PACE E DIRITTI UMANI XXI 21 (per la parte 20 vedi il 6 agosto)

PACE E DIRITTI UMANI XXI 21

A metà settembre (ndt.: l’intervento è datato 30 novembre 2000; quindi ci si riferisce al settembre 2000) è stato giustiziato il più alto esponente politico mai condannato a morte dalla nascita della repubblica popolare. Ex Vice Presidente del comitato permanente dei congressi nazionali del popolo del Parlamento di Pechino, era stato condannato per appropriazione indebita di una somma equivalente a 10 miliardi di lire.
In Costa d’Avorio, il 23 luglio, con l’entrata in vigore della nuova costituzione, il paese africano ha abolito la pena di morte per tutti i reati; secondo l’articolo 2, infatti, sono proibite tutte le pene volte a privare un essere umano della propria vita.
In Giamaica il 13 settembre il consiglio privato dell’organismo giudiziario britannico che funge da Corte Suprema per numerosi stati e territori dei Caraibi, ha disposto la commutazione delle condanne a morte inflitte a 6 prigionieri. Il consiglio privato si è rifatto ad una sua precedente sentenza, secondo la quale trascorrere oltre 5 anni nel braccio della morte costituisce un trattamento crudele, inumano e degradante e pertanto la relativa condanna a morte deve essere commuata in ergastolo.
Nella stessa sentenza del consiglio privato si è eliminata una violazione del diritto, il fatto che la Giamaica limiti a 6 mesi di tempo il periodo a disposizione dei condannati a morte per fare appello alla Commissione interamericana dei diritti umani, ed ha anche stabilito che i condannati a morte che ricorrono allo stesso consiglio privato devono essere assistiti da un legale.
In Iran, in una recente dichiarazione, il portavoce del Ministero della Giustizia Ossein Sadechi ha affermato che alcune delle impiccagioni previste dalle loro leggi non sono necessarie da un punto di vista religioso, e il sistema può sostituirle con altre pene. Ha detto: “Dovremmo ricorrere alla pena di morte solo in casi veramente straordinari ed unici e non impiccare la gente per reati che non sono troppo gravi. La lapidazione può non servire l’interesse del nostro paese, il capo del potere giudiziario ritiene che dovremo evitare azioni che potrebbero costituire un insulto alla religione o danneggiare la nostra immagine”.
A Trinidad e Tobago il 18 agosto il procuratore generale di Trinidad e Tobago ha affermato che è chiaro che Amnesty International è impegnata in un’azione politica volta a destabilizzare i paesi Caribici, affrontando il tema della pena di morte come una questione dei diritti umani e forzandoli in questo modo ad abolirla. Questa accusa è stata pronunciata dopo che Amnesty International aveva denunciato che Rassel Sancarali, giustiziato nel ’99, era stato condannato a morte a termine di un processo iniquo. In Vaticano, rivolgendo un nuovo appello per la clemenza verso Derek Rocco Bernabei, Giovanni Paolo II ha per la prima volta espresso una condanna netta nei confronti della pena di morte. “Spero, in un senso più generale, che raggiungeremo un punto in cui si rinunci alla pena capitale dal momento che le nazioni hanno oggi a disposizione altri mezzi per reprimere efficacemente il crimine senza cancellare definitivamente la possibilità di redimersi”.

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