato. E’ una storia che si riferisce alla fine del secolo scorso; sono stato tra i protagonisti di essa e quindi ho molti materiali su cui basarmi.

Detto questo pensavo di dover ricorrere solo a quelli che sono i miei personali risentimenti verso una parte della Politica, senza uno specifico “colore”, ma certamente non potevo immaginarmi di doverlo fare in un contesto così denso di incertezze. Di tanto in tanto provo a sottolineare che dalle prove più dure potrebbero emergere orizzonti positivi; ma poi mi rendo conto che corro il rischio di dovermi arrendere alle evidenze negative che una dietro l’altra si vanno facendo strada in modo più forte di quanto sia normalmente possibile immaginare.

Gli aspetti negativi non emergono: vivono sotto traccia e inquinano avvelenano conquistano il mondo; di tanto in tanto gli illusi come me si accontentano dell’emersione di fattori positivi e finiscono per credere nella favoletta infantile del “felici e contenti” finale. Tuttavia solo una speranza può accompagnarci: quella di poter essere in grado di osservare e denunciare quel che non ci piace creando un’attenzione più vigile intorno alle problematiche che rischiano di acutizzarsi a dismisura.

Riprendo a trattare della Scuola. La sua importanza non può essere una bandiera da sventolare solo quando c’è una crisi pandemica che – nelle attuali condizioni complessive di tutto ciò che si muove intorno a quel settore – non può essere sottovalutata. Non si può chiedere che si riaprano le strutture scolastiche come se tutto fosse normale. Non si può pensare che tutto funzioni “come dovrebbe” solo riprendendo la Didattica in presenza. Spesso abbiamo sentito dire che occorrerà cambiare “modelli”. Si può anche aggiungere che era da tempo necessario che ciò avvenisse. Abbiamo osannato le piazze delle Sardine e delle Grete, che chiedevano cambiamenti di rotta, nella Politica e nell’Ambiente. Abbiamo perso tante occasioni per rivedere in modo organico strutturale complessivo il funzionamento del Settore dell’Istruzione; bisogna ripartire non domani ma già oggi che è troppo tardi a ridiscutere intorno a questi temi. Come ho già rilevato ieri, siamo bloccati come Paese da una gravissima crisi economica già precedente al Coronavirus; siamo indietro in tantissimi settori, a causa della corruzione e del disprezzo del merito in tutti i campi a partire da quelli più avveniristici e tecnologici: i nostri studenti emigrano là dove vengono apprezzati non per il cognome o le amicizie, le consorterie politiche e accademiche ed in Italia finiscono per rimanere in pochi – anche se buoni – ed in tanti ma di scarso valore.

Cominciamo da qui. E che le scuole si riaprano non solo in sicurezza ma anche con una nuova progettualità. Cominciamo a riparlare del futuro, quello dei giovanissimi e dei giovani che aspirano a voler cambiare il mondo, il loro mondo.

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